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20 MAGGIO 2016, IN SCIOPERO PER L'INTERA GIORNATA
11 maggio, ore 10,30: conferenza stampa di presentazione dello sciopero
Gli obiettivi e le ragioni dello sciopero proclamato per l'intera giornata del 20 maggio da Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals Confsal saranno illustrate in una conferenza stampa che i quattro sindacati hanno convocato per mercoledì 11 maggio all'Hotel Nazionale di piazza Monte Citorio 131 a Roma (ore 10,30). Nella stessa giornata avverrà la consegna dei moduli attraverso i quali è stata sottoscritta in tutte le scuole la petizione "E' il nostro lavoro che fa la scuola".
Scarica il comunicato unitario che annuncia e invita alla conferenza stampa.
Scarica anche la scheda sugli ADEMPIMENTI IN CASO DI SCIOPERO
È stata anticipata al 20 maggio la data di effettuazione dello sciopero annunciato nel corso della manifestazione del 28 aprile in piazza Montecitorio e che coinvolgerà, per l'intera giornata, tutto il personale della scuola (docenti, personale Ata, dirigenti).
Lo hanno deciso questa mattina i segretari di Flc CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola e SNALS Confsal; la scelta ha tenuto conto che il 23 maggio si ricorderà in tutta Italia il tragico evento della strage di Capaci e che saranno numerose le iniziative di commemorazione promosse nelle nostre scuole.
Le motivazioni dello sciopero, legate al mancato avvio delle trattative per il rinnovo del contratto e alle numerose emergenze del settore, soprattutto quelle legate all'applicazione della legge 107, saranno illustrate in modo dettagliato in una conferenza stampa che i sindacati convocheranno nei prossimi giorni.
(Roma, 2 maggio 2016)
28 APRILE, PRESIDIO A PIAZZA MONTECITORIO
Prenderà avvio alle 10 il presidio che Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals Confsal hanno indetto per giovedì 28 aprile a Roma, in piazza Montecitorio, nell'ambito della fase di mobilitazione che ha visto raccogliere in tutte le scuole le firme sulla petizione "E' il nostro lavoro che fa la scuola".
Da ogni parte d'Italia rappresentanze del personale docente, ATA e dirigente prenderanno parte a una manifestazione che ripropone gli obiettivi da tempo al centro dell'iniziativa sindacale e che il manifesto predisposto per la giornata del 28 aprile così sintetizza: valorizzare tutte le professionalità, rinnovare il contratto di lavoro.
Nel corso del presidio interverranno i segretari generali delle quattro organizzazioni promotrici e alcuni rappresentanti eletti nelle RSU. Come già avvenne lo scorso anno in occasione della manifestazione del 18 aprile in piazza SS. Apostoli, la presenza delle RSU evidenzia l'intento di dare voce alla scuola vera, quella che ogni giorno è presente in ogni parte del Paese e che vive del lavoro prezioso e insostituibile di un milione di persone. Un lavoro che esige di essere giustamente considerato e riconosciuto: questo l'obiettivo che si pongono i sindacati nel rivendicare l'apertura delle trattative per il rinnovo del contratto di lavoro.
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"E' il nostro lavoro che fa la scuola". Raccolta di firme
Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal promuovono una raccolta di firme in tutte le scuole, attraverso iniziative territoriali in vista dell'assemblea nazionale delle RSU già annunciata per il 28 aprile; in questo modo il mondo della scuola renderà visibile la richiesta di investire sulle professionalità, adeguare gli stipendi, riconoscere autonomia e funzione sociale dell’insegnamento, stabilizzare il lavoro, assicurare parità di condizioni economiche e normative ai lavoratori precari.
Le firme raccolte saranno consegnate alla Presidenza del Consiglio in occasione della manifestazione nazionale.
Questi gli obiettivi principali della mobilitazione del personale della scuola, per rivendicare il diritto al rinnovo contrattuale e un adeguato riconoscimento del proprio lavoro:
- affermare il diritto a condizioni di lavoro certe entro cui possano esprimersi professionalità di alto profilo, attente alle innovazioni, impegnate nello sviluppo e nella crescita di milioni e milioni di studenti;
- sostenere il diritto al lavoro di migliaia di giovani aspiranti docenti ignorati dal piano straordinario di assunzioni;
- ridare piena efficienza all’area dei servizi e riconoscimento al personale ATA;
- ricondurre a regole trasparenti, chiare e contrattate le procedure di affidamento di incarico ai docenti titolari di ambito.
Gli insegnanti, il personale amministrativo, tecnico e ausiliario, i dirigenti scolastici scelgono ancora una volta una mobilitazione nazionale con cui sbloccare un contratto fermo da otto anni, sostituito impropriamente da leggi che, come la legge 107, danno risposte sbagliate a problemi da tempo irrisolti, riducono spazi di collegialità e partecipazione, puntano a spezzare i tradizionali legami di solidarietà tra lavoratori, mettono a rischio il rapporto di fiducia tra scuola e società.
Il personale della scuola si propone come protagonista attivo ed essenziale di processi di autentica innovazione e chiede un riconoscimento adeguato dell’impegno e della professionalità spesi ogni giorno per assicurare a studenti e famiglie la migliore qualità dell’azione educativa.
In questa prospettiva si ribadisce la necessità di apportare modifiche alla legge 107 in quelle parti che, mentre non producono alcun miglioramento del servizio, stanno creando nelle scuole e negli operatori tensioni e incomprensioni.
Roma, 8 marzo 2016
SCARICA IL MODULO PER LA RACCOLTA FIRME
Bonus docenti, è salario accessorio, da regolare per contratto
Il bonus per la valorizzazione professionale è definito dalla stessa legge 107 come retribuzione accessoria. Le risorse a tal fine destinate non possono dunque essere gestite senza un indispensabile passaggio in ambito contrattuale, alla stessa stregua di quanto avviene per tutti i compensi erogati a carico del FIS. Ciò non significa ignorare le finalità indicate dalla norma per l'utilizzo di tali risorse, o invadere le competenze di altri soggetti coinvolti nei percorsi decisionali previsti dalla legge, rispetto ai quali la disciplina per via negoziale di taluni aspetti della procedura non si pone in termini alternativi, ma in quelli di una corretta e legittima complementarietà.
Questa la posizione che la Cisl Scuola, in una nota diffusa unitariamente con Flc Cgil, Uil Scuola e Snals Confsal, ha assunto nel confronto in atto col MIUR e che propone all'attenzione della categoria come utile contributo di riflessione e orientamento ai possibili comportamenti, anche alla luce dei numerosi riferimenti normativi in essa contenuti e a quanto da essi si può dedurre per delineare correttamente il rapporto tra tutti gli organismi e soggetti a vario titolo coinvolti (dirigente, comitato di valutazione, collegio docenti, RSU, ecc.).
Linee comuni di orientamento per il rinnovo del contratto
FLC Cgil, CISL Scuola, UIL Scuola, SNALS Confsal congiuntamente presentano le loro linee rivendicative comuni per rinnovare il Contratto della Scuola. Portando a sintesi i contributi emersi nei tanti momenti di confronto fra le organizzazioni e con i lavoratori, all'interno di un percorso di mobilitazione da tempo avviato e che li vede oggi impegnati con precisi obiettivi e scadenze, a partire dalla manifestazione del 28 novembre, i sindacati hanno definito un documento che traccia le linee comuni di orientamento per la costruzione di una piattaforma per il rinnovo del CCNL che insieme stanno rivendicando.
Il documento viene proposto come traccia di riferimento per il dibattito che ciascuna sigla svilupperà al suo interno e per i momenti di attivo coinvolgimento della categoria con percorsi, modalità e strumenti che potranno essere ad ogni livello unitariamente individuati.
I contenuti proposti sono in linea con gli obiettivi più volte al centro delle iniziative assunte unitariamente rispetto soprattutto alle tante criticità della legge 107, in particolare per quanto riguarda le materie che si punta a recuperare pienamente e legittimamente all'ambito della disciplina contrattuale.
I Sindacati della scuola, ribadendo la centralità del negoziato come strumento, costituzionalmente previsto, di innovazione e miglioramento del servizio scolastico oltre che di tutela del lavoro, collocano le loro rivendicazioni in una dimensione europea. Pur coi necessari adeguamenti alla situazione nazionale, propongono più Europa, in materia di retribuzione, orario, valutazione, carriera.
Le linee di orientamento comuni per il Contratto, presentate dai Sindacati Scuola, esprimono quanto il movimento unitario ha posto all’attenzione di tutti in questi ultimi mesi e affrontano la questione scuola come questione nazionale, vero fulcro per la crescita civile culturale economica del Paese, che né la società civile né la società politica possono più eludere.
Tali linee saranno oggetto da subito di una campagna diffusa e capillare di confronto con i lavoratori ai fini di condividerne e approfondirne i contenuti.
Per ragioni legate alle specifiche modalità previste dal suo Statuto in materia di elaborazione delle piattaforme contrattuali, Gilda Unams non compare tra le sigle che sottoscrivono il documento, pur confermando il pieno coinvolgimento nelle azioni di mobilitazione con le stesse condivise.
Linee comuni per il contratto dei Dirigenti Scolastici
28 Novembre , 11 : 53 (ANSA) - ROMA, 28 NOV - Scendono in piazza con lo slogan 'Pubblico6Tu, Contratto subito' i lavoratori di tutti i servizi e settori pubblici, che si preparano a sfilare lungo le vie della capitale per rivendicare il diritto al rinnovo dei contratti, bloccati da sei anni. La manifestazione nazionale è promossa da 25 sigle di categoria di Cgil, Cisl, Uil, Confsal e Gilda, in rappresentanza di scuola, sanità, funzioni centrali, servizi pubblici locali, sicurezza e soccorso, università, ricerca, afam e privato sociale. I sindacati chiedono lo stanziamento di risorse adeguate in legge di stabilità per un rinnovo "dignitoso" dei contratti pubblici. Ben oltre quella che definiscono la "mancia" proposta dal governo (219 milioni di euro - ricordano - destinati al pubblico impiego, agli statali in senso stretto, oltre agli 80 milioni di euro circa per forze di polizia e carriere speciali). La loro richiesta è di 150 euro di aumento medio. Dopo il corteo, che parte da piazza della Repubblica (dove l'appuntamento è a mezzogiorno), la manifestazione prevede, a piazza Madonna di Loreto nei pressi di piazza Venezia, i comizi finali, dal palco, dei segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo. Con questa giornata di mobilitazione, Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl e Uil-Pa lanciano "un messaggio al governo: se davvero vuole cambiare il Paese non può lasciare i settori e servizi pubblici ad un destino di abbandono. Una tendenza da invertire attraverso il contratto e non con le imposizioni legislative". Le sigle promotrici della manifestazione sono: Fp-Cgil, Flc-Cgil, Uil-Pa, Uil-Fpl, Uil Scuola, Uil-Rua, Cisl-Fp, Cisl Scuola, Cisl-Fns, Cisl-Fir, Cisl Università, Fgu Gilda Unams, Nursind, Flp, Confsal Snals (Scuola, Ricerca, Afam), Confsal Fials, Confsal Anpo Medici, Confsal Unsa, Confsal Salfi, Confsal Parastato, Confsal Fenal, Confsal Vigili del Fuoco, Confsal Snals-Cisapuni, Confsal Privato sociale, Fp-Cgil Medici, Cisl Medici, Uil-Fpl Medici.(ANSA).
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28 Novembre , 15 : 11 (ANSA) - ROMA, 28 NOV - Più valore alla scuola, più valore al Paese. E' quanto chiedono al Governo i segretari generali dei sindacati di categoria di Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda in piazza per chiedere "un contratto innovativo per tutto il personale della scuola e per cambiare la legge 107". "Il Governo smetta di elargire regalie ritagliate su false emergenze politico-sociali e fondate invece su evidenti scopi elettorali. La strada maestra è una sola: il contratto di lavoro", ha detto Domenico Pantaleo (Flc Cgil). "Capiamo che seguire la via indicata dalla Consulta non risponde ai suoi interessi di potere tanto da stanziare 8 ridicoli euro medi per ogni lavoratore pubblico. Ma è la democrazia, quella che i lavoratori della scuola praticano tutti i giorni e che nessuna sedicente buona scuola dai tratti autoritari, divisivi, negatori della collegialità e della condivisione, lesiva della libertà di insegnamento, può cancellare. Post scriptum: se tiene veramente alla cultura e al futuro del Paese - aggiunge Pantaleo - stanzi nel corso di un quinquennio quei 15 miliardi che ci separano dall'investimento medio in istruzione dei Paesi Ocse". Bisogna rinnovare il contratto - ribadisce Francesco Scrima (Cisl Scuola) - per riconoscere finalmente giusta dignità e valore al lavoro nella scuola, avvicinando i trattamenti economici a quelli degli altri paesi europei. Ma non solo questo, occorre fare della contrattazione la leva giusta e più efficace per processi di innovazione condivisi e non imposti con arroganza e scarsa competenza. La scuola può funzionare bene solo se le diverse professionalità che vi operano sono valorizzate al meglio. Il governo trovi per questo le risorse necessarie". "Ora bisogna far funzionare le scuole, dare sicurezze professionali alle persone, valore al loro lavoro con il rinnovo del contratto", commenta Pino Turi (Uil Scuola). "Quello che stanno tentando di realizzare, fase dopo fase, è un sistema che si sta rivelando inefficace, ingiusto, impossibile da mettere in pratica. Un sistema neo-burocratico e dirigista, tutto orientato a seguire le procedure, piuttosto che guardare al risultato, che riduce l'autonomia professionale. Un sistema che non ci convince, non ci piace, non rispetta i valori costituzionali assegnati al nostro sistema di istruzione. Va cambiato - precisa Turi - nelle parti più deleterie della legge, come gli ambiti territoriali, la titolarità e responsabilità dei docenti nei confronti degli alunni". "Il governo - sottolinea Marco Paolo Nigi (Snals Confsal) - dichiara di puntare sulla scuola per la crescita sociale, culturale ed economica del paese, ma di fatto ha emanato una legge che riporta la scuola indietro di 40 anni, al '68. Accanto al sacrosanto diritto allo studio manca, da parte degli studenti, il dovere, anzi l'obbligo allo studio. Il governo mortifica i lavoratori della scuola, li considera fannulloni e assenteisti. Al tempo stesso li condanna a un non rinnovo del contratto (bloccato da oltre 6 anni) e li mortifica, mettendo nella legge di stabilità solo pochi euro. Va cambiata la 107 nei punti in cui mortifica la scuola e va rinnovato il contratto. "Continueremo a batterci per la cancellazione delle parti inaccettabili della Legge 107 - mette in chiaro Rino Di Meglio (Gilda-Fgu) - in particolar modo la chiamata diretta dei docenti da parte dei dirigenti scolastici, che rischia di configurarsi come una trattativa privata. Proseguiremo la nostra battaglia contro gli ambiti territoriali, che minacciano di discriminare i neo assunti rispetto a quelli titolari di cattedra con il meccanismo precedente, e contro il sistema di valutazione che investe i valutati, cioè gli studenti, del ruolo di valutatori degli insegnanti". (ANSA).
Concentramento dalle ore 12.00 a Piazza della Repubblica (Esedra)
Partenza del corteo alle ore 13.00
( Piazza Repubblica, Via terme di Diocleziano, Via Amendola, via Cavour, via dei Fori Imperiali e piazza Madonna di Loreto, adiacente a Piazza Venezia)Comizio conclusivo con la partecipazione dei segretari generali confederali
Scrima: "Fare sindacato è fare democrazia"
COMUNICATO STAMPA DELLE FEDERAZIONI DEI SETTORI E SERVIZI PUBBLICI DI CGIL CISL UIL CONFSAL GILDA
28 novembre manifestazione nazionale di tutti i settori dei servizi pubblici Cgil Cisl Uil Confsal Gilda:
“Un contratto vero per i lavoratori e per cambiare i servizi ai cittadini”
12 novembre 2015 - “Retribuzione, innovazione, professionalità, qualità e produttività per i cittadini” i lavoratori di tutti i servizi pubblici del paese saranno in piazza insieme alle federazioni sindacali di Cgil, Cisl, Uil, Confsal e Gilda per chiedere al Governo, dopo sei anni di attesa e due rinnovi persi, un contratto vero per gli oltre 3 milioni di lavoratori pubblici. Ma anche per dare voce al disagio dei 700 mila addetti di terzo settore e privato sociale.
Con lo slogan “Pubblico6Tu, ContrattoSubito”, oltre 20 sigle in rappresentanza di scuola, sanità, funzioni centrali, servizi pubblici locali, sicurezza e soccorso, università, ricerca, afam e privato sociale, manifesteranno sabato 28 novembre in piazza Madonna di Loreto a Roma.
Migliaia di lavoratori da tutto il paese sfileranno da Piazza della Repubblica, dove alle ore 12 è previsto il concentramento, fino a Piazza Venezia nelle cui vicinanze sarà allestito il palco per i comizi.
“Manderemo un messaggio forte a questo Governo: se davvero vuol cambiare il paese non può lasciare i settori e servizi pubblici a un destino di abbandono. Scuola, salute, conoscenza, sicurezza, prevenzione, welfare, integrazione, sostegno alle persone e alle imprese: servono investimenti in ricerca, innovazione e competenze per rimettere in moto la più grande azienda del paese. Solo attraverso il contratto, e non con le imposizioni legislative, si produce il vero cambiamento: vogliamo risposte sulle risorse per i contratti e liberare dai vincoli la contrattazione decentrata, la sola via per migliorare l’organizzazione del lavoro e la qualità dei servizi pubblici, nell’interesse generale di lavoratori e cittadini”.
I sindacati puntano il dito contro l’aumento “mancia” previsto da una legge di Stabilità “che per i lavoratori pubblici opera scelte sbagliate, così come i provvedimenti del governo sulla scuola e sulla Pa: tante norme e poca attenzione al lavoro di chi ogni giorno, con impegno e fatica, è in prima linea per dare un buon servizio alle comunità. Zero considerazione, zero formazione, zero partecipazione e zero contratti. Il tutto senza risposte né per i precari né per l’occupazione, viste le nuove intollerabili misure che bloccano il turn over”.
Per i sindacati “il contratto da rinnovare subito è un diritto delle lavoratrici e dei lavoratori, come la garanzia di servizi nuovi, avanzati e veloci lo è dei cittadini. La sola via è riaprire la contrattazione, per questo saremo in piazza a Roma il 28 novembre. E non ci fermeremo finchè non avremo le risposte che i lavoratori e il Paese si aspettano e meritano”.
Dopo l'assemblea RSU del Quirino decise altre iniziative per ottobre
Tutte le manifestazioni, sedi e orari
Intervento di Maddalena Gissi per la Cisl Scuola nell'incontro col Vice Capo di Gabinetto
Immagini del flash-mob
15 ottobre 2015, Assemblea Nazionale Dirigenti Scolastici - Roma ITIS Galilei
Le tante criticità della legge sulla scuola vanno corrette e le professionalità del mondo dell’istruzione vanno valorizzate attraverso un contratto innovativo e l'esercizio della contrattazione. Sono i punti fermi che guideranno le iniziative promosse dai sindacati scuola nel mese di ottobre. “Non puntiamo a tutti i costi a un autunno caldo, ci auguriamo, invece, che il governo apra un confronto serio per risparmiare alle scuole gli aspetti più deleteri della legge 107”, fanno sapere i leader di Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals-Confsal e Gilda Unams, che si sono riuniti a Roma per fare il punto della situazione, definendo anche un calendario delle iniziative.
“Sarà un inizio di anno scolastico che ci vedrà costantemente impegnati nell’informare, proporre, rivendicare cambiamenti su diversi punti di una legge che ha mostrato i propri limiti in termini di fattibilità, equità, coerenza”. Occorre ripartire dalle professionalità della scuola: è questo il richiamo forte, rispettare il lavoro, ampliare gli spazi di compartecipazione alle scelte.
Queste le ragioni che hanno portato alla decisione di programmare momenti specifici per evidenziare le emergenze riferite ai diversi profili professionali operanti nella scuola.
Il primo appuntamento è per il 15 ottobre a Roma e coinvolgerà i dirigenti scolastici. Il 22 ottobre si svolgerà, sempre a Roma, l’iniziativa centrata sulle problematiche del personale Ata. Il 24 ottobre è infine prevista una giornata di mobilitazione nazionale che si articolerà in iniziative promosse a livello regionale.
IL COMUNICATO STAMPA UNITARIO
MANIFESTO GENERALE
MANIFESTO ASSEMBLEA DIRIGENTI
MANIFESTO PERSONALE ATA
MANIFESTO INIZIATIVE 24 OTTOBRE
Francesco Scrima conclude l'Assemblea Nazionale unitaria delle RSU
Ripartire dai contratti per fare vera innovazione - Documento unitario
Senza contrattazione non vi è vera innovazione. Perché contrattare vuol dire anche partecipare, riorganizzare e innalzare la qualità del nostro sistema di istruzione e formazione. Il Contratto della scuola, nazionale, territoriale e di istituto, è stato una leva essenziale per l’avvio e lo sviluppo dell’autonomia scolastica. Attraverso i nostri contratti abbiamo attivamente sostenuto i processi di cambiamento che nel tempo si sono resi necessari per rispondere in modo adeguato a una domanda formativa sempre più complessa, facendone in molti casi un preciso punto di orientamento delle nostre politiche contrattuali.
Investire sulle professionalità di docenti, personale Ata e dirigenti, adeguare gli stipendi, riconoscere autonomia e funzione sociale dell’insegnamento, stabilizzare il lavoro e nel contempo assicurare parità di condizioni economiche e normative ai lavoratori precari, fa sì che il personale si senta parte di un sistema che riconosce e valorizza con le dovute attenzioni la dignità del suo lavoro. Il contratto nazionale è a questi fini uno strumento essenziale.
Il blocco della contrattazione degli ultimi sette anni, invece, ha prodotto un tempo di “riforme” senza sviluppo e di “cambiamento” senza avanzamento; è quanto avviene anche con la legge 107, che tende a ridimensionare fortemente gli spazi di partecipazione e cooperazione. E' più che mai necessario ridare certezza del diritto sulle competenze della contrattazione, che non può essere demolita “a rate” da ripetute incursioni legislative.
Occorre, dunque, ripartire dai Contratti per fare vera innovazione.
La scuola non è solo il nostro luogo di lavoro: con fatica, passione, impegno la facciamo vivere ogni giorno per gli studenti, le famiglie, la società. E’ luogo in cui si esprime una funzione fondamentale dello Stato: luogo di educazione, istruzione, formazione, fattori fondamentali di coesione e di crescita per tutti. Siamo stati per questo sempre disponibili a farci carico dei suoi problemi, a impegnarci per il suo miglior funzionamento e la sua qualità, anche quando abbiamo dovuto subire politiche sbagliate.
Nessuno pertanto può leggere come atteggiamento di chiusura corporativa il nostro dissenso verso tante parti della legge 107/2015. Di questa legge emergono ogni giorno evidenti errori e carenze, spesso fonte di vere e proprie iniquità. Ma il danno più grave è la compromissione di un equilibrio fra poteri e competenze delle diverse figure operanti nella scuola dell’autonomia, equilibrio che affermatosi e consolidatosi attraverso pratiche partecipate e condivise di progettazione e gestione dell’attività educativa e didattica ne costituisce da sempre uno dei fattori determinanti di efficacia.
L’enfasi posta sui poteri del dirigente, innescando possibili conflitti con prerogative e attribuzioni di altri soggetti; gli stimoli a una più marcata concorrenzialità fra i docenti spacciata per incentivo al miglioramento delle performance; le procedure di una loro chiamata diretta; il depotenziamento delle sedi di confronto e contrattazione, alle quali vengono sottratte indebitamente materie e competenze; l'irresponsabile esclusione dal piano di stabilizzazioni del personale Ata, dei docenti dell’infanzia e di tanti precari che hanno maturato il diritto alla stabilità sancito dalla sentenza della Corte di giustizia europea; una valutazione dei dirigenti scolastici che li assoggetta ai decisori politici incidendo anche sulla loro retribuzione; la mancanza di un piano di investimenti pubblici in linea con la media dei Paesi OCSE; il frequente intreccio fra poteri di indirizzo e di gestione, che dovrebbero rimanere su piani ben distinti; tutti questi elementi sono esposti, con il passare del tempo, a rivelarsi come pericolosi fattori di destabilizzazione degli equilibri tra competenze e poteri, figure e funzioni in un sistema scolastico già oberato di problemi e tensioni. Attraverso politiche sbagliate si continua a impedire che si sviluppino appieno le potenzialità dell’autonomia di una scuola in cui, a un’offerta formativa di qualità, si accompagni una “vera serietà degli studi”, fatta di impegno e responsabilità degli studenti anche rispetto alla loro valutazione da parte dei docenti, alla cui funzione va restituita peraltro la dignità sociale che merita.
Il governo ha scelto di eludere ogni reale confronto nella definizione del suo progetto di “riforma”, ritenendo di poter fare a meno del contributo di conoscenza, competenza, esperienza e professionalità che il mondo del lavoro scolastico avrebbe certamente saputo portare. Anche l’iter della legge è stato segnato da ripetute forzature nei modi e nei tempi di discussione, persino quando erano le forze della stessa maggioranza di governo a rendersi conto della necessità e dell’opportunità di ulteriori momenti di confronto e riflessione (impegno espressamente annunciato dal premier e immediatamente smentito dai fatti).
Oggi abbiamo una legge che conferma le nostre ragioni di dissenso. Da qui l’esigenza di risparmiare alla scuola gli effetti più deleteri che possono scaturirne e di rivendicarne tutte le possibili modifiche, in coerenza e continuità con le straordinarie mobilitazioni unitarie del personale, degli studenti, della società.
Sugli aspetti di incostituzionalità della nuova legge, in primis quelli che appaiono lesivi della libertà di insegnamento, si stanno già attivando, da parte dei sindacati, le necessarie azioni di impugnativa in sede legale.
Vanno nel frattempo sanate le profonde ingiustizie create da un piano di stabilizzazioni rivelatosi alla prova dei fatti estremamente confuso e di corto respiro. Per queste ragioni chiediamo l'apertura di un confronto politico con la Ministra Giannini prima di procedere alla fase C del piano di assunzioni.
Le indicazioni che in questi giorni sono state date unitariamente dai Sindacati a docenti, Ata e dirigenti sono finalizzate alla salvaguardia degli spazi di partecipazione, collegialità e condivisione che le norme legislative e contrattuali vigenti consentono a buon diritto di esigere e praticare, nell’interesse del buon andamento della scuola prima ancora che dei suoi operatori. Esse non sono un’istigazione alla disobbedienza nel confronto di una legge, sono, al contrario, la rivendicazione del dovuto rispetto per tante altre norme mai abrogate, che danno senso e legittimità al principio di una partecipazione responsabile, sostenuta dal valore di una professionalità che si esprime sul piano individuale e collegiale.
Altrettanto importante, e in questa fase assolutamente prioritario per l’azione sindacale, è recuperare gli indispensabili spazi di confronto, negoziato e contrattazione, ad ogni livello, sia per rilanciare l’obiettivo - non più eludibile - di una giusta e doverosa valorizzazione, normativa ed economica, di tutti i profili professionali operanti nella scuola, sia per sostenere attivamente processi di crescita in qualità ed efficacia della scuola pubblica. Questo attraverso scelte condivise su tutti gli aspetti che attengono la regolazione del rapporto di lavoro, a partire da quelli riguardanti l’impiego delle risorse destinate alle retribuzioni del personale, in forza dell’esplicita attribuzione di questa materia alla disciplina negoziale prevista dalla normativa vigente, molto chiara anche nel riconoscere la rappresentatività dei lavoratori.
La stagione di un rinnovo contrattuale nazionale deve aprirsi immediatamente, anche alla luce del recente pronunciamento della Corte Costituzionale. Non sarebbe tuttavia sufficiente fare di questo appuntamento il mero adempimento di un obbligo: occorre che tutti, a partire dal governo, lo colgano e lo vivano come una straordinaria opportunità di innovazione, di democrazia e di investimento sulla scuola pubblica, definita dai padri costituenti Organo Costituzionale. Perché investire sulla cultura è promozione di futuro.
Alla richiesta di immediata apertura del negoziato sul rinnovo del contratto nazionale, indispensabile prima di tutto per un doveroso recupero salariale dopo un blocco protratto per anni, si accompagna quella di riconoscere la dovuta attenzione e il giusto valore alla contrattazione d’istituto come fattore che concorre in modo determinante al buon governo e all’autonomia delle istituzioni scolastiche.
La contrattazione rappresenta infatti uno strumento essenziale di rappresentanza e di sintesi fra esigenze, attese e interessi, ma anche di supporto a un’ottimale organizzazione del lavoro. È anche la sede in cui più efficacemente si può agire per prevenire e risolvere tensioni e conflitti. La chiarezza e la trasparenza delle regole sono al tempo stesso un risparmio e una modernizzazione delle Istituzioni Pubbliche. In questo senso le decine di migliaia di persone attivamente impegnate nelle RSU devono essere considerate una risorsa preziosa non soltanto per il sindacato, ma per tutta la nostra scuola.
Queste ragioni e questi obiettivi definiscono una piattaforma rivendicativa su cui l’iniziativa dei sindacati proseguirà, a partire dall’assemblea nazionale di venerdì 11 settembre p.v. a Roma, e si snoderà per tutto il personale docente, ATA e dirigente attraverso azioni territoriali cui seguirà, oltre a quanto potrà essere attivato in ambito regionale, una giornata di mobilitazione nazionale nel mese di ottobre.
Roma, 10 settembre 2015
La nostra mobilitazione nei mesi scorsi...
9 LUGLIO 2015: UNA BRUTTA LEGGE, UNA PESSIMA GIORNATA PER LA SCUOLA
Una brutta legge, che non risolve i problemi della scuola e ne crea di ulteriori. Una legge fatta senza tenere conto del patrimonio di idee, competenza, professionalità ed esperienza di chi la scuola la fa e la vive ogni giorno.
Una legge che rischia di introdurre nel sistema non elementi di sana competizione, ma fattori pericolosi di divisione e di conflitto. Una legge che non risolve nemmeno, al di là degli slogan, il problema del precariato, mentre non si arresta la diminuzione dei posti sia per i docenti che per il personale ATA.
La Cisl Scuola continua con determinazione ad affermare e difendere un'idea di scuola come comunità che istruisce ed educa nel segno della partecipazione, della collegialità e della condivisione.
In questo senso si esprime il segretario generale della Cisl Scuola, Francesco Scrima, nella dichiarazione rilasciata subito dopo il voto con cui la Camera dei Deputati ha sancito la definitiva approvazione del disegno di legge di riforma.
PROCLAMATO LO SCIOPERO NEI PRIMI DUE GIORNI DI SCRUTINIO
Scarica:
documento unitario di proclamazione dello sciopero
atto formale di proclamazione
indicazioni operative
FAQ sulle modalità di svolgimento
Roma, Milano, Torino, Palermo, Firenze, Napoli, Genova, Bari, Agrigento, Alessandria, Ancona, Aosta, Arezzo, Ascoli Piceno, Asti, Avellino, Benevento, Bologna, Brescia, Cagliari, Caltanissetta, Carbonia, Catania, Catanzaro, Cesena, Cosenza, Cremona, Cuneo, Enna, Ferrara, Forlì, Imperia, Latina, Lecco, Livorno, Lodi, Lucca, Macerata, Mantova, Massa Carrara, Messina, Modena, Novara, Nuoro, Padova, Parma, Pavia, Perugia-Terni, Pesaro, Piacenza, Pisa, Pistoia, Ravenna, Reggio Emilia, Rimini, Rovigo, Salerno, Savona, Siena, Siracusa, Taranto, Udine, Venezia, Vercelli, Vibo Valentia, Viterbo
Il video della Manifestazione di Milano
5 maggio, piazza del Popolo (Roma), intervento di Rita Frigerio, segretaria nazionale Cisl Scuola
Manifestazione di Catania, intervento di Rosa Mongillo, segretaria nazionale Cisl Scuola
18 aprile 2015, RSU in piazza SS. Apostoli a Roma. Intervento di Francesco Scrima.
Scuola: sciopero nazionale del 5 maggio 2015, le modalità di adesione.
Online due schede di approfondimento con le modalità di comunicazione dell'adesione, gli adempimenti e le procedure per aderire allo sciopero.
La scuola statale è inclusa tra i servizi pubblici essenziali e, per questo, in occasione di ogni sciopero le modalità di adesione, gli adempimenti e le procedure da seguire sono spesso causa di controversie.
In vista dello sciopero indetto unitariamente dai sindacati scuola FLC CGIL, CISL scuola, UIL scuola, SNALS e GILDA per l'intera giornata di martedì 5 maggio 2015 abbiamo ritenuto utile raccogliere in modo organico tutte la normative riguardanti le modalità di sciopero sia per il personale docente/educativo e ATA, che per i dirigenti scolastici e presidi incaricati (dai "link" le relative schede). Si tratta di due utili schede di approfondimento che riassumono le regole e le procedure da seguire per esercitare correttamente un diritto costituzionale. Ad integrazione del contenuto normativo delle schede allegate, si precisano anche alcune situazioni specifiche.
a. Il 5 maggio nelle scuole primarie è prevista la somministrazione delle prove INVALSI e molti si chiedono se sia possibile una qualche forma di “precettazione”. L’accordo attuativo della L.146/90 (allegato del CCNL 1998/2001) prevede, per la scuola, che in caso di sciopero il Dirigente individui un contingente per assicurare i c.d. ”servizi minimi” (in attuazione dei criteri previsti nel contratto d’istituto ai sensi dell’art. 6, c. 2, lett. l, del CCNL/07), ma esclusivamente nei casi definiti nell’accordo.
b. Le prove INVALSI non sono comprese tra le prestazioni indispensabili (servizi minimi) e, quindi, nessun docente che intenda aderire allo sciopero può essere precettato in alcun modo, né è tenuto a dichiarare in anticipo la propria decisione in merito all’adesione allo sciopero.
c. In presenza di tali atti si configura il comportamento antisindacale sanzionabile, ai sensi dell’art. 28 della legge n. 300/70.
d. In presenza di attività collegiali (obbligatorie) programmate nel piano delle attività nella giornata del 5 maggio (ad esempio il collegio docenti, i consigli di classe, ecc…) queste non possono essere spostate a data successiva; anche in questo caso si configurerebbe come comportamento antisindacale tendente a vanificare gli effetti dello sciopero. Ovviamente chi aderisce allo sciopero, trattandosi di sciopero per l’intera giornata, non è tenuto a parteciparvi. Altra cosa è riconvocare, ma successivamente allo sciopero e sempre entro i limiti e con le procedure di cui all’art. 29 del CCNL/07, quella determinata attività, se non si è potuta svolgere per il livello di adesione allo sciopero e ritenuta necessaria. Ovviamente, le ore previste nella giornata dello sciopero devono essere computate nei limiti massimi di servizio obbligatori, anche se quella attività non è stato possibile effettuarla.
e. Nel caso in cui la scuola abbia programmato attività “non obbligatorie” nella giornata dello sciopero (ad es. visite guidate, gite scolastiche, partecipazione a manifestazioni, ecc…), attività che potrebbero anche avere già impegnato risorse quali acquisto di biglietti del treno, per ingresso ai musei, per noleggio autobus, ticket, ecc, è fatto salvo il diritto individuale di adesione allo sciopero.
18 aprile, ore 10,30 - Manifestazione a Roma, piazza SS. Apostoli - Scarica il manifesto
9-18 aprile, astensione dalle attività non obbligatorie
Coinvolti docenti, assistenti amministrativi e tecnici, collaboratori scolastici, personale educativo
Le Segreterie nazionali dei Sindacati Scuola, FLC Cgil, CISL Scuola, UIL Scuola, GILDA Fgu e SNALS Confsal hanno inviato al MIUR la proclamazione dello sciopero con astensione dalle attività non obbligatorie a partire dal 9 aprile 2015 e fino al 18 aprile 2015, a sostegno delle azioni sindacali di mobilitazione relative alle scelte del Governo sulla buona Scuola.
L’astensione dalle attività non obbligatorie riguarda tutto il personale docente ed ATA della Scuola; la nota inviata al MIUR elenca dettagliatamente le attività coinvolte nell'azione di sciopero indetta dai sindacati.
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DOCUMENTO UNITARIO DEL 9 MARZO
VOLANTINO DELLA MANIFESTAZIONE PRECARI DEL 25 MARZO