Il CSPI su "nuovi percorsi di istruzione professionale e classi di concorso"
Il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI) ha espresso nella seduta di ieri, 20 maggio - con votazione unanime - il parere sullo schema di decreto relativo all’“Individuazione delle classi di concorso da abbinare, in relazione ai nuovi percorsi di istruzione professionale, alle discipline di riferimento del biennio e agli insegnamenti del terzo, quarto e quinto anno", decreto che - non essendo più cogenti gli abbinamenti previsti dal dPR 19/2016 (rettificato ed integrato dal successivo Decreto Ministeriale 259/2017) - indica per le varie classi di concorso le discipline di riferimento dei nuovi percorsi di istruzione professionale.
Il provvedimento in questione porta a termine il percorso normativo relativo ai “nuovi istituti professionali” iniziato con il D.Lgs. 13 aprile 2017, n. 61, attuativo della delega contenuta nell'art. 1, comma 181, della legge 107/2015, e proseguito poi con il Decreto Interministeriale 24 maggio 2018, n. 92 (MIUR, di concerto con il Ministero del lavoro, il MEF e il Ministero della salute ) che ha regolamentato i profili di uscita degli specifici indirizzi di studio.
Il CSPI, in premessa di parere
- rileva che per poter esprimere una valutazione completa e approfondita sarebbe stato necessario un tempo ben più ampio rispetto ai sette giorni a disposizione;
- auspica "che in futuro si possa rivedere la modalità utilizzata per la predisposizione del DM, al momento necessaria per poter procedere nell'individuazione dei posti in organico, e si possano adeguare le classi di concorso alle competenze in uscita degli indirizzi che naturalmente si vanno evolvendo in ragione anche delle mutate esigenze del mondo del lavoro";
- sottolinea "che un percorso che voglia rispettare le scelte dei nuovi ordinamenti degli istituti professionali e avere una visione realistica del futuro deve essere inverso: partire dal Profilo in Uscita e dalle discipline previste nelle specifiche Linee Guida, per disegnare classi di concorso coerenti per il loro insegnamento e funzionali alla costituzione di cattedre di organico. In questa inversione acquista centralità una specifica formazione in servizio progettata e finanziata dal Ministero o dalle sue articolazioni territoriali, al fine di produrre un efficace allineamento tra le competenze professionali dei docenti, patrimonio da valorizzare, e le esigenze previste dai nuovi profili in uscita degli studenti";
- ritiene "che pur condividendo la necessità dell’intervento attraverso il decreto in questione, la sua promulgazione risulta tardiva sia rispetto all’avvio sia rispetto alla prosecuzione della riforma degli istituti professionali e alla relativa predisposizione degli organici, ormai arrivata al terzo anno";
- evidenzia "che il recente accorpamento delle classi di concorso ha definito delle macro-aree che rendono ancora più difficili attribuzioni alternative tra le attuali classi di concorso per competenze che spesso sono ormai distanti dal contesto reale. Sarebbe stato utile, quindi, far precedere questo provvedimento anche da una profonda riflessione sulle conseguenze riscontrate a seguito del già operativo accorpamento delle medesime classi di concorso".
Il CSPI conclude poi l'esame del provvedimento sia segnalandone in modo puntuale alcuni aspetti problematici sia fornendo specifici suggerimenti e proposte di modifiche, con l'auspicio che detti spunti siano per l'Amministrazione stimolo per ulteriori riflessioni.
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