Per gli stage nei PCTO il dovere della massima sicurezza, evitare polemiche strumentali
All’indomani dell’incidente avvenuto il 16 settembre, in cui ha perso la vita il 18enne Giuliano De Seta, mentre operava come stagista nei locali dell’azienda "BC Service" di San Donà di Piave (Venezia), la CISL Scuola torna a porre l’accento sul tema della sicurezza nei luoghi di lavoro, nel contesto dei PCTO.
Accade dopo che, da gennaio ad oggi, si sono verificati ben quattro incidenti, di cui tre con esiti mortali. Un tema che colpisce l’opinione pubblica, oltre che Dirigenti Scolastici, docenti e gli stessi studenti, tornati a confrontarsi, sia nelle piazze, sia nelle aule scolastiche, tra coloro che pensano che sia utile accumulare esperienze formative di tipo lavorativo mentre si sta ancora studiando, e coloro che pensano che per la formazione sia sufficiente limitarsi alla frequentazione dei corsi scolastici.
Appresa la notizia della disgrazia di San Donà di Piave, il Segretario Generale della CISL Luigi Sbarra ha glossato in un tweet che “la tragedia di Noventa di Piave ... ci addolora profondamente. Non basta il cordoglio. Dobbiamo fermare questa strage quotidiana nei luoghi di lavoro che non conosce età e settori. La tutela della vita viene prima di ogni cosa”. Anche la Segretaria Generale della Cisl Scuola, Ivana Barbacci, ha espresso il suo cordoglio sottolineando che questa disgrazia “riapre la discussione sulle regole per garantire la sicurezza nell’alternanza scuola-lavoro. È necessario – scrive nel suo tweet - aiutare le scuole e le imprese a stilare protocolli di sicurezza efficaci, non perdendo mai di vista la finalità formativa”.
Non manca chi reagisce al tragico evento chiedendo la soppressione dell’esperienza dei PCTO. Una posizione che già in precedenza (febbraio 2022) era stata giudicata come pretestuosa in un intervento pubblicato dal periodico “Vita” (diretto da Stefano Arduini e dedicato al Terzo settore), riproposto sulle pagine web della CISL Scuola. Nell’articolo, Massimo Iiritano, docente all’IIS Guarasci-Calabretta di Soverato e presidente dell’associazione “Amica Sofia”, sosteneva che la crociata mossa contro i PCTO fosse addirittura un tradimento degli interessi degli stessi studenti. In prima istanza perché questi permettono “di fare quello che alla scuola italiana da sempre si è chiesto invano: avvicinare la didattica alla realtà, la scuola alla società, le aule al mondo esterno”. Il PCTO rappresenta quindi, per Iiritano, “una chiave di volta nella storia recente del nostro sistema educativo … che rischia oggi di essere spazzata via dalla solita campagna mediatica basata su un colossale fraintendimento e su una inaccettabile semplificazione”.
Solidali con le esigenze dei Dirigenti e degli studenti, anche noi ci auguriamo, dunque, che non venga fatto un uso strumentale dei fatti dolorosissimi che si sono verificati negli ultimi mesi per squalificare quello che può rivelarsi, se correttamente progettato e applicato, un valido strumento di formazione e di crescita. Una corretta applicazione di cui è componente fondamentale e irrinunciabile l’assoluta garanzia di sicurezza che si deve pretendere in ogni luogo di lavoro, ancor più se frequentato da studenti.