Quello sciopero che non ha riscosso consenso

06.05.2011 18:05
Categoria: Comunicati Stampa

Non siamo soliti commentare i dati di adesione agli scioperi proclamati da altri, ed è fuori discussione il massimo rispetto  che si deve a chi abbia ritenuto di parteciparvi, esercitando un diritto sacrosanto. Quando però il numero dei non aderenti supera così nettamente quello di chi ha scioperato (85% contro 15%) al di là dei giudizi si impone una riflessione, che presuppone il riconoscimento della piena dignità di entrambe le scelte, comunque meritevoli di rispetto.

Si tratta infatti, in ogni caso, di lavoratori che con i loro comportamenti ci danno segnali e messaggi che abbiamo tutto l’interesse, oltre che il dovere, di ascoltare e interpretare.

Non c’è dubbio che il disagio e le attese non corrisposte della nostra categoria, i lavoratori della scuola, sono molto ma molto più estesi di quanto non dimostri la percentuale di scioperanti, addirittura inferiore alla rappresentatività attribuita al sindacato che quello sciopero ha promosso.

Non è però disinteresse, né apatia, quella che traspare da comportamenti tradotti in cifre inequivocabili: vi si legge, piuttosto, che rispetto ai problemi e alle attese di una loro soluzione lo strumento proposto, se gestito in questo modo, non è percepito dai lavoratori come utile.

Né si rivela sufficiente, per suscitare adesioni, caricare fortemente lo sciopero di motivazioni politiche, come si è fatto in modo così clamoroso: si vedano, ad esempio, i dati della Puglia, dove anche chi ha presumibilmente concorso a eleggere il più antigovernativo dei Governatori pare abbia dato una risposta appena percettibile (tra il 5 e i 6%).

C’è davvero da riflettere, per tutti. Per quanto ci riguarda, noi troviamo una ragione in più per continuare a seguire la via di un’azione sindacale autonoma, concreta, che punta ai risultati e non a sterili, e in questo caso non riuscite, dimostrazioni di forza.

Roma, 6 maggio 2011

Francesco Scrima, Segretario Generale CISL Scuola