"Comprendere la scuola oggi", anticipati da Nando Pagnoncelli gli esiti di un'indagine realizzata da IPSOS per CISL Scuola.
Critici verso un sistema afflitto da mille problemi, ma tutto sommato soddisfatti della propria scuola, o di quella frequentata dal proprio figlio. Provati dall’emergenza pandemica e dalle misure di contrasto al contagio, percepita comunque come un’occasione di crescita professionale. Soddisfatti del proprio lavoro, anche se lo si considera scarsamente retribuito. La burocrazia eccessiva come principale fattore problematico per i dirigenti, mentre per i docenti lo sono anche l’eccessivo numero di alunni e la scarsa collaborazione delle famiglie. Si avverte, da parte di insegnanti e dirigenti, un forte bisogno di formazione. Sono alcuni degli aspetti che emergono dalla ricerca “Comprendere la scuola oggi”, realizzata per conto della CISL Scuola dall’IPSOS e di cui il Presidente dell’istituto di ricerca, Nando Pagnoncelli, ha fornito alcune anticipazioni intervenendo ai lavori del 7° Congresso Nazionale, in corso al Palacongressi di Riccione. Tre gli ambiti tematici della ricerca (La scuola come ambiente di lavoro e di formazione; Il patto educativo: clima e stato delle relazioni dentro il mondo della scuola; la scuola al tempo del coronavirus), rivolta a un campione rappresentativo di insegnanti, dirigenti e genitori, con uno spazio specifico per gli iscritti alla CISL Scuola. Gli spunti offerti dalle anticipazioni di Pagnoncelli sono stati oggetto di un dialogo cui hanno preso parte Giovanni Floris, giornalista di La 7, il presidente dell’Invalsi Roberto Ricci e il direttore di Skuola.Net Daniele Grassucci. Filo conduttore del ragionamento, su cui hanno finito per convergere tutti gli interventi, come dare centralità al ruolo della scuola, che per Giovanni Floris rimane una delle istituzioni su cui il Paese può contare di più, anche se non è avvertita come dovrebbe nel Paese l’importanza della cultura come risorsa ed è urgente una “riscossa della competenza” in una società che tende pericolosamente a livellarsi in basso. Roberto Ricci ha voluto ribadire l’impegno dell’Invalsi al servizio di una scuola che contrasti con più efficacia dispersione e abbandoni. Non è accettabile, ha sottolineato, un tasso di assenteismo degli studenti che in alcune realtà raggiunge livelli intollerabili. Fondamentale ridare alla scuola il suo ruolo di ascensore sociale, afferma Ricci, anche se non va dimenticato che con la scolarizzazione di massa all’ascensore serve molta più forza per funzionare efficacemente. Una forza, gli ha fatto eco Daniele Grassucci, che è data principalmente dal livello di competenza dei docenti. Non basta la passione a sostenere il loro lavoro, ha detto, servono supporti alla preparazione in un’ottica di sistema che preveda anche stimoli a migliorare e rendere più gratificante il proprio percorso professionale. A Giovanni Floris, la segretaria generale Maddalena Gissi ha posto anche l’esigenza di un ruolo più attivo del mondo dell’informazione perché venga favorita una conoscenza meno superficiale del mondo della scuola, non focalizzata solo sulle criticità e sui difetti ma attenta a quanto di positivo ogni giorno vi si realizza per l’intera comunità sociale. I dati definitivi della ricerca, di cui si sta completando l’elaborazione, saranno oggetto di una presentazione più ampia in programma il 28 marzo, che sarà diffusa in streaming e che vedrà la presenza di esperti del settore, a confronto sugli esiti di un lavoro utile certamente al sindacato per definire la sua linea d’azione nell’immediato futuro, anche in vista del rinnovo contrattuale, ma di notevole interesse per una riflessione estesa in senso più generale sul mondo della scuola nel suo rapporto con la società.