Gissi: sulle reti di scuole tempi stretti e poca chiarezza
Con una nota diffusa il 7 giugno il MIUR ha fornito ai Direttori Regionali le indicazioni in base alle quali si dovrà procedere alla costituzione delle reti di scuole previste dalla legge 107/2015. Anche per la tempistica indicata (entro il 30 giugno), l’impressione è che ancora una volta un tema di grande importanza venga affrontato con profili di insostenibile vaghezza e con l’assillo di tempi che appaiono francamente incongrui per una procedura abbastanza complessa. Vaghezza a partire da una questione di fondo, ovvero l’obbligatorietà o meno per le scuole di formalizzare la propria confluenza nel primo dei due modelli di rete cui le indicazioni fanno riferimento, la cosiddetta “rete di ambito”. Possono farlo o devono farlo? Il quadro di riferimento farebbe propendere per la seconda ipotesi (devono), ma è mai possibile che non sia il Ministero a mettere immediatamente in chiaro una questione del genere?
Per le reti cosiddette “di scopo” viene da pensare esattamente l’opposto (cioè che si tratti di una scelta discrezionale di ogni istituto, in quanto la comune condivisione di progetti non può che essere legata all’esercizio dell’autonomia di ciascuna delle scuole confluenti), ma anche in questo caso occorre affidarsi alle proprie deduzioni, perché le carte ministeriali nulla dicono di esplicito.
Poniamo allora che le reti di ambito siano una scelta vincolante per tutti: quale la procedura della loro costituzione? Procedendo anche in questo caso per deduzione, il direttore regionale, cui spetta promuovere l’operazione, dovrà da qui a fine mese riunire tutti i dirigenti scolastici ambito per ambito e avviare formalmente il percorso di costituzione, che saranno gli stessi dirigenti scolastici – notoriamente senza troppi impegni in questa fase dell’anno scolastico! - a concludere con la sottoscrizione dell’atto di confluenza. Non senza aver prima acquisito un’apposita deliberazione del proprio Consiglio d’Istituto.
Tempi distesi, come si vede, che ci si chiede come possano favorire una discussione all’altezza del valore e del significato che l’operazione dovrebbe avere. Spiace vedere una qualificata esperienza come quella delle reti, già attuata da tante nostre scuole, ridotta a un banale adempimento burocratico, fatto di decisioni precostituite che concedono alla tanto conclamata autonomia delle istituzioni scolastiche un’unica grande opportunità: quella di rispettare i tempi. Si può chiamare buona questa scuola?
Quanto alle implicazioni, numerose e non banali, che la costituzione delle reti presenta, nell’immediato e in prospettiva, sul versante della gestione del personale, va da sé che si tratta di questione sulla quale riteniamo del tutto inaccettabili comportamenti che eludano un doveroso confronto con i sindacati.
Roma, 9 giugno 2016
Maddalena Gissi, segretaria generale Cisl Scuola