Scatti, a ciascuno il suo. Ora la politica faccia un altro passo
La questione del recupero delle somme già pagate per gli scatti di anzianità si è chiusa come da noi chiesto fin da subito, col ritiro di un provvedimento iniquo e insensato. Ed è subito scattata, inevitabile, la corsa a intestarsi il merito della soluzione di un problema che non avrebbe nemmeno dovuto porsi.
Ai tanti - ma verrebbe da dire “ai tutti” - che si sono stracciati in queste ore le vesti per quanto stava accadendo, vorremmo ricordare che la questione scatti è aperta dal 2010; che da allora sono cambiati tre governi e quattro maggioranze parlamentari, ma che il rimedio ai danni prodotti da norme di legge fortemente penalizzanti per chi lavora nella scuola è venuto solo grazie all’iniziativa costante e determinata condotta sul piano sindacale da alcune organizzazioni e di cui la Cisl è stata forte protagonista.
È grazie a quella azione, è grazie alle intese cercate e sottoscritte con ministri e governi diversi – mentre altri rimanevano in attesa di auspicate e mai realizzate soluzioni "radicali" sul piano legislativo - che il blocco delle anzianità, inizialmente previsto per tre anni, si è ridotto a uno solo; è solo grazie alla determinazione di alcune sigle sindacali che anche il terzo anno di quel blocco potrà essere recuperato, con un accordo per cui ci sono già oggi i presupposti.
Se le forze politiche, una volta tanto capaci di esprimersi con lodevole coralità, avessero ora voglia di mostrarsi coerenti con le parole spese e dare un concreto segnale di attenzione alla scuola e a chi ci lavora, hanno il modo di farlo: cancellino la norma che nell’ottobre dell’anno scorso ha aggiunto un altro anno, il 2013, a quelli “sterilizzati” dal governo Berlusconi nel 2010, determinando il pasticcio poi evitato in extremis dal Governo. Ci risparmieranno la fatica che fino a oggi ha gravato interamente sulle spalle di chi, come noi, pratica un sindacalismo concreto e serio, non ossessionato dalla ricerca del clamore mediatico ma intento a farsi carico quotidianamente della ricerca di soluzioni ai problemi dei lavoratori che rappresenta. Problemi che una politica più lungimirante e un’amministrazione più attenta spesso potrebbero evitarci.