Un “anticipo” degli “anticipi”? NO GRAZIE!
L'articolo di Francesco Scrima, Segretario Generale CISL Scuola, pubblicato sul numero di martedì scorso, 27 febbraio, di "Italia Oggi", concernente la ventilata istituzione di cosiddette "sezioni-primavera" (frequenza di bambini di 24-36 mesi) nella scuola dell'infanzia.
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Apprendiamo dalla stampa nazionale che circa 20.000 bambini di età compresa tra i due e i tre anni potrebbero trovare accoglienza nelle cosiddette "sezioni-primavera" che dovrebbero essere istituite dagli Enti Locali che ne hanno competenza istituzionale, di concerto con i ministeri della famiglia, della solidarietà sociale, delle pari opportunità e del Ministero della Pubblica Istruzione che del problema si è fatto carico.
Pur riconoscendo che l'assenza di servizi all'infanzia da 3 mesi ai tre anni, rappresenta per il nostro paese una vera emergenza sociale, ancora una volta dobbiamo ribadire la nostra ferma contrarietà di merito e di metodo ad un'operazione che intende scaricare sulla scuola dell'infanzia un problema di natura meramente socio-assistenziale, stravolgendone identità e finalità.
Nel merito: se il comma 630 della Finanziaria ha abrogato l'anticipo morattiano, di 6 mesi, perché - e con quale coerenza - ci si ostina ora a riproporlo attraverso le "sezioni primavera" (24-36 mesi) portandolo addirittura a 12 mesi?
Nel metodo: se si tratta di un progetto di innovazione ordinamentale, questo non può essere gestito "clandestinamente" tra MPI e Regioni, bypassando il CNPI quale soggetto istituzionale di rappresentanza della scuola e investito in materia di parere obbligatorio anche se non vincolante.
E' fuor di dubbio che la competenza sulla fascia d'età 0-3 anni è sicuramente degli Enti Locali e sono questi a dover provvedere alla fase istitutiva e a quella finanziaria e gestionale.
Il Ministero della Pubblica Istruzione dovrebbe, invece, occuparsi prioritariamente di applicare le norme legislative ed amministrative che lo vedono responsabile: parliamo, in particolare, della generalizzazione della Scuola dell'infanzia su tutto il nostro territorio.
A nessuno, infatti, sfugge la carenza non soltanto di asili nido ma anche di scuole dell'infanzia in alcune realtà regionali che rendono precarie e difficili le condizioni sociali delle famiglie e che, a nostro avviso, alimentano successivamente i tassi di dispersione scolastica così alti.
Riteniamo, infatti, che la dispersione si combatte iniziando proprio dalla scuola dell'infanzia.
Se poi, l'intento del MPI è quello di procedere ad una modifica strutturale e non soltanto ordinamentale della Scuola dell'Infanzia, alle nostre perplessità si aggiungerebbe la nostra forte opposizione, già in più occasioni manifestata.
Da sempre abbiamo ribadito come questa Scuola, e parliamo di Scuola e non di "servizi", si è conquistata sul campo il suo "bollino blu" di qualità e questa "asilizzazione" la priverebbe del suo ruolo didattico e pedagogico necessario alla formulazione dei processi di apprendimento dei bambini.
Se questo non è, se cioè le sezioni sperimentali sono servizi, come viene del resto ribadito nella stessa finanziaria, come può il Ministero utilizzare personale della pubblica istruzione? Verrà forse dato in prestito agli Enti Locali?
Troppi gli interrogativi da chiarire e troppo alta la posta in gioco; altrettanto alte saranno la nostra attenzione e la nostra vigilanza!
Francesco Scrima, Segretario Generale CISL Scuola