La scomparsa di Luigi Berlinguer, protagonista di scelte importanti per la scuola pubblica italiana

02.11.2023 15:15

Luigi Berlinguer ha lasciato senza dubbio un segno importante nella storia della scuola italiana: basti ricordare che nel corso del suo mandato di ministro della pubblica istruzione, dal maggio 1996 al 24 aprile del 2000, hanno visto la luce sia le norme sull’autonomia scolastica, di cui fu sempre un convinto assertore, sia la legge sulla parità, che definisce il quadro entro cui scuole statali e non statali concorrono a realizzare il sistema scolastico pubblico.
Non giunse invece in porto, agli inizi del 2000, la sua riforma dei cicli, con la quale, rimodulando la struttura dei gradi scolastici, puntava fra l’altro ad anticipare di un anno i percorsi di studio, in modo che potessero concludersi con l’esame di maturità a 18 anni. La CISL Scuola, al cui congresso fondativo del 1997 Berlinguer fu presente con un suo intervento, fu allora fermamente contraria a quel progetto, peraltro gravato da difficoltà difficilmente superabili sul piano attuativo, ma che soprattutto comportava rischi di pesante ridimensionamento a carico di uno dei segmenti, la scuola primaria, cui si dovevano da tempo le migliori performance nell’ambito del sistema.
Sempre animato da una forte vocazione innovativa, Berlinguer fu anche protagonista di un accordo con i sindacati - anch’esso tuttavia rimasto inattuato per le difficoltà incontrate nel momento di dargli concreta attuazione - di introdurre meccanismi di progressione economica per i docenti non legati all’anzianità di servizio.
"La CISL Scuola - afferma la segretaria generale Ivana Barbacci - partecipa al cordoglio per la sua scomparsa, riconoscendogli la passione e l’intelligenza con cui è stato protagonista di scelte importanti per la valorizzazione della scuola pubblica e per affermare la centralità del sapere come fattore fondamentale di crescita per la persona e la società".