Ultimissime del 20-11-2006

22.11.2006 09:31

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FINANZIARIA/1. SCRIMA, CISL SCUOLA: INSODDISFATTI MAXIEMENDAMENTO. GOVERNO HA DISATTESO ASPETTATIVE

La Cisl scuola esprime «profonda insoddisfazione» per i contenuti del maxiemendamento approvato dalla Camera sulla manovra finanziaria. «Infatti il Governo, se si eccettua l'esigibilità delle risorse per il rinnovo del primo biennio economico dei contratti pubblici, compresa la scuola, non ha dato - afferma il segretario generale, Francesco Scrima - alcuna delle attese risposte al pacchetto di richieste emendative poste alla base della vertenza-scuola dei sindacati confederali, integrate da parte della Cisl Scuola in sede di conciliazione, che sarebbero dovute venire dal Parlamento». Secondo Scrima alcuni punti fondamentali della vertenza quali l'immissione in ruolo del personale docente e l'impegno a implementare di altri 20.000 posti le disponibilità per l immissione in ruolo del personale Ata; il mantenimento delle graduatorie permanenti quale strumento di reclutamento per la copertura del 50% dei posti; l'inapplicabilità dell'aumento dello 0,4% del rapporto alunni/classe; la chiusura definitiva della vertenza del personale Ata trasferito dagli Enti Locali, sui quali il Governo aveva dichiarato attenzione e disponibilità «sono rimasti completamente elusi».

FINANZIARIA/2. FOLENA: VA BENE IL SUPERAMENTO DELLE GRADUATORIE MA ATTENZIONE AI PRECARI

È giusto superare il meccanismo delle graduatorie «che genera aspettative il più delle volte deluse», ma «come in autostrada, quando si supera qualcuno, occorre fare attenzione a non investirlo. La previsione del 2010 come data ultima è un pò come rientrare nella corsia troppo presto. Si va incontro a un incidente, nel quale ci rimette tanto chi viene investito, quanto, spesso, lo stesso investitore». È quanto afferma Pietro Folena, presidente della Commissione cultura della Camera a proposito dei contenuti della Finanziaria riguardo il reclutamento del personale docente e il precariato.

FONDO ESPERO LOMBARDIA, ALLA CISL IL 41% DEI VOTI

Si sono chiuse con successo per la Cisl Scuola le elezioni lombarde per l'assemblea dei delegati del fondo previdenziale Espero. Lo si apprende da una nota. I candidati cislini hanno ottenuto 2.820 voti, pari al 41% delle schede valide, contro il 35% raggiunto a livello nazionale. La Cgil, dal canto suo, ha ottenuto in Lombardia il 32,8%, lo Snals il 17,2%, la Uil il 6% e gli autonomi dell'Anp l'1,2%. In testa alla classifica provinciale spicca Sondrio, con il 61% dei voti andati ai delegati Cisl, seguita da Pavia (51%), Bergamo (49%) e Como (46%).

ISFOL,MIGLIORA TASSO ISTRUZIONE, MATURI 76,6% VENTENNI MA MENO DI UN 25ENNE SU QUATTRO HA LA LAUREA

Oltre tre quarti dei ragazzi tra i 19 e i 20 anni ha il diploma di maturità ma meno di un venticinquenne su quattro è laureato. È quanto si legge sul Rapporto annuale dell'Isfol presentato oggi che sottolinea come la percentuale di «maturi» del 2005 sia in forte crescita rispetto al 1991 quando sfiorava appena il 51,4% dei ventenni. La quota dei giovani che dopo la maturità decide di iscriversi all'università è del 74,3% ma la dispersione resta molto alta con appena il 21,6% dei laureati sulla popolazione 23enne e il 23,9% su quella dei 25enni. Grazie anche all'introduzione delle lauree brevi comunque è aumentato di molto il numero dei laureati: nel 2005-2006 hanno conseguito un titolo di studio universitario in 301.298, un numero più che doppio rispetto al 2000 (143.892). Resta invece ancora critica la situazione di circa il 21,9% dei ragazzi tra i 18 e i 24 anni che può contare solo sulla licenza media mentre circa 100.000 giovani risultano fuori da qualsiasi tipo di percorso educativo. Il tasso di ragazzi con bassa istruzione in Italia - sottolinea l'Isfol - è ancora molto al di sopra della media europea (il 21,9% contro il 14,9%) mentre è meno forte il divario nella fascia dei 20-24enni con titolo di scuola superiore (il 72,9% in Italia contro il 77,3% europeo) e nella percentuale di laureati in discipline matematiche scientifiche e tecniche (il 23,2% contro il 24,1% europeo). In Italia comunque la spesa per l'istruzione e la formazione professionale rappresenta appena il 4,6% del Pil (64,7 miliardi di euro) a fronte del 6% della media europea.

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