Scuola deturpata. Arriva retake "il nostro murale"
Azioni collettive cittadine per intervenire sulle criticità del tessuto urbano, dei luoghi in cui si svolge la vita della comunità, in una logica che unisce coscienza civica, volontà di partecipazione attiva e spirito si servizio. Un esempio di come possa essere inteso e praticato il concetto di "bene comune" (Silvia Dipinto, La Repubblica - Bari, 18 dicembre 2018)
Una sirena azzurra dai lunghi capelli mette in salvo una barca con bimbi migranti. Naviga verso un porto sicuro: forse una scuola, magari quel plesso il cui muro ospita il disegno. I naufraghi i scappano dai tentacoli di una piovra cattiva, a rappresentare le insidie del momento storico in cui viviamo. Il messaggio di speranza è affidato ai colori dei gessetti. Strumento soggetto ai capricci del meteo, come non vuole essere l'appello lanciato dagli attivisti di Retake. «Dopo mesi di richieste e raccolta di averi, possiamo finalmente annunciare la nostra prima grande opera — spiegano dal movimento —. A primavera sui muri esterni della scuola Mazzini Modugno, che abbiamo ripulito dalle scritte vandaliche, potremo realizzare un bellissimo murale con colori acrilici delebili. Uno scudo contro il vandalismo, un faro sempre acceso sui temi dell'accoglienza e della fratellanza». La chiamata alle arti è già cominciata e coinvolge altre associazioni, a partire da "Le zanzare". Parteciperanno alla grande festa i residenti di via Fornari e di piazzetta dei Frati Cappuccini. A sponsorizzare l'intervento sarà Bosch, che fornirà i materiali e coinvolgerà i suoi dipendenti. Per portare a casa il risultato ci sono voluti mesi di trattative e una decina di documenti che testimoniano il fitto scambio tra Fabrizio Milone, uno dei fondatori di Retake Bari, e gli uffici comunali, nell'ordine Lavori pubblici, Scuola, Cultura e Patrimonio. Ingegnere di professione e difensore del decoro urbano per vocazione, Milone aggiorna il profilo Facebook del movimento con le imprese quotidiane, dalle olimpiadi della civiltà al recupero del lascito Garofalo di Palese e della scuola Balilla di Madonnella. La storia d'amore con la Mazzini Modugno, a pochi passi dall'ateneo, è cominciata la scorsa estate, quando armati di idropulitrice e gel antigraffiti i volontari hanno ripulito 25 metri di muro autofinanziandosi.
Rimosse tutte le scritte, è stato lasciato il "throw up" di un writer barese, «in segno dialogo – dicono gli attivisti che nei confronti di una forma di creatività che non sempre condividiamo». Fabrizio Milone cita la teoria delle finestre rotte e l'urbanismo "tattico", per raccontare come la pulizia del muro abbia innescato un processo virtuoso. I residenti dei palazzi che si affacciano su via Fornari hanno risistemato un angolo degradato, diventato rifugio di tossicodipendenti. Lo slancio propositivo ha raggiunto Giovanni Fornarelli, che da febbraio è titolare del bar di fronte alla scuola e che – da artista – ha contribuito a realizzare all'attuale murale coi gessetti. Per realizzare il nuovo disegno immaginato da Giuseppe D'Asta ha dato disponibilità anche Bosch. «Si chiama Social team buildin ed è un modo per i privati di partecipare ad azioni collettive cittadine», è la soddisfazione di Milone. Nello specifico Bosch finanzierà l'acquisto dei materiali e coinvolgerà una trentina di dipendenti, che sistemeranno la parete esterna della scuola attorno al murale. Cambiare la percezione dei luoghi per migliorarne la fruizione e la vivibilità: dietro ogni flash mob, ogni azione estemporanea, c'è la voglia di spostare la prima pedina che muoverà tutte le altre con effetto domino. «Ci piacerebbe ricavare da questa esperienza un protocollo, a disposizione di chiunque voglia replicarla», è l'auspicio di Milone.
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