"Possiamo fare un buon lavoro assieme". L'intervento del ministro Di Maio alla Conferenza Nazionale CISL
"Possiamo fare un buon lavoro insieme, l'ho detto qualche giorno fa al congresso della UIL e spero di poterlo ribadire quanto prima alle altre confederazioni". Lo ha dichiarato il Ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro Luigi Di Maio, rivolgendosi alla platea della CISL. "La concertazione è la strada migliore per arrivare ad una soluzione dei tanti problemi che stiamo affrontando. Voi avete l'esperienza della contrattazione e conoscete in modo approfondito lo status dei lavoratori, noi come governo e come ministero ci metteremo tutto l'entusiasmo possibile per portare questo Paese ad un aumento dell'occupazione che derivi anche da nuovi lavori e attraverso investimenti".
"Ci sono tante persone – ha osservato Di Maio - che non si sentono rappresentate né dalla politica né dai sindacati, noi dobbiamo coinvolgerle con l'obiettivo di aumentarne le tutele. E quando vedranno che la concertazione e il dialogo funzionano, cominceranno a credere di più nelle istituzioni e nelle organizzazioni di rappresentanza”.
Il ministro ha toccato poi il tema dei processi di cambiamento che investono il lavoro in tutte le sue forme. “Nei prossimi 6-7 anni – ha ricordato – circa il 60% dei lavori sarà interessato da trasformazioni e se saremo bravi a investire nei settori giusti, ad abbassare il costo del lavoro in maniera selettiva nei vari settori che sono competitivi possiamo creare milioni di posti di lavoro intorno alle nuove professioni. Resta fondamentale l’obiettivo di garantire a chi lavora piena dignità di persona. Non sempre avviene, per gli eccessi di precarietà e sfruttamento che siamo impegnati a combattere e a rimuovere”.
Sulla questione dei flussi migratori, il ministro Di Maio così risponde al monito lanciato dalla Furlan: "Non vogliamo ridurre lo spirito di solidarietà degli italiani, i cittadini di Lampedusa ad esempio meriterebbero un premio, ma ci teniamo a dire agli altri paesi europei che è finita l'epoca in cui ci sobbarchiamo il peso dei loro egoismi e delle loro ipocrisie. Noi i porti – sottolinea – li abbiamo ancora aperti, sono loro che li hanno chiusi per anni".