Grazie Presidente Mattarella. Il Governo non può continuare ad ignorare la Ricerca
In occasione della Giornata della ricerca italiana nel mondo il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è tornato a ricordare l’importanza della ricerca affermando "Gli innovatori italiani del nostro tempo contribuiscono con passione, tenacia e spirito di responsabilità al benessere del Paese e alla sua competitività. I loro talenti meritano di essere sostenuti da un adeguato livello di investimenti in ricerca, che sono investimenti nel nostro stesso avvenire oltre che veri e propri moltiplicatori di ricchezza per assicurare alle giovani generazioni un futuro più prospero e più sostenibile". Il Capo dello Stato ha anche aggiunto "L'Italia è oggi tra i primi paesi per numero di pubblicazioni scientifiche e i suoi scienziati sono coinvolti nei maggiori esperimenti internazionali e ciò si deve anche alla solidità del sistema della ricerca, dell'innovazione e dell'alta formazione. Dai moduli pressurizzati della Stazione Spaziale Internazionale alle esplorazioni nei mari e nei laboratori sotterranei, dall'impegno nell'International Thermonuclear Experimental Reactor agli istituti di ricerca, ricovero e cura sanitaria, gli innovatori italiani del nostro tempo contribuiscono con passione, tenacia ‘importanza della e spirito di responsabilità al benessere del Paese e alla sua competitività’”.
Siamo davvero grati al Presidente Mattarella anche per la preziosa attenzione che presta al mondo della Ricerca.
Per contro dobbiamo rilevare come gli investimenti in ricerca del Paese negli anni siano costantemente diminuiti. Lo stesso tema della ricerca sembra essere scomparso dall’agenda del Governo. Infatti oltre agli scarsi finanziamenti non si riscontra alcuna attenzione ai tanti precari della ricerca, ai percorsi di reclutamento, alla necessità di valorizzare le eccellenze e le professionalità che la ricerca italiana esprime. Risulta assente l’idea di un Sistema ricerca, che nella moderna società della conoscenza, è essenziale per lo sviluppo. Ne è la testimonianza la fotografia della Ricerca pubblica extrauniversitaria che descrive un sistema frammentato, 22 enti vigilati da 7 diversi ministeri, settori di ricerca collocati in ambiti impropri con difficoltà che rendono ancor più difficile mantenere l’efficienza e la competitività del settore.
Riteniamo, invece, che non sia più rinviabile la definizione di un programma, da parte del Governo, che consenta di dispiegare le potenzialità che la ricerca del Paese esprime.
In questa direzione la FIR CISL continuerà a muovere la propria iniziativa anche nell’ambito della mobilitazione unitaria del Comparto Istruzione e Ricerca.
(Roma, 16 aprile 2019)
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