Partecipazione come prassi didattica estesa
L'esperienza dell'IIS G. Giorgi di Milano
Un ponte tra centro e periferia: contesto e utenza dell’Istituto
L’IIS “Giovanni Giorgi” ha la sua sede storica in Viale Liguria 19, nel Municipio 6 di Milano. Si tratta di un’area semicentrale a sud-ovest della città, che comprende quartieri dalla fisionomia molto diversa: da Porta Genova, area fortemente commerciale e orientata al terziario, al Giambellino e al Lorenteggio, zone in cui invece prevale un tessuto sociale più complesso, ricco di varietà nella stratificazione socio-economica ed etnica.
Il bacino di utenza del Giorgi è tuttavia ben più esteso in quanto raccoglie iscritti provenienti da comuni limitrofi o anche più lontani.
Ancora più ampia la provenienza degli iscritti ai corsi IdA (ex corsi serali): in questo caso, il nostro Istituto serve un territorio che di fatto copre l’intera città metropolitana, e non sono rari i casi di studenti residenti fuori provincia.
Il Giorgi vive giornate intense, che iniziano alle 7,45, quando cominciano ad affluire i ragazzi e le ragazze del corso diurno, e finiscono alle 22,40, al suono dell’ultima campanella per gli studenti dei corsi di Istruzione degli Adulti (IdA). Sono 14 ore di apertura senza interruzioni, con lezioni al mattino e alla sera rivolte a una platea di circa 1.400 studenti (circa settecento nei corsi diurni e altrettanti nei corsi IDA), e in mezzo sportelli, laboratori, corsi di recupero e potenziamento, attività integrative, progetti: il tutto pensato e organizzato perché ogni studente del Giorgi trovi spazi, modalità, tempi e risorse per sviluppare competenze e talenti.
La partecipazione come prassi didattica estesa
Per le ragioni sopra descritte, il nostro Istituto investe da molti anni energie, tempo e risorse nella costruzione di una cultura della partecipazione che non è rivolta esclusivamente agli studenti con BES certificati ma all’intera popolazione studentesca, secondo il principio del benessere a scuola come diritto di ciascun allievo. Aprire la scuola per più ore al giorno, farla vivere ed abitare dagli studenti, condividere con loro obiettivi educativi, didattici e sociali, promuovere il benessere a scuola come diritto di ciascun allievo, può rivelarsi fondamentale per prevenire malessere, frustrazione e dispersione.
La pandemia, le chiusure, la frequenza in presenza interrotta o intermittente per ben due anni, hanno aggravato le condizioni di fragilità; la ripresa dell’attività scolastica tradizionale ha messo, dunque, la scuola di fronte ad una serie di emergenze non solo didattiche ma soprattutto formative alle quali l’Istituto ha risposto con progetti che promuovessero l’uscita dall’isolamento e la costruzione di rapporti autentici tra pari e non, convinti che la partecipazione attiva dei giovani nei loro processi decisionali incrementi in modo efficace il raggiungimento non solo degli obiettivi didattici prefissati ma anche il controllo critico su altri aspetti della vita quotidiana.
Confronto attivo e inclusivo di tutte le componenti, dunque, allo scopo di promuovere lo spirito di squadra, la collaborazione e il senso di appartenenza, nella certezza che una scuola viva è una scuola partecipata.
Modelli e progetti per una cultura della partecipazione
Potremmo rappresentare la cultura della partecipazione come un ambiente che trae alimento da una doppia spinta propulsiva. La prima spinta deve necessariamente partire dall’alto, ovvero da una progettazione collegiale forte, strutturata e comunicata capillarmente: in questo senso, sono centrali la funzione della FS Inclusione, articolata nelle due aree BES e disabilità, e la modellazione di linee guida e protocolli per la gestione delle singole specificità. La seconda spinta nasce invece dal basso, cioè dall’utenza e dalle famiglie: abbiamo constatato negli anni che l’attenzione ai bisogni individuali, l’apertura di spazi di partecipazione a ascolto e una prassi didattica orientata alla rilevazione e al monitoraggio di necessità specifiche, conducono spontaneamente all’emersione di richieste, proposte e iniziative dal basso che producono effetti positivi a più livelli: l’ampliamento dell’offerta formativa, il coinvolgimento attivo di studenti e famiglie, la diffusa percezione che il Giorgi è un Istituto in cui possono trovare spazio esperienze e attività che, pur essendo di segno diverso, pongono al centro la persona dello studente e il suo processo di crescita, formazione, riflessione su di sé e sul mondo.
Le esperienze, in concreto
Le iniziative nate dal basso sono molte. Quest’anno, ad esempio, abbiamo raccolto da genitori e studenti in Consiglio di Istituto l’esigenza di una riflessione condivisa su alcuni temi e problemi della più stringente attualità (la salute mentale dei giovani, la violenza di genere, la sostenibilità ambientale, le forme di sostegno economico allo studio post-diploma) e su proposta degli stessi abbiamo attivato incontri e seminari specialistici in ore curricolari.
Altre iniziative nate dal basso - su proposta di docenti che hanno aggregato gruppi di studenti - si sono strutturate in progetti che ormai fanno stabilmente parte dell’offerta formativa di Istituto. Tra questi ultimi, i più longevi e di successo in termini di partecipazione e ricaduta didattica sono i laboratori teatrale, musicale e STEM. In tutti e tre i casi, si tratta di attività pomeridiane che si sviluppano lungo tutto l’anno e si concludono con eventi, a volte anche in spazi esterni all’Istituto (spesso, il teatro Barrio’s). Nel caso del laboratorio STEM, il contributo degli studenti allo sviluppo della comunicazione in Istituto, tramite avvisi sui monitor, si è rivelato fondamentale.
Un progetto appena avviato e gestito quasi interamente da studenti è lo sportello aiuto compiti tra pari. Anche in questo caso, si tratta di un bisogno emerso dal basso, di cui si sono fatti portavoce i rappresentanti in Consiglio di Istituto, che hanno peraltro mostrato spiccate doti organizzative nella raccolta delle disponibilità di studenti tutor e nella gestione dei rispettivi calendari. Il numero di adesioni (sia di tutor, sia di utenti dello sportello) è stato notevole, così come precisa e responsabile è la gestione degli spazi assegnati per le attività pomeridiane di aiuto compiti.
Andare a scuola, restare a scuola
La rilevante partecipazione alle attività pomeridiane conferma una volta di più che quando la scuola apre spazi di collaborazione e condivisione, la risposta dell’utenza è positiva e motivata: vedere ragazzi che si trattengono al pomeriggio per studiare con i compagni, fare musica e teatro, progettare la prossima slide da proiettare sui monitor delle comunicazioni, alimenta inclusione, partecipazione e - non ultima - quella bella energia contagiosa che spinge tutti a fare di più e meglio per dare ancora più senso e concretezza alla scuola nella sua etimologia più profonda: uno spazio per vivere insieme in modo libero, creativo e proficuo.
Progetto teatro
Obiettivo fondamentale di questo progetto è fare in modo che gli studenti sentano gli altri, anche se diversi, come una risorsa: i ragazzi imparano velocemente che la buona riuscita di uno spettacolo teatrale è legata al contributo e alla partecipazione di tutti. In tal senso, l’educazione teatrale a scuola si risolve, oltre che nell’acquisizione da parte degli studenti di abilità o competenze artistiche, anche e soprattutto nell’impiego del teatro come strumento pedagogico trasversale, in grado di incidere profondamente, anche tramite la relazione con gli altri, sulla crescita della persona nella sua interezza cognitiva ed emotiva.
Progetto musicalmente
Un momento di integrazione sociale e di integrazione delle diversità attraverso la musica: non solo suonare uno strumento e cantare una canzone, anche ascoltare ed essere ricettivi . La musica diventa, nel nostro Istituto, strumento che promuove l’incontro con l’altro e il lavoro di gruppo, fondamentali per lo sviluppo dell'individuo, delle sue potenzialità e della socialità.
Sportelli aiuto compiti tra pari
Primo passo del progetto è individuare studenti disposti ad assumere il ruolo di attori principali nella realizzazione di attività che, a prima vista, hanno il primario compito di trasmissione di saperi. Si tratta, invece, di un approccio capace di innescare dinamiche di partecipazione attiva degli studenti nell’organizzazione di attività didattiche allo scopo di migliorare le relazioni, la didattica e gli spazi di apprendimento.
Angela Izzuti è dirigente dell'Istituto Giovanni Giorgi di Milano