Tavola rotonda Politecnico di Bari

16.05.2007 15:20



Ieri a Bari tavola rotonda con Santini, Scrima e Manghi

SCUOLA, SENZA CONTRATTO PROTAGONISMO DIFFICILE

Società, scuola e sindacato. Tre parole chiave dello sviluppo del Paese per capire i cambiamenti del mercato del lavoro. La Cisl e la Cisl Scuola ne hanno fatto il tema guida di una tavola rotonda ospitata, ieri, dall'Aula Magna del Politecnico di Bari.
E' stato questo il momento centrale della settimana di formazione per 45 nuovi dirigenti della Cisl Scuola che si sta svolgendo, a Monopoli, in collaborazione con il Centro Studi di Firenze e l'istituto di ricerca Irsef-Irfed. Scuola e università dunque sono direttamente connesse. Soprattutto se messe in relazione al mercato del lavoro e alle sue trasformazioni.
"Una buona scuola permette un migliore successo nella esperienza universitaria e nell'inserimento nel mondo del lavoro. La collaborazione è fondamentale", ha sottolineato Salvatore Marzano, Rettore del Politecnico di Bari, polo d'eccellenza del Sud Italia che conta 12 mila studenti, registra un trend di crescita degli iscritti del 10% e sforna 1.800 laureati ogni anno. Per lo più ingegneri che sono costretti ad andare via dalla Puglia ma che, entro un anno, trovano lavoro nelle grandi aziende italiane e straniere.
"Il successo di questi studenti - ha detto Marzano - è determinato dalle loro qualità, dalla preparazione universitaria e dalle basi scolastiche che hanno ricevuto nel quadro di un sistema che mette la formazione al primo posto delle priorità". Ma cosa e quanto si chiede a questa scuola dove il personale si impegna con passione, senza un rinnovo contrattuale da 18 mesi, con un attacco mediatico che mette insegnanti e operatori alla gogna dell'opinione pubblica senza fare distinzioni? "E' tantissimo quello che si chiede. La scuola si sta sostituendo ad altre agenzie educative che oggi sono in crisi - ha risposto Francesco Scrima, segretario generale della Cisl Scuola - le maestre e le insegnanti sono le madri e i padri che dicono quello che i genitori non sanno più dire. E' un carico enorme perché i ragazzi non trovano risposte nelle famiglie e il vero confronto lo mettono in atto con gli insegnanti che frequentano 5 ore al giorno".
Così non può andare. Il sindacato chiede un confronto voltando pagina.
"Ma all'orizzonte non si vede niente di buono - ha aggiunto Scrima - basta pensare alla delusione che anche questo Governo e questa maggioranza hanno provocato nelle speranze di un milione di operatori che hanno gli stipendi fermi al 2005". "La scuola va rimessa al centro delle priorità - ha detto, da parte sua, Bruno Manghi, direttore del Centro studi di Firenze - ma vogliamo una scuola migliore, che sia nei pensieri della politica. Il sindacato fa la sua parte, ai maestri e agli insegnanti è affidato un ruolo sovraesposto e devono essere aiutati. Oggi lavorare nella scuola è interessante. Lasciate perdere chi dice il contrario. La scuola è il laboratorio dei cambiamenti sociali e culturali ma va sostenuta puntando sulla firma di un nuovo contratto sociale". C'è del resto un difficile governo del mondo delle trasformazioni. Il sindacato è un'antenna attenta di quello che succede ma spesso viene ascoltato solo in seconda battuta. Per poi magari dargli ragione. "Alla scuola succede la stessa cosa. Non ne viene riconosciuta in prima battuta la centralità del suo ruolo salvo poi criticarla e accusarla - ha osservato Giorgio Santini, segretario confederale della Cisl - ma questo purtroppo riguarda anche il mondo del lavoro. Noi non ci rassegniamo. Anche nel Mezzogiorno c'è ora una nuova stagione di opportunità legata alle risorse europee per l'investimento nella educazione e nella formazione professionale. Dobbiamo sfruttare questa occasione per contrastare quella percezione collettiva, culturale e politica che mette la scuola in prima pagina solo quando si parla di bullismo o di malascuola". (Reda)