Lo sciopero della scuola reale

14.05.2007 18:59



Intervista a Scrima domani su Conquiste del Lavoro:
Il Governo succube del ragionerismo di Padoa Schioppa

LA SCUOLA REALE IN SCIOPERO A DIFESA DI DIRITTI E QUALITA'

Lo sciopero del 4 giugno è confermato. Tempo e opportunità sono state date e messe sul piatto ma il Governo, "ostaggio della visione ragioneristica" del ministro dell'Economia, non ne ha tenuto conto. Il personale della scuola è pronto alla mobilitazione per un "sacrosanto diritto" che viene negato con "arroganza". Francesco Scrima, segretario generale della Cisl Scuola, non lascia spazio a dubbi: "hanno tradito la legittima aspettativa dei lavoratori e la nostra reazione era inevitabile".

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Da qui al 4 giugno, c'è spazio per trovare una soluzione ed evitare lo sciopero?
Nella nostra agenda l'appuntamento è dato come sicuro. Del resto, la situazione attuale dimostra che il Governo è veramente inaffidabile e che, dopo un ritardo di 18 mesi sui tempi del rinnovo del contratto, si ostina a mettere in discussione un diritto legittimo che neanche i peggiori governi del passato hanno mai provato ad attaccare. Il Governo e la sua maggioranza hanno deluso profondamente le aspettative che avevano suscitato nel personale scolastico, sempre più oberato da oneri, da un carico di lavoro straordinario e da un deprezzamento delle proprie retribuzioni che sono ferme al 2005. Ci avevano detto che avrebbero valorizzato le professionalità, che avrebbero investito in un comparto strategico per lo sviluppo del Paese e che avrebbero messo la scuola al centro del dibattito politico.

Ma invece è successo tutto il contrario...
Non solo si sono rimangiati quello che avevano detto ma sono tutti prigionieri, l'intero Esecutivo, del signor Padoa Schioppa che guarda alla scuola con una visione ragioneristica e sta rendendo la politica succube dei suoi numeri. Evidentemente, a questo punto, quando ci dicevano che avrebbero messo al centro la scuola, non avevamo capito che parlavamo di due scuole diverse: quella dei tagli e quella reale.

Quindi il punto su cui i sindacati non transigono è il rispetto della firma dell'accordo del 6 aprile?
Gli impegni si mantengono. E' riprovevole il fatto che il Governo a tutt'oggi non tenga fede agli quell'intesa sottoscritta a Palazzo Chigi. A distanza di diverse settimane non c'è ancora alcun riscontro concreto da parte del Governo alla nostra pressante richiesta di dare attuazione coerente agli impegni sottoscritti. Anche l'ultimo incontro di pochi giorni fa, che era destinato a chiarire e confermare il rispetto dei contenuti dell'accordo, si è risolto in un nulla di fatto. E poi anche le cifre sono importanti: 115 euro di aumento per la scuola e 101 per gli statali. Sotto quei numeri è stata apposta una firma. Non si può tornare indietro, anche perché non stiamo parlando del prossimo contratto ma di quello già scaduto. Questo comportamento ha un solo aggettivo: arrogante.

Il ministro della Pubblica istruzione ha annunciato una settimana di iniziative, dal 19 al 25 maggio, per mostrare il meglio dell'istruzione italiana. Ma c'è da vantarsi di questa scuola?
Quella del ministro Fioroni è un'iniziativa apprezzabile che noi sosterremo anche perché era stata lanciata, alcuni mesi fa, in occasione di un convegno della Cisl Scuola a Venezia. Dobbiamo rimettere al centro della discussione la centralità della scuola, quella reale, quella che si sobbarca il peso della crisi della società e delle famiglie.

La sensazione è che sindacati e Governo fanno riferimento a due scuole diverse.
Non è solo una sensazione. A questo punto, è una certezza. La nostra scuola è quella fatta da operatori, insegnanti e personale tecnico-amministrativo che, nonostante le frustrazioni delle mancate promesse da parte della politica, ogni giorno, danno il meglio di sé, garantiscono un ottimo servizio educativo e sopportano accuse e responsabilità che invece non hanno. La nostra scuola non è quella su cui, da mesi, si accaniscono i mass media con campagne scellerate. Da questo punto di vista, la settimana dell'istruzione lanciata dal Ministero sarà anche l'ulteriore occasione, come abbiamo sempre fatto in passato, per dimostrare al Governo e al ministro dell'Economia qual è lo spirito che è alla base del nostro impegno ma anche la determinazione a ottenere il riconoscimento di diritti che non possono essere messi in discussione. Da nessuno. Per questi motivi e per difendere la qualità delle nostre scuole, scioperiamo il 4 giugno. (Reda)