Il Governo deve dare garanzie per i Contratti, eliminando incertezze e contraddizioni
La conferenza-stampa (molto affollata ed attesa) - tenuta questa mattina dai segretari generali confederali e da quelli delle categorie del Pubblico Impiego - ha inteso mettere in evidenza la posizione del sindacato e le ragioni della mobilitazione a seguito della stesura della "Direttiva generale" sul rinnovo dei contratti pubblici, presentata dal Governo in forte contraddizione con quanto sottoscritto nell'accordo dello scorso 6 aprile.
Bonanni (CISL), Pirani (UIL) ed Epifani (CGIL) hanno evidenziato, con particolare vigore, la sconcertante altalenanza del Governo rispetto agli impegni presi dieci giorni fa Palazzo Chigi.
Bonanni ha accusato il Governo di una "certa doppiezza": di fronte ad una iniziale disponibilità ha, successivamente, rimosso tutto.
Proprio per capire definitivamente le sue reali intenzioni, il segretario generale della CISL ha spiegato le ragioni della necessità del confronto con Romano Prodi, a cui è stato chiesto un incontro urgente.
Bonanni ricorda che da parte dei ministri incontrati (Nicolais, Padoa Schioppa e Damiano) sono state dette cose diverse, per cui solo Prodi può sciogliere i nodi aperti. Sempre per Bonanni il rapporto che il Governo sta instaurando con i sindacati risulta "poco serio".
"Se non vogliono fare nulla - ha precisato - è meglio che lo dicano subito, ma basta con queste docce scozzesi. Senza contratto integrativo non ci può essere la produttività. O il Governo ci dà garanzie o faremo la mobilitazione. Arriveremo allo sciopero coinvolgendo tutti gli impiegati della Pubblica Amministrazione".
E a quel punto l'esecutivo dovrà prendersi la responsabilità di non aver voluto portare avanti il "Memorandum" che prevede il rinnovamento della Pubblica Amministrazione.
E a proposito della campagna tesa a mettere in "cattiva luce" i pubblici dipendenti, Bonanni ha voluto sottolineare che "mentre continua questa campagna denigratoria contro gli impiegati pubblici, nessuno denuncia gli sprechi delle consulenze esterne e le devastazioni provocate dalle esternalizzazioni".
"Non c'è mai stato un momento così difficile - ha voluto sottolineare il leader della CISL - nei rapporti con la politica, neppure con il Governo di centrodestra. Il livello nelle relazioni con il Governo è da ‘guinnes' dei primati".
"Se non arriveremo all'accordo sul Pubblico Impiego - ha concluso Bonanni - ci saranno ripercussioni anche sugli altri tavoli di contrattazione, come quelli per gli 'ammortizzatori sociali' e sulle pensioni. Il clima, infatti, si accenderebbe troppo e diventerebbe difficile controllarlo".
Pirani - in rappresentanza del segretario generale della UIL, Angeletti (all'estero per impegni) - ha rimarcato il fatto che la direttiva del Governo, cancellando sostanzialmente il "secondo livello di contrattazione", propone solo quello "centrale"; operazione che impedisce quel "tavolo contrattuale" dove si affrontano questioni importanti come la produttività, la meritocrazia, la formazione, la mobilità. Si nega, così, la possibilità di affrontare i problemi connessi all'obiettivo del cambiamento nel lavoro pubblico che il Memorandum indicava ed ipotizzava.
Epifani, segretario generale della CGIL, ha ribadito, in chiusura, che ci si trova di fronte a vere contraddizioni del Governo che - con questo suo andirivieni sulla chiusura dei rinnovi dei contratti - pone ostacoli al legittimo riconoscimento dei diritti dei lavoratori, non consentendo, inoltre, di affrontare successivamente i contenuti del Memorandum.
Se verranno meno gli accordi sindacali e se si vorrà svuotare la contrattazione integrativa di secondo livello, che è l'istituto con il quale nei luoghi di lavoro si definisce la concreta politica dell'efficienza, non si potrà procedere ad ulteriori intese.
L' incontro richiesto a Prodi, da realizzarsi in tempi strettissimi, servirà per capire cosa ha determinato atteggiamenti diversi nel Governo rispetto alla sottoscrizione dell'accordo del 6 aprile scorso e cosa, su sollecitazione del sindacato, il Governo intende, ora, fare.