Mistero e naufragio. In morte di Lucio Magri
"Tante le domande: perché un uomo dalla vita brillante e compiuta nella militanza politica e nel lavoro intellettuale, fortunato di affetti e di amori vissuti, circondato da amici che fino all’ultimo hanno tentato di dissuaderlo fornendogli prove e argomenti che lo convincessero della bontà e utilità della sua esistenza, decide che la vita non è più degna di essere vissuta, che il filo dei giorni può essere reciso".
Una riflessione di Leonarda Tola (ex insegnante ed ex dirigente scolastico, ora in pensione, vicedirettore di "Libertà", il periodico dell'Arcidiocesi di Sassari ) attorno alla morte di Lucio Magri (*).
(*) Giornalista e uomo politico (1932-2011). Iscritto al Partito Comunista Italiano, nel 1969 - dopo lo shock dell'invasione sovietica della Cecoslovacchia e in dissenso con la posizione del PCI - è tra gli animatori del gruppo (con Rossana Rossanda, Luigi Pintor, Aldo Natoli, Valentino Parlato, Luciana Castellina) che dà vita alla rivista "il Manifesto", da lui diretta. Ciò gli vale la radiazione dal partito. Nel 1971 partecipa insieme agli altri alla trasformazione della rivista nel quotidiano ancora esistente. Successivamente si distanzia dal gruppo, fondando nel 1974 il PdUP, di cui è segretario.
Nel 1984 riconfluisce con tutto il PdUP nel PCI. Al momento della trasformazione del PCI in PDS (1991) decide di aderire a Rifondazione Comunista, fondando una corrente interna la cui struttura ricorda il gruppo dirigente del vecchio PdUP. Nel 1995 la sua corrente lascia il partito per costituire il Movimento dei Comunisti Unitari, su una posizione di appoggio del governo Dini.
Successivamente il Movimento appare tra le forze fondatrici dei Democratici di Sinistra (DS), svolta alla quale Magri non aderisce, preferendo tornare a scrivere per "il Manifesto".
Nel 2009 ha pubblicato Il sarto di Ulm. Una possibile storia del PCI (il Saggiatore, Milano), un tentativo di ripercorrere la storia del Partito Comunista in Italia e nel mondo nella seconda metà del '900, mettendo in evidenza i tanti punti di biforcazione che, se attraversati diversamente avrebbero potuto far approdare a un esito ben diverso dall'attuale.
Il 28 novembre 2011, all'età di 79 anni, depresso per la scomparsa della moglie Mara, si reca in Svizzera e - malgrado i tentativi di dissuasione degli amici più cari - sceglie di andare avanti con il suicidio assistito. È sepolto (a fianco della moglie) nel cimitero di Recanati.
- Files:
- cislscuola_tola_1.pdf43 K