"Innovare, educare. Queste le nostre sfide". Incontro con Moreno e De Toni
La questione educativa e la qualità dell’insegnamento sono da sempre coordinate essenziali cui fare riferimento per definire la posizione e sviluppare la proposta sindacale della Cisl Scuola. Anche nel corso dell'Assemblea Nazionale del 6 e 7 novembre a Napoli, a partire dalla relazione di Maddalena Gissi e poi, a seguire, in tutti gli interventi, si sono affacciati importanti elementi di analisi pedagogica oltre che di carattere politico e sociale.
Uno specifico contributo per arricchire questo sguardo e questa attenzione è venuto dalla conversazione (Innovare, educare. Queste le nostre sfide) con Alberto Felice De Toni, Rettore dell’Università di Udine e con Cesare Moreno, educatore e Maestro di Strada.
Cesare Moreno ha portato la sua ricca esperienza, e quella dell’Associazione che presiede, nel muoversi dentro le periferie del disagio e dei fenomeni di emarginazione culturale ed interiore, dove la dispersione scolastica è solo l’epifenomeno della dispersione ancora più drammatica di energie e progetti di vita, con un disagio esistenziale che solo riattivando sogni e speranze si può rimuovere. Il suo intervento ha indicato piste e proposto modalità concrete per creare quelle alleanze che possono aiutare a contrastare e ridurre la povertà educativa alla radice di tanti fallimenti personali e di tante criticità sociali del nostro tempo e delle nostre città.
Se quella indicata da Cesare Moreno è una sfida antica, con cui si confronta da sempre anche l’istituzione scuola, il tema del cambiamento e dell’innovazione è questione di fronte a cui il nostro sistema formativo deve porsi oggi in termini assolutamente nuovi e coraggiosi. Per il professor De Toni gli approcci educativi tradizionali non sono infatti sufficienti per far fronte alle trasformazioni portate dal turbinoso vento che viene oggi dai progressi della scienza, della tecnica e dal fenomeno della globalizzazione. È dagli studi e dalle teorie della complessità che, per De Toni, bisogna partire per cercare le soluzioni ai problemi e alle sfide inedite che incontriamo. A situazioni di grande complessità, è la tesi di De Toni, si può rispondere con efficacia solo introducendo modelli auto-organizzati. Questo vale anche per le scuole, che devono diventare ambienti di apprendimento innovativi. I digital media stanno cambiando i modi in cui si socializza, si apprende, si costruisce conoscenza. L’apprendimento avviene sempre meno attraverso pratiche di ricezione passiva e sempre più mediante pratiche di lavoro condiviso. Occorre mettere al centro e coinvolgere gli allievi, far leva sul lavoro di gruppo, sulle loro motivazioni e le loro emozioni. Solo così potremo puntare a far crescere, come ci indicano gli orientamenti OCSE per la “scuola 2030” citando John Dewey, Amartya Sen, Marta Nusbaum, una generazione di giovani innovativi, responsabili, consapevoli.
Su molti punti i ragionamenti di Cesare Moreno e Alberto De Toni si sono incrociati, e su uno, poi, si sono perfettamente unificati: sulla necessità di avere una visione e un sogno. E allora viene in mente Danilo Dolci e quella sua frase: Ognuno cresce solo se sognato.