Bottani: le “prove Invalsi” non possono sostituire le scelte della politica
Riportiamo, dal "link" e in allegato, in tema di “valutazione del sistema scolastico”, l’articolo di Norberto Bottani - già alto funzionario OCSE ed ex direttore del “Service de la recherche en éducation” (SRED) del dipartimento dell’istruzione pubblica del Cantone di Ginevra, autorevole analista dei sistemi scolastici a livello internazionale - pubblicato oggi, 17 maggio, su “www.sussidiario.net”.
Nell’articolo Bottani, senza entrare direttamente nel merito delle polemiche delle “prove Invalsi” in Italia (su cui afferma di non avere sufficienti elementi di conoscenza), affronta in generale il tema della valutazione nella scuola con una panoramica su quanto accade in altri Paesi, in particolare sull’esperienza francese e statunitense.
E’ una costante, per Bottani, il manifestarsi di malumori e proteste ogni qualvolta si imposta una valutazione su larga scala in un sistema scolastico, che “è sempre un’operazione politica” da discutere e negoziare; ma anche un’iniziativa molto complessa che esige grandi competenze professionali ed organizzative.
Pur mettendo in guardia sul fatto che la valutazione non è sufficiente di per sé a migliorare le performance del sistema, Bottani la indica come presupposto indispensabile non solo per le azioni volte ad incrementare l’efficacia dell’azione formativa, ma anche per definire gli obiettivi di politica scolastica.
Le valutazioni servono, insomma, “sia se mal fatte, sia se ben fatte”: hanno indotto spesso a miglioramenti del profitto scolastico e dimostrato che - nell’istruzione - si possono coniugare equità ed eccellenza.
Con la valutazione si “misura” la scuola: “spetta alla politica decidere cosa fare e agli elettori sanzionare o approvare le scelte politiche e la gestione della scuola messa in atto per realizzarle”.
- Files:
- cislscuola_Bottani_17mag_11.pdf51 K