"RECUPERI", SI PUO' FARE - Articolo di Francesco Scrima

20.05.2008 12:17

Riportiamo, di seguito, il testo integrale dell'articolo di Francesco Scrima (Segretario Generale della CISL Scuola) pubblicato sull'odierno numero di "Italia Oggi".

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RECUPERI, SI PUO' FARE

di Francesco Scrima

Abbiamo sostenuto con convinzione il principio del recupero "accertato" dei debiti formativi come condizione di serietà degli studi e di completezza della funzione valutativa in merito agli apprendimenti.

Per questo il ricorso ad un maggior rigore non ci è parso una scelta restauratrice quanto piuttosto un richiamo alla qualità degli studi attraverso cui passa la possibilità di affermazione sociale e professionale.

Tanto più se tale responsabilità viene messa in carico alla scuola, recuperandone il valore costituzionale più profondo come scuola di tutti e per tutti.

Allo stesso tempo non abbiamo sottovalutato le inevitabili difficoltà che l'innovazione avrebbe comportato nell'organizzazione della didattica, al punto che abbiamo voluto intendere questo anno scolastico come "anno di prova" in cui poter sperimentare formule didattiche anche diverse ed innovative, sostenute  dalle opportunità offerte dall'autonomia attraverso l'organizzazione flessibile degli orari e delle classi ed il potenziamento dell'offerta formativa con ore aggiuntive.

Il prossimo anno scolastico potrà offrire condizioni per una progettazione più organica ed equilibrata anche a seguito di una verifica, altrettanto seria, che il Ministero dell'Istruzione è tenuto a fare rispetto a quanto prodotto nelle scuole che, al di là dei limiti riscontrati, sulla base dei primi risultati si configura comunque come un momento importante di riflessione sulla capacità di autorganizzazione della scuola in presenza di innovazione.

Gli esiti della verifica potranno dire molte cose ed essere utili anche per eventuali interventi migliorativi dal punto di vista normativo.

Sperimentare significa, infatti, coglierne le risultanze ed avvalersene come strumento di miglioramento continuo della pratica didattica e della qualità dell'offerta di istruzione.

Probabilmente si tratterà di dare più spazio all'autonomia degli istituti, consentendo maggiore flessibilità nell'organizzazione delle attività (ci piace meno il riferimento a "corsi strutturati") e nella periodicità delle verifiche, senza perdere il requisito della certezza di una valutazione degli apprendimenti priva di alibi.

Non, quindi, un modello precostituito da applicare, ma modularità diverse da programmare in relazione ai bisogni formativi, alla fase del percorso di studi, all'organizzazione complessiva del piano dell'offerta formativa.

Se nell'attuazione delle attività di recupero si è evidenziata una complessità superiore rispetto a quanto si poteva in teoria prevedere, alle difficoltà riscontrate vanno date risposte in chiave di migliori condizioni per il conseguimento di una maggiore efficacia.

Né può essere il recupero delle carenze l'intervento di pronto soccorso a fine anno, ciò che avrebbe esiti assai modesti; la sua efficacia si può dispiegare piuttosto come misura di accompagnamento allo studio e di sostegno nel corso dell'anno in connessione con la programmazione d'istituto, circoscrivendo le vere carenze/debito su cui è necessario intervenire con azioni di rinforzo ad hoc, senza "scaricare" sul recupero ciò che rientra nell'ordinarietà dell'insegnamento.

L'azione di "recupero debiti", per quanto strutturata, non può avere effetti miracolistici; non è e non può essere risolutrice dei ritardi e dei limiti del sistema che richiedono, appunto, interventi di sistema attraverso politiche scolastiche volte a valorizzare il ruolo dell'istruzione e della formazione quale asse strategico per il rilancio della competitività del nostro Paese.

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