"Le sfide da affrontare", a confronto sul cambiamento necessario per rafforzare i livelli di istruzione e competenza
Siamo in pieno inverno demografico: la situazione italiana si segnala, in negativo, nel confronto con gli altri Paesi europei. Un declino della popolazione che sembra inarrestabile, uno squilibrio sempre più accentuato tra fasce giovanili, sempre meno consistenti, e quelle di una popolazione anziana nettamente prevalente. Questo il quadro rappresentato dal demografo Alessandro Rosina nel suo intervento alla tavola rotonda condotta da Paola Guarnieri (Radio 1 RAI) nell'ambito dei lavori del 7° Congresso CISL Scuola su “Le sfide da affrontare”: e non c’è dubbio che quella della denatalità si presenta difficile, anche per l’assenza di politiche di sostegno alla famiglia. Per la scuola, occorre fare in modo che il calo della popolazione scolastica non si traduca in una contrazione di spesa, ma sia colto come opportunità per un investimento qualitativo, favorendo politiche di dimensionamento delle scuole e delle classi funzionali a una maggiore efficacia della didattica.
Sul rischio che perduri una insufficiente attenzione al capitale umano insiste anche Chiara Saraceno, rilanciando la necessità di un riequilibrio del tempo scuola nelle diverse realtà di un Paese nel quale, ad esempio, il tempo pieno si concentra in ben definite aree territoriali ed è totalmente assente in altre. Preoccupa il ritardo che si registra, in termini di apprendimenti e competenze, nelle fasce giovanili, in presenza di tassi insostenibili di abbandono e dispersione scolastica. Anche le risorse stanziate nel PNRR per incrementare la presenza di asili nido rischiano di risultare un investimento mancato per la scarsa sensibilità di amministrazioni locali che continuano a considerarli più una risposta a esigenze lavorative della famiglia che un presidio di contrasto alla povertà educativa, nonostante i ripetuti richiami alla necessità di intervenire sul piano educativo il più precocemente possibile.
Spezza una lancia a favore degli amministratori locali Matteo Ricci, sindaco di Pesaro e vicepresidente dell’ANCI, elogiando il pragmatismo di chi si relaziona direttamente col territorio e col suo reale fabbisogno. Se è vero, osserva che le risorse del PNRR rischiano di rimanere inutilizzate per l’eccessiva macchinosità delle procedure di gestione, è altrettanto presente quello di edificare, come nel caso dei nidi di infanzia, vere e proprie cattedrali nel deserto.
Dal tema del “benessere” (a scuola, in famiglia, nella comunità) prende le mosse l’intervento di Luigino Bruni, che attacca decisamente il mito della competitività come fattore di incentivo all’efficienza: nelle piccole comunità produttive, in cui può rientrare anche la scuola, non si rivela di alcuna utilità, anzi finisce per essere controproducente. Così come la meritocrazia può tradursi nella legittimazione etica delle disuguaglianze. Non sono dunque questi i modelli su cui costruire la risposta al crescente fabbisogno formativo di una società che ha l'esigenza di aumentare il tasso di conoscenza. Accrescere il livello di stima sociale verso gli insegnanti è un’assoluta priorità per innalzare i livelli di efficacia del sistema scolastico, la cui frequenza dovrebbe essere proposta e vissuta più come un diritto che come un obbligo. Per Ivana Barbacci, segretaria generale aggiunta della CISL Scuola, occorre passare quanto prima dalle analisi, di cui vi è ormai sovrabbondanza, alle proposte e alle risposte. Saldare gli interessi di chi lavora nella scuola con quelli della sua utenza è la via per costruire sulle scelte di investimento in istruzione solide basi di consenso nella società.