Equiparazione fra i livelli nella P.A., no a decisioni unilaterali
Stabilire una equiparazione fra i livelli di inquadramento esistenti nei diversi settori della Pubblica Amministrazione è presupposto indispensabile per governare in modo equo i processi di mobilità fra differenti comparti, sia che si tratti di mobilità forzosa (vedi il caso degli annunciati trasferimenti del personale delle province), sia che si tratti di mobilità volontaria. In una fase come questa, di riassetto complessivo della P.A., il problema acquista ancor più rilevanza e urgenza, quindi non dovrebbe destare sorpresa il fatto che il governo, secondo quanto si apprende dagli organi di informazione, si appresti a pubblicare le tabelle di equiparazione fra profili e livelli di inquadramento. Quel che non va bene, è che lo faccia senza alcun preventivo confronto con le organizzazioni sindacali, come invece espressamente previsto dall’art. 29-bis del D. Lgs. 165/2001 (Norme generali sul lavoro pubblico).
in questo senso si esprimono tutte le federazioni di CGIL, CISL e UIL che organizzano il lavoro pubblico in una lettera inviata al ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione, nella quale chiedono l'immediata apertura di un confronto sulle modalità di definizione delle tabelle a cui il governo sta lavorando. "Se le notizie apprese dai mezzi di stampa dovessero rivelarsi fondate - scrivono i sindacati - alla luce del mancato confronto con le parti sociali, mai avvenuto e neanche mai attivato in alcuna delle fasi che avrebbero portato alla loro determinazione, riterremmo assolutamente lesivo dell’interesse dei lavoratori il fatto che le loro rappresentanze non siano state preventivamente ascoltate".