Integrare senza sensi di colpa
"In ogni società vi è una cultura dominante, cioè quella che determina il quadro delle regole generali. Regole che – va sottolineato con forza – anche nel caso delle attuali società democratiche, direi anzi soprattutto in queste, non sono mai neutre, quindi condivisibili (e perciò osservabili) da tutti senza problemi. Esse, invece, rappresentano e tutelano sempre determinati modelli di vita, determinati valori, frutto di una determinata storia, specialmente religiosa. Bisogna quindi avere il coraggio di dirlo e soprattutto di farlo capire a chi viene tra noi". Così Ernesto Galli Della Loggia (Corriere della Sera, 9 gennaio 2016) interviene nel dibattito in tema di integrazione e accoglienza che le violenze del capodanno 2016 a Colonia rendono ancor più acceso e complesso, e lo fa ponendosi in esplicito contrasto con l'idea - e la prassi - di un indistinto multiculturalismo, in virtù del quale sarebbe da ritenere sempre possibile, e senza problemi, la convivenza fra culture diverse. A partire da questa consapevolezza vanno impostate, secondo Galli Della Loggia, politiche di integrazione nelle quali sia chiaro a tutti ciò che i paesi ospitanti devono offrire e ciò che devono pretendere.
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