Nessuna modifica all'OM per le supplenze. Sui titoli conseguiti all'estero il Ministero ipotizza un intervento legislativo
Si è svolta nella serata di martedì 4 aprile, presso il Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione del MiM, la prosecuzione dell’incontro di informativa concernente le possibili modifiche dell’O.M. 112 del 2022 relativa alla costituzione delle GPS per il biennio 2022/23-2023/23. Al centro della discussione i nodi da sciogliere sulla controversa questione dei titoli di specializzazione e abilitazione conseguiti all’estero.
In apertura dell'incontro l’Amministrazione ha fornito una serie di dati dai quali emerge che il numero complessivo delle richieste di riconoscimento caricate in piattaforma è di ben 11.194, delle quali circa l’85% relative al conseguimento del titolo di sostegno, con una marcata eterogeneità nella distribuzione fra le diverse regioni. Si rende pertanto indispensabile, a fronte di un nunmero così elevato, implementare le procedure istruttorie finalizzate al riconoscimento dei titoli conseguiti all'estero: a tal fine si costituirà, attraverso un apposito provvedimento di legge, una struttura specializzata, formata da circa 40 esperti, per far fronte nel più breve tempo possibile a tutte le richieste da esaminare.
Il Ministero, anche tenendo conto delle considerazioni svolte dalla Cisl Scuola, ha assunto la decisione di non apportare modifiche all’ordinanza sulle supplenze, rinviando a una norma di legge la ricerca di una soluzione che possa contemperare gli interessi dei docenti in attesa di riconoscimento del proprio titolo con quelli dei docenti già in possesso di abilitazione o specializzazione ottenute in Italia e già inseriti, o in procinto di esserlo, nelle graduatorie di prima fascia.
L’ipotesi ventilata prevede, per chi ha titoli conseguiti all’estero ed è in attesa del prescritto riconoscimento da parte del Ministero, un inserimento in coda alle graduatorie di prima fascia delle GPS, con possibilità di ottenere solo contratti a tempo determinato. L’inclusione a pieno titolo verrebbe pertanto rinviata al momento in cui si concluderà con esito positivo la procedura di riconoscimento.