Donato De Silvestri

Attualità, frontiere e limiti dell’Intelligenza Artificiale

L’intelligenza artificiale (AI o IA) sta diventando una presenza sempre più significativa nella nostra quotidianità e nella vita lavorativa, anche se non sempre ce ne rendiamo conto.
Mi è capitato recentemente di rimanere un po’ ad osservare uno dei robot aspirapolvere che abitano molte delle nostre case. Mia figlia ne ha uno, gli ha dato un nome e, ovviamente consapevole del gioco, ci parla pure. In ogni caso è straordinario osservare le strategie di problem solving che il robot mette in atto per percorrere ogni spazio del pavimento che deve pulire. Non si tratta infatti dell’esecuzione di un algoritmo precostituito, ma dell’“invenzione” di nuovi algoritmi risolutivi in relazione alla situazione che deve affrontare. È questa l’impressionante magia che connota l’AI, ossia il fatto che la “macchina”, diversamente da quelle che ci siamo abituati ad usare tradizionalmente, e mi riferisco anche ad alcuni tra i software più evoluti, non si limita ad eseguire un compito prestabilito un passo dopo l’altro, ma svolge compiti diversi perché, per usare un’espressione che si adopera in contesto scolastico, le è stato insegnato ad imparare. Ma usiamo l’AI anche quando chiediamo un’informazione a SIRI od Alexa ed è sempre l’AI che fa sì che Google fornisca delle risposte personalizzate in relazione al profilo dell’utente. Vi sono filtri anti spam che per proteggere la nostra posta elettronica che usano l’AI, per non parlare di applicazioni più complesse e probabilmente meno vicine all’esperienza dei più come le applicazioni di robotica domestica o di guida assistita dei veicoli.
Ultimamente se ne è parlato molto anche in relazione ad “opere d’arte” generate dall’intelligenza artificiale. Uno dei primi esempi è Edmond de Belamy, che è stato venduto nel 2018 da Christie’s per 432.500 dollari. Già nel 2016, un gruppo di ricercatori dell’Università Autonoma di Madrid ha ideato NeuroCervantes, un algoritmo capace di imitare lo stile di Cervantes. Between the lines, sa inventare trame: basta scrivere la prima e l’ultima riga. Once Upon a Lifetime e Banter Bot sono capaci di generare nuovi personaggi e di raccontare le loro vite. Come un’anima di Cristo è una raccolta di poesie scritte da PoAItry, una forma di AI educata ad esprimere in testo stati emozionali. Ma l’applicazione che più sta impressionando il grande pubblico in questo momento, grazie alla sua disponibilità gratuita, è la Chat GTP, ossia uno strumento in grado di fornire risposte articolate sui più diversi temi.
Per fornirne un esempio ho provato a chiederle delle informazioni su questo argomento. Ecco cosa mi ha risposto.

Cos’è la Chat GTP?
La chat GPT (Generative Pre-trained Transformer) è un modello di intelligenza artificiale sviluppato da OpenAI che è stato addestrato su un vasto corpus di testo in diversi linguaggi. Questo modello è stato addestrato su un'ampia varietà di dati, tra cui testi di libri, articoli di notizie, conversazioni e altro ancora, allo scopo di sviluppare una conoscenza più ampia e profonda del linguaggio naturale. Può essere utilizzata per generare testo in modo autonomo, fornendo risposte a domande e conversando con gli utenti in modo naturale e convincente. Grazie alla sua capacità di elaborare e comprendere il linguaggio naturale, la chat GPT può essere utilizzata in molte applicazioni, come chatbot, assistenti virtuali e molto altro.

Ma cos’è l’intelligenza artificiale?
L'intelligenza artificiale è un ramo dell'informatica che si occupa di sviluppare algoritmi e sistemi software in grado di imitare le capacità cognitive umane, come il ragionamento, la percezione, il linguaggio naturale, la comprensione e l'apprendimento. Il suo obiettivo principale è quello di creare sistemi che possano analizzare dati, apprendere da essi e prendere decisioni autonome in modo simile all'intelligenza umana. Ci sono diverse tecniche utilizzate nell'IA, tra cui:

  • Apprendimento automatico (Machine Learning): è una tecnica che consente ai sistemi di imparare automaticamente dai dati, senza essere esplicitamente programmato.
  • Reti neurali artificiali: sono un tipo di modello di apprendimento automatico che si ispira alla struttura del cervello umano per elaborare informazioni.
  • Algoritmi genetici: sono un tipo di algoritmo di ottimizzazione basato sul principio della selezione naturale e dell'evoluzione biologica.
  • Logica fuzzy: è una tecnica di elaborazione dei dati che consente di gestire l'incertezza e l'ambiguità nei dati.

Si tratta quindi di qualcosa che sta letteralmente impossessandosi di una crescente porzione del nostro vivere, operare, relazionarci, fornendo, come sempre accade per la tecnologia, nuove opportunità e nuovi rischi.
Ho chiesto allora alla chat di illustrarmene alcuni.
Partiamo dalla stessa Chat GTP.

  • Bias: l'IA può essere influenzata dai pregiudizi presenti nei dati di addestramento. Ad esempio, se i dati di addestramento contengono stereotipi di genere o razziali, la Chat GPT potrebbe generare risposte discriminatorie o offensive.
  • Manipolazione: le Chat GPT possono essere utilizzate per diffondere notizie false o manipolate, poiché possono generare testi che sembrano autentici ma che in realtà sono stati creati artificialmente.
  • Privacy: le Chat GPT possono raccogliere dati personali degli utenti durante le conversazioni, come il loro nome, la posizione e le preferenze. Questi dati possono essere utilizzati per scopi di marketing o per altri scopi commerciali.
  • Comprensione errata: le Chat GPT possono generare risposte incomprensibili o fuorvianti a causa della natura ancora imperfetta dell'IA nel comprendere il linguaggio naturale umano.
  • Dipendenza: l'uso eccessivo di Chat GPT potrebbe portare alla dipendenza da questa tecnologia, con la conseguenza che gli utenti potrebbero avere difficoltà a interagire in modo efficace con le persone reali.
  • Etica: le Chat GPT potrebbero essere utilizzate in modo improprio o poco etico, ad esempio per scopi di spamming, truffe o manipolazione di massa.

E ancora l'intelligenza artificiale può essere utilizzata per creare, diffondere e rilevare fake news in diversi modi. Ecco alcuni esempi:

  • Creazione di fake news: produrre notizie false utilizzando tecniche di generazione del linguaggio naturale (NLP). Queste tecniche consentono di creare testi che sembrano autentici, ma che in realtà sono stati generati artificialmente.
  • Diffusione di fake news: diffondere fake news sui social media attraverso account automatizzati, noti come bot. Questi bot possono generare contenuti falsi e diffonderli in modo rapido ed efficace attraverso le piattaforme social.

Nello stesso tempo però l’AI può essere usata per rilevare le fake news sui social e sulle piattaforme online

  • attraverso l'analisi di dati e metadati, come la fonte, la lingua, la geolocalizzazione, il tono e il contenuto della notizia.
  • Verifica delle fonti: verifica della veridicità delle fonti utilizzate nelle notizie, utilizzando tecniche di analisi di dati e di pattern recognition.
  • Previsione delle tendenze: previsione delle tendenze e degli schemi di diffusione delle fake news, aiutando i media e le autorità a prevenirne la diffusione.

(continua)