Scuola come luogo dell'insegnare e dell'apprendere insieme

14.11.2012 18:45
Categoria: Comunicati Stampa

Guardare indietro per camminare in avanti. Con una punta di apparente paradosso Marco Orsi, dirigente scolastico, ha illustrato i punti salienti del progetto di cui è promotore e coordinatore, “Scuola senza zaino per una scuola comunità”, che coinvolge una rete di settantasei scuole, prevalentemente della Toscana. Lo sguardo indietro è quello rivolto ai grandi pedagogisti del passato, che hanno ancora molto da insegnare alla nostra scuola e ai quali continuano a ispirarsi molte delle innovazioni più interessanti in ambito europeo. Ripensare la scuola alla luce di tre fattori essenziali: ospitalità, responsabilità, comunità. Una scuola concreta, viva e vera, fisicamente individuabile nel luogo in cui si realizzano l’insegnamento e l’apprendimento, ripensato per una didattica fondata sul coinvolgimento responsabile e la personalizzazione dei percorsi. L’invito è a superare l’eccesso di individualismo professionale che ancora connota la scuola italiana; il modello cui guardare è quello delle piccole scuole, che diano la dimensione concreta della comunità di insegnamento e apprendimento. Una proposta che può reggere anche in un contesto di dimensionamento “a grandi numeri”, purchè l’attenzione si focalizzi non tanto sull’istituto, quanto sul singolo plesso scolastico.

Che sia essenziale promuovere la dimensione collegiale nella programmazione del lavoro scolastico e nella sua gestione è anche la tesi di Annamaria Ajello, docente di psicologia dello sviluppo alla Sapienza di Roma, che richiama pure la necessità di una cultura della valutazione come strumento condiviso di verifica e miglioramento del lavoro. In partenza, la consapevolezza che la scuola debba orientarsi alla formazione di competenze, da intendersi non come “sapere applicato”, ma come “sapere pienamente conseguito”. In questo senso il concetto di “competenza” si pone in antitesi a quella cultura del “minimo indispensabile” che troppo spesso segna l’esperienza scolastica dei ragazzi. L’essere umano è per sua natura “apprendista”, se collocato in contesti che danno senso e spinta all’apprendimento. Per questo la scuola deve far leva sulla motivazione se vuol essere in grado di attivare processi finalizzati alla formazione di vere competenze. Collegialità di chi insegna, ma anche necessità di “apprendere insieme” per i ragazzi, in una scuola che si apra all’esterno, rendendo visibile e apprezzabile ciò che produce: questi i connotati di una didattica rinnovata, che sostiene il ragazzo nella costruzione, condivisa con gli altri, della propria identità.