Sbarra: troppe le cose che non vanno nella legge di bilancio. Aprire subito il confronto per cambiarla
Non sono poche, né di poco conto, le obiezioni che la CISL muove nei confronti della legge di bilancio che il Governo Meloni si accinge a consegnare all’esame delle Camere: da qui la richiesta di aprire immediatamente un tavolo di discussione con le forze sociali, per “non spezzare il filo del dialogo, ma anzi assicurare continuità e stabilità al confronto, nell’interesse del Paese”. Diversamente, non è escluso il ricorso a manifestazioni da decidere insieme alle strutture dell’organizzazione.
È quanto emerge dall’intervista del segretario generale Luigi Sbarra che compare oggi, 26 novembre, a cura di Francesco Riccardi sulle pagine del quotidiano “Avvenire”.
Bene, per Sbarra, aver dato continuità agli strumenti messi in campo dal precedente Governo per fronteggiare l’emergenza, ma occorre fare di più, “soprattutto sugli aspetti espansivi e di prospettiva: in testa a tutto crescita e investimenti, lavoro e pensioni, formazione e politiche attive, contrasto all’inflazione e politica dei redditi”.
Serve al Paese, secondo il segretario generale della CISL, un progetto complessivo che punti a far crescere economia e salari, a favorire l’occupazione contrastando la precarietà del lavoro, a ridurre i divari tra nord e sud. Modifiche importanti devono riguardare, sottolinea Sbarra, il tema delle pensioni, riconoscendone una piena indicizzazione. “Non si può far cassa con le pensioni per finanziare la flat tax – denuncia – è un’operazione doppiamente iniqua”. Chiede inoltre di togliere i vincoli su Opzione Donna, consolidare la riduzione del cuneo fiscale, sostenere pensioni e salari falcidiati dall’inflazione anche riducendo fortemente la loro tassazione, nel contesto di un sistema fiscale “che assicuri il principio costituzionale della progressività. Non dimentichiamo – rimarca il leader della CISL – che l’85% del gettito fiscale arriva da lavoratori e pensionati che hanno aliquote altissime e pagano fino all’ultimo euro”.
Anche sul reddito di cittadinanza, fermo restando che ne vanno corrette le storture che ne consentono un uso improprio, il segretario della CISL ammonisce il Governo a non seguire una strada che definisce pericolosa e sbagliata: “In un Paese che ha 5 milioni di poveri, sarebbe un grave errore cancellarlo”.
Sulle pensioni, al di là degli interventi previsti in legge di bilancio, rimane la necessità di avviare un tavolo politico per “una riforma complessiva e stabile della previdenza basata su sostenibilità, flessibilità e inclusività”, consentendo alle persone di lasciare il lavoro a partire dai 62 anni. Servono soprattutto pensioni di garanzia per i giovani, sostegno alla previdenza complementare ed estensione delle forme di trattamento previste per i lavori gravosi.
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