Da irresponsabili trasformare le procedure di reclutamento in una fabbrica delle illusioni
Non bastavano i ritardi nello svolgimento delle procedure concorsuali, che si concluderanno nella grande maggioranza dei casi ben oltre l’avvio dell’anno scolastico. Né le polemiche a dir poco ingenerose per cui la severità di molte commissioni sarebbe la prova provata di una generale mediocrità della nostra classe docente. Ora che sono stati resi noti i posti disponibili per le assunzioni, si scopre che in molte regioni non ve ne sarà nemmeno uno.
Per la scuola primaria, ad esempio, zero posti a disposizione in tutto il centro-sud, Lazio e Roma comprese. Zero posti per il sostegno nella secondaria in ben 11 regioni, questa volta con poche differenze di latitudine, più tre regioni che avranno disponibile un solo posto ciascuna.
A rendere ancor più clamoroso il dato è però il confronto tra questi “numeri zero” e quelli che il MIUR ha indicato come disponibili nei bandi di concorso. Sempre per la primaria: 1378 nel Lazio, 1604 in Campania, 1096 in Sicilia, e via di seguito fino a sfiorare i 6.500 posti. Su un totale nazionale di 18.000, più di un terzo si rivelano non esistenti. È vero che il concorso vale per il triennio: ma sfidiamo chiunque a dimostrare che le porte oggi sbarrate possano aprirsi così tanto, nei due anni successivi, da soddisfare le attese suscitate. Prendiamo a esempio la Campania: un trend di cessazioni che oscilla tra 400 e 500 unità all’anno (a meno di sostanziose modifiche alle norme Fornero), cui va aggiunto che le assunzioni spettano alle graduatorie concorsuali solo per il 50%. Tanto basta per rendere assai poco rosee le prospettive.
Inevitabile chiedersi come possa verificarsi uno scarto così clamoroso fra le stime in base alle quali si è bandito il concorso e la realtà che i numeri ci restituiscono impietosamente. Segno di un’assai scarsa capacità di programmazione, ma anche di qualcosa di peggio. Perché a chi ha scelto di concorrere in una regione anche in base alle aspettative suscitate dalle previsioni ministeriali, una spiegazione andrebbe pur data, ma sarà molto difficile. È da irresponsabili trasformare le procedure di reclutamento in una fabbrica delle illusioni.
Roma, 10 settembre 2016
Maddalena Gissi, segretaria generale Cisl Scuola
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