Concorso dirigenti scolastici in Lombardia, astratti principi e concrete fatiche
L’ipotesi di un possibile annullamento del concorso a dirigente scolastico svoltosi in Lombardia, che prende corpo dopo la decisione del Consiglio di Stato di negare la sospensiva rispetto alla sentenza di illegittimità pronunciata dal Tar, suscita preoccupazione e sconcerto.
È di tutta evidenza che in nome di un principio in sé indiscutibile, quello dell’anonimato degli elaborati da correggere, “astrattamente” violato a causa dell’eccessiva trasparenza delle buste che li contenevano, rischia di vanificarsi la “concreta” fatica con cui centinaia di candidati avevano completato l’impegnativo percorso di una lunga e difficile procedura selettiva.
Mai come in queste circostanze si coglie il senso dell’antica massima “summum ius, summa iniuria”.
È assai poco probabile che il difetto denunciato dai ricorrenti e obiettivamente rilevato dai giudici abbia potuto davvero condizionare l’operato degli esaminatori, ma tanto basta a mandare in fumo i meriti di quanti si vedono oggi preclusa la possibilità di raccogliere il frutto del proprio impegno.
Certo, sono enormi i disagi che la vicenda potrebbe determinare per le tante scuole prive di dirigente, o per le reggenze plurime cui sarebbero costretti gli attuali titolari, il tutto a scapito della qualità del servizio.
Ma il danno più pesante resta certamente quello che potrebbero patire i diretti interessati, mentre si rischia un’ulteriore caduta di credibilità per prove selettive che richiederebbero massima attenzione e cura e invece sono gestite troppo spesso in modo superficiale e approssimativo, consegnando fatalmente alle aule dei tribunali il loro esito.
Roma, 30 agosto 2012
Francesco Scrima, segretario generale CISL Scuola
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