Una bussola per la nostra scuola
La passione con cui le “maestre d’Italia” sopperiscono alla carenza di risorse che affligge la nostra scuola distinguendola, in negativo, rispetto a quella di altri Paesi europei; il disagio che nasce dall’assenza di un modello che “c’era una volta”, per la scuola primaria, ma che è stato liquidato in fretta e furia in nome di malintese esigenze di risparmio, lasciando la scuola “provata, confusa e senza bussola”. Ancorata alla concretezza di un vissuto professionale che oscilla tra forti motivazioni e un generale disorientamento è anche la riflessione sulle indicazioni per il curricolo, varate nel 2007 e immesse in un percorso di “verifica sul campo” ancora in attesa di trovare una conclusione. Sono i temi su cui si sofferma Italo Fiorin nei tre editoriali di Scuola Italiana Moderna (febbraio, marzo, aprile 2012) di cui proponiamo la lettura.
Alla valutazione degli alunni, una valutazione che ogni anno accompagna il congedo dalle attività scolastiche, è dedicato l'editoriale del numero di maggio; valutare, scrive Fiorin, signifca prima di tutto "attribuire valore". Di questo tipo di valutazione - è la conclusione - gli alunni sono affamati".
Non tenere la realtà fuori dalla scuola, ma al contrario riconoscere il legame che la scuola ha con la vita e fare di questo legame un punto di forza. E' il tema dell'editoriale del numero di giugno, in cui l'autore si chiede in che modo gli strumenti culturali della scuola vengono insegnati e utilizzati per esercitare una cittadinanza attiva, responsabile, al servizio del bene comune; in che modo le competenze possono essere messe autenticamente alla prova, in funzione sociale.