Percorsi Abilitanti Speciali, garantire l'avvio dei corsi
La Cisl Scuola sollecita in modo fermo l'avvio dei PAS, che devono essere attivati senza inaccettabili atteggiamenti di disimpegno da parte delle Università. Va garantita, a chi ne ha titolo, la frequenza dei percorsi formativi
Sono quasi 70.000 le domande di partecipazione ai Percorsi Abilitanti Speciali. Un numero rilevante, come ci si attendeva. A fronte di questo, giungono segnali preoccupanti di un possibile atteggiamento di disimpegno che talune Università sembrerebbero intenzionate a mettere in atto, rifiutandosi di procedere all’attivazione dei PAS.
È di tutta evidenza il grave danno che ne deriverebbe per tutti coloro che vedrebbero vanificarsi l’opportunità di conseguire l’abilitazione, o sarebbero costretti a sopportare oneri non indifferenti per accedere a percorsi formativi attivati in sedi molto lontane dalla propria residenza. Si tratta di un’eventualità incomprensibile e inaccettabile.
L’autonomia delle Università non può diventare fattore sperequante nell’attuazione di norme vigenti e di provvedimenti del MIUR la cui valenza nazionale non può essere ignorata, né disattesa.
La Cisl Scuola chiederà al Ministro di intervenire affinché le Università adottino tempestivamente le deliberazioni di loro competenza in attuazione del DM 25 marzo 2013. Le annunciate manifestazioni di protesta del personale precario sono più che legittime e trovano tutto il nostro appoggio.
Sono tantissime le persone che lavorano precariamente nella scuola, accumulando anni di esperienza “sul campo” che non può essere ignorata e che giustamente chiede di essere valorizzata. Noi consideriamo quel bagaglio di esperienza come uno dei fattori che possono concorrere a realizzare un obiettivo di fondamentale importanza: assicurare alla scuola il più alto livello possibile di qualità della classe docente.
Da sempre abbiamo, sulla formazione e il reclutamento, una posizione chiara, che fa della buona preparazione degli insegnanti e della trasparenza delle procedure di accesso al lavoro nella scuola i propri punti fermi. Con altrettanta convinzione, abbiamo sempre sostenuto che per governare senza traumi una situazione di così forte squilibrio tra domanda e offerta di lavoro, come quella che la scuola vive, è indispensabile un’alta dose di equilibrio e buon senso.
È doveroso aprire le porte della scuola a energie fresche, ma lo è altrettanto valorizzare l’esperienza d’insegnamento concretamente vissuta; questo il principio che anche oggi dovrebbe essere seguito, accantonando i furori ideologici di una malintesa “meritocrazia” che possono soltanto innescare nuove tensioni e acuire quelle già esistenti.
Roma, 11 settembre 2013
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