Ultimissime del 01-12-2006

01.12.2006 21:28

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BULLISMO: CARDINALE TONINI, NO ABBASSAMENTO DELL'ETA' PUNIBILE
''Il reato presuppone capacità di giudizio e piena responsabilità di chi lo commette. A 12 anni i ragazzi sono davvero capaci di questo?' Se l'e' chiesto questa mattina a Rai Utile il cardinale Ersilio Tonini, arcivescovo emerito di Ravenna-Cervia, intervenendo a un dibattito nel quale il presidente della commissione Giustizia della Camera, Pino Pisicchio, ha annunciato il via libera all'indagine conoscitiva su bullismo e baby-gang. L'esponente di Italia dei Valori ha infatti spiegato che ieri sera la commissione Giustizia della Camera ha approvato l'indagine da lui proposta. Sull'ipotesi che i dodicenni di oggi siano più maturi rispetto alle generazioni precedenti il cardinale ha aggiunto: ''Non sono d'accordo, credo invece che siano solo pi condizionati''. In chiusura, anche un commento sulla proposta di legge che prevede l'introduzione di uno psicologo in ogni scuola: ''condizionerebbe gli insegnanti - ha detto Tonini -. Credo che siano loro a dover essere preparati su psicologia e pedagogia''.

 



ISTRUZIONE: CENSIS, L'ITALIA INVESTE POCO
Allo stato dei fatti dietro la retorica della scuola e dell'università' il pubblico dibattito sembra aver eluso una domanda basilare: ovvero se gli attori istituzionali che guidano i processi, pur non lineari, di cambiamento, così come i vari stakeholder (dirigenti, docenti, famiglie, hanno chiari gli obiettivi verso cui canalizzare azioni e risorse. I dati Ocse confermano per l'Italia una tensione all'investimento sociale in istruzione più debole rispetto al contesto geopolitico di riferimento''. Lo afferma il 40esimo ''Rapporto annuale del Censis sulla situazione sociale del Paese/2006'', presentato oggi ''I valori delle quote di spesa pubblica in istruzione sia in rapporto al Pil (4,9%), sia in rapporto al totale della stessa spesa pubblica (9,9%) restano sensibilmente inferiori alla media dei paesi Ocse, dove raggiungono, rispettivamente, le quote del 5,5% e del 13,3%'', evidenzia il Censis. Per l'istruzione primaria e secondaria ''le spese correnti assorbono una quota di risorse finanziarie superiori alla media Ocse (93,5% contro 91,8%), mentre gli investimenti o spese in conto capitale sono inferiori rispetto alla stessa di quasi due punti percentuali. Volendo analizzare più in profondata la fattispecie dei costi, si rileva che sulle spese correnti il peso del personale diverso da quello docente, pari a 18,7%, e' maggiore degli altri paesi (media Ocse 15,9%)'' . In Italia abbiamo inoltre ''un rapporto insegnante/studenti più basso nella primaria (10,7 contro 16,9) come in quella secondaria (11,0 contro 13,3) dei corrispondenti valori medi Ocse e, viceversa, più alto in ambito universitario (21,6 contro 15,5); e rapporti significativamente elevati tra personale amministrativo e personale docente (33,7 addetti amministrativi per 100 docenti nelle scuole primaria e secondaria, 48,7 addetti amministrativi per 100 docenti/ricercatori nell'università')''. Le diseconomie di sistema ''non producono solo un aggravio di costi con inevitabili riflessi in termini di efficacia ed efficienza'', ma producono anche ''costi occulti solitamente non contabilizzati''. Ad esempio: ''la quota di popolazione italiana compresa tra i 18 ed i 24 anni che ha concluso i suoi studi con il solo conseguimento della licenza media e' maggiore di 7 punti percentuali rispetto alla media Ue e quasi 5 volte superiore ai paesi dell'Unione più virtuosi al riguardo (Slovenia 4,3% e Slovacchia 5,8%).