Esami che non finiscono mai
Il mese che abbiamo appena lasciato alle nostre spalle è stato particolarmente impegnativo. Lo è stato per le nostre strutture territoriali, chiamate come ogni anno a fornire assistenza e consulenza per le domande di mobilità, da sempre uno dei momenti nei quali si fanno più pressanti le richieste di informazioni e consigli da parte di lavoratrici e lavoratori, alle prese con procedure che, per quanto note e ricorrenti, sono sempre di una certa complessità.
Ricordo bene, avendola tante volte provata negli anni del mio impegno sul territorio, la fatica che comporta un’attività di consulenza nella quale non c’è soltanto la necessità di rispondere con esattezza e precisione a infinite domande, il che presuppone una conoscenza approfondita e aggiornata di tutte le disposizioni contenute nel contratto e nell’ordinanza, e delle complesse procedure che regolano i movimenti: chi si rivolge per avere assistenza nel compilare la domanda di trasferimento, chiede soprattutto di essere aiutato a fare la scelta più opportuna. Si fida e si affida, ed è praticamente impossibile non sentirsi, per questo, caricati ogni volta di una grande responsabilità. Avrò dato il consiglio giusto? Avrò indicato la sequenza migliore per le preferenze? Avrò per caso dimenticato qualche titolo di preferenza? Sono domande che ogni sindacalista si ritrova a ripetere a se stesso alla fine di ogni giornata, non a caso le chat dei nostri operatori non conoscono praticamente orario: la loro vivacità, anzi, tende ad aumentare proprio quando le porte degli uffici si sono chiuse.
È comunque un’esperienza, quella che l’organizzazione vive in questi momenti, utile a farci cogliere pienamente il senso del nostro lavoro, nel quale il rapporto diretto con le persone, con i loro problemi e le loro esigenze, rimane un aspetto fondamentale. Altre volte l’ho definito un antidoto alla burocratizzazione, rischio sempre in agguato per chi agisce nell’ambito di una struttura come il sindacato, la cui complessità richiede necessariamente un robusto assetto organizzativo.
Un grande impegno ha comportato anche la nostra partecipazione a Didacta Italia 2024, che ci ha visti presenti a Firenze dal 20 al 22 marzo con uno stand allestito nel padiglione Spadolini della Fortezza da Basso, animato per tre giorni dal succedersi di eventi nei quali diverse scuole, appartenenti a differenti aree territoriali, hanno portato la testimonianza di come sia possibile, nel concreto e quotidiano svolgersi della loro attività didattica, favorire condizioni di ben-essere che sono anche un presupposto importante per un’offerta formativa di qualità.
Quali sono le ragioni che ci hanno indotto a porre il tema del ben-essere al centro della nostra attenzione lo spiega il primo numero del 2024 della rivista Scuola e formazione web, alla cui lettura rimando, anche per capire il senso di un “trattino” che vuol suggerire da subito una precisa chiave di lettura.
Anche le giornate di Firenze, per noi un’esperienza nuova affrontata con entusiasmo, ma anche con qualche trepidazione, sono state faticose, ma abbiamo capito subito che sarebbe stata una fatica ben spesa.
Non è mai tempo perso quello che un sindacato impiega per conoscere, aggiornarsi, stare al passo con le innovazioni, cogliendone le potenzialità in modo da poter guidare e orientare il cambiamento, evitando di rimanere soltanto esposto a subirne gli inevitabili condizionamenti.
Fra le pagine del nostro sito, quelle appositamente dedicate a Didacta mettono a disposizione di tutti la registrazione delle undici iniziative (due in sala grande, nove nel nostro stand) che la CISL Scuola ha promosso nelle giornate di presenza a Firenze. Immagini che potranno restituire solo in parte il clima di attenzione e di intensa partecipazione che per tre giorni si è respirato in Fiera, in generale e non soltanto negli spazi da noi gestiti. Un clima nel quale emerge in modo evidente come un sistema che promuove e genera sapere sia una risorsa formidabile, di cui dovremmo avere tutti più consapevolezza.
I due ambiti di impegno cui ho fatto fin qui riferimento (quello del rapporto di contatto e di servizio con le persone, quello dell’attenzione ai processi di sostegno all’innovazione e alla crescita di qualità del sistema) si riflettono anche nel lavoro che ci attende in questo mese di aprile, per arrivare nel modo migliore al voto per il rinnovo del CSPI, che ci vede in campo con le nostre candidature per ognuna delle componenti in cui si articola il Consiglio Superiore. È rimesso alle competenze del CSPI, infatti, l’esame (al quale segue l’espressione di un parere) su provvedimenti di varia natura che possono riguardare sia gli interventi normativi che hanno ricadute sul sistema scolastico, sia quelli che incidono più o meno direttamente sulle condizioni di lavoro del personale.
Un sindacato con solide radici, date dall’ampiezza dei consensi che raccoglie e dal suo essere in costante e diretta relazione con le persone di cui esprime la rappresentanza, può dare in quel contesto un valido apporto: per esperienza e conoscenza dei problemi, per attitudine al confronto, per capacità di elaborazione e qualità di proposta. Tenendo sempre ben presente, come la CISL Scuola ha sempre fatto, che il CSPI, per sua natura, opera su un piano diverso da quello delle relazioni sindacali: un piano diverso e distinto, che tale deve rimanere. Una distinzione che la CISL Scuola ha sempre rispettato e intende continuare a rispettare, sostenuta in questo da una visione improntata al riconoscimento del pluralismo come valore e al primato del dialogo.
Il voto è previsto il 7 maggio, ma si concentrerà soprattutto in aprile, e da subito, il lavoro necessario per assicurare alle nostre liste e alle nostre candidature il massimo consenso.
Nelle prossime settimane saremo in campo tutte e tutti, dalla segreteria nazionale alle strutture territoriali, per quello che potremmo definire, con Eduardo, solo l’ennesimo degli esami che non finiscono mai.
Contiamo sulla nostra preparazione per superarlo, anche questa volta, a pieni voti.