Formazione del personale docente ai fini dell'inclusione degli alunni con disabilità
Si è svolta venerdì 4 giugno un’informativa sul Decreto Ministeriale relativo alla formazione del personale docente ai fini dell’inclusione degli alunni con disabilità. Il testo del DM discende da quanto previsto nella legge di bilancio, all’art. 1 c. 961, che ha destinato uno specifico finanziamento per la realizzazione, nell’a.s. 2021/2022, di interventi di formazione obbligatoria per il personale docente impegnato nelle classi con alunni con disabilità e non in possesso del titolo di specializzazione. È dunque previsto che questo personale partecipi obbligatoriamente ad unità formative per un impegno complessivo di 25 ore, delle quali 8 di approfondimento, lavoro sul campo e documentazione. La gestione delle attività formative sarà affidata a scuole polo regionali alle quali saranno destinate le risorse. Vi sarà comunque una progettazione nazionale del piano degli apprendimenti, che comprenderà approfondimenti sulla normativa, sulla lettura dei documenti diagnostici e sul modello ICF, oltre che sui nuovi modelli di PEI. L’attività di formazione coinvolgerà circa 700.000 docenti e sarà monitorata anche con la costituzione di appositi Comitati tecnico scientifici regionali che valuteranno flessibilità e modularizzazioni dei percorsi, sulla base delle competenze dei corsisti.
Il decreto sottolinea esplicitamente che la partecipazione alle attività di formazione assume carattere di obbligatorietà e che non è previsto esonero dal servizio. Lo svolgimento delle attività sarà attestato dal dirigente scolastico della scuola sede di servizio.
Così come avevano fatto ripetutamente durante l’iter di approvazione della legge di bilancio, le Organizzazioni sindacali, pur ritenendo importante l’azione di formazione finalizzata all'inclusione scolastica e a garantire il principio di contitolarità nella presa in carico dell'alunno disabile, hanno espresso forte contrarietà per il metodo con il quale il provvedimento è stato assunto. Si tratta infatti di un'invasione di campo in materie contrattuali, realizzata senza prevedere alcun coinvolgimento delle parti sociali e con l’esito, nei fatti, di determinare un aumento di obblighi di lavoro per via legislativa e senza alcun corrispettivo economico. È esattamente il contrario di quanto previsto nel Patto per la pubblica amministrazione.
Ribadendo la profonda contrarietà verso modalità non concertate di intervento sulla formazione in servizio, la CISL Scuola ha chiesto che almeno l’attività di formazione sia realizzata, così come avviene per la formazione obbligatoria sulla sicurezza negli ambienti di lavoro, nell’ambito delle ore funzionali, anche ripartendo l’impegno richiesto in due anni scolastici.
L’Amministrazione, rilevando l’impossibilità di discostarsi nella formulazione del decreto da quanto previsto nella legge di bilancio, ha comunque anticipato che per la redazione delle successive note operative della Direzione generale per il personale scolastico e della Direzione generale per lo studente, sarà attivato un confronto con le organizzazioni sindacali per le modalità operative di realizzazione delle attività di formazione, che a parere delle organizzazioni sindacali non possono assolutamente prescindere da quanto previsto dal CCNL del comparto e dal coinvolgimento degli Organi collegiali delle scuole autonome.