ENAM, ragionare e decidere
La segreteria nazionale della Cisl Scuola interviene, con una nota, sui servizi e sulle prestazioni dell’ex Ente Nazionale di Assistenza Magistrale e sulla relativa trattenuta.
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Abolire una trattenuta: proposta di per sè accattivante, specie di questi tempi. Per chiunque su questo raccolga firme, il successo è scontato. Ecco quindi proliferare le sottoscrizioni per eliminare la ritenuta obbligatoria per l’ENAM, motivate col fatto che l’ente è stato soppresso.
Viene da chiedersi: ma la trattenuta serviva a tenere in vita un ente o ad assicurare l’accesso alle sue prestazioni e ai suoi servizi? La domanda non è oziosa, perché se è vero che l’ENAM è stato soppresso, con una decisione che la Cisl Scuola ha giudicato profondamente ingiusta e immotivata (e che il sen. Giaretta del PD, relatore di minoranza, in sede di discussione della legge giunse a definire “esproprio proletario”), è altrettanto vero che l’INPDAP, almeno stando a ciò che dice la legge, ne ha rilevato beni e funzioni, con l’impegno ad assicurare la continuità nell’erogazione delle prestazioni.
Di questo allora crediamo si dovrebbe discutere: le prestazioni di natura solidaristica e assistenziale da sempre erogate dall'ENAM conservano o meno, oggi, il loro senso e la loro utilità?
Per non ragionarne in astratto: quante sono, attualmente, le domande di accesso ai servizi? Quale l’entità degli interventi? Quale può essere in prospettiva il fabbisogno di assistenza, in una fase di accresciute difficoltà socio-economiche? Su questo, più che a raccogliere firme a scopo auto promozionale, tutti dovrebbero dedicarsi a riflettere e ragionare, in modo particolare quelle organizzazioni che hanno ricoperto, ancora nel recente passato, ruoli di grande rilievo e responsabilità nella gestione dell'Ente.
La Cisl Scuola crede che il cuore del problema sia questo e chiede che su questo ci si confronti, sapendo che nel frattempo migliaia di lavoratori hanno pagato e stanno pagando per mantenere forme di mutualità rispetto alle quali hanno maturato diritti che devono essere senz'altro tutelati.
Chiederemo pertanto al Ministro dell’Istruzione e a quello del Welfare di aprire immediatamente un confronto per verificare:
- se e quanto l’INPDAP stia assolvendo gli obblighi di prestazioni verso gli iscritti ex ENAM, ai quali non è certo sufficiente dedicare un’apposita pagina nel proprio sito web. Serve un dettagliato resoconto dell’accesso ai servizi e degli interventi disposti, con una verifica sui tempi di erogazione per le pratiche tuttora aperte;
- se esistano oggi reali garanzie di continuità in prospettiva, per quanto riguarda l’erogazione dei servizi, alla luce del sopravvenuto inglobamento dell’INPDAP nell’INPS
In base agli esiti del confronto valuteremo, a ragion veduta, se sussistano le condizioni che possono rendere giusto e accettabile il mantenimento della trattenuta ENAM; diversamente chiederemo che si intervenga in via legislativa, come è indispensabile, per la sua cancellazione. Non potremmo accettare, infatti, che i lavoratori subiscano un doppio scippo, prima quello dell’Ente, poi quello di una trattenuta immotivata e infruttuosa.
Resta ancora un problema: che fare del cospicuo patrimonio immobiliare che l’ENAM ha costituito nel tempo grazie ai contributi versati dai lavoratori? Dobbiamo accettare che venga incamerato dallo Stato, con buona pace di chi ha contribuito - un’intera categoria di lavoratori! - a farlo nascere e crescere?
Noi pensiamo che le cose debbano e possano andare diversamente. Ci piacerebbe che quelle risorse rimanessero, per quanto possibile, nella disponibilità di chi le ha alimentate con la sua contribuzione.
Anche su questo varrebbe la pena ragionare e confrontarsi.
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