Napolitano: si pone una vera "questione sociale"

01.01.2013 04:28

Dobbiamo parlare non più di 'disagio sociale', ma come in altri momenti storici, di una vera e propria ‘questione sociale’ da porre al centro dell'attenzione e dell'azione pubblica”. Questo il passaggio chiave del discorso di fine anno del Capo dello Stato. Il convinto plauso di Bonanni.

Sta per iniziare un anno ancora carico di difficoltà. Non ci nascondiamo la durezza delle prove da affrontare, ma abbiamo forti ragioni di fiducia negli italiani e nell'Italia”, afferma Napolitano, che poi ripropone, citandole, alcune affermazioni fatte al meeting di Rimini del 2011: “Avere e dare fiducia non significa alimentare illusioni, minimizzare o sdrammatizzare i dati più critici della realtà: si recupera fiducia guardandovi con intelligenza e con coraggio. Il coraggio della speranza, della volontà e dell'impegno".

Forte l’auspicio che la campagna elettorale si svolga in un clima di civile confronto che non degeneri in “contrapposizioni distruttive e reciproche invettive”.

Così il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, commenta con espressioni di forte apprezzamento le parole del Presidente della Repubblica:

"È stato un discorso di alto profilo istituzionale, molto equilibrato, con una analisi realista dei gravi problemi del nostro paese. Ancora una volta il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ci ha indicato con saggezza il percorso di riforme che bisognerà seguire per uscire dalla crisi, ponendo la questione sociale al centro dell'azione pubblica.

L'occupazione e la giustizia sociale saranno i temi principali su cui tutti dovremo misurarci nel 2013 con grande senso di responsabilità e coesione nazionale. Uscire dalla recessione è possibile solo in un quadro europeo, con più concertazione e con l'impegno di tutte le forze politiche e delle parti sociali.

Noi pensiamo che bisognerà aprire anche una fase costituente per rivedere il titolo quinto della Costituzione e definire un nuovo assetto della pubblica amministrazione e delle istituzioni centrali e locali. Non possiamo continuare ad aumentare le tasse mentre si continuano a dissipare risorse pubbliche nei rivoli del clientelismo e della cattiva amministrazione.

La fase di risanamento economico ora dovrà essere coniugata con maggiore equità sociale, a partire da una vera riforma fiscale che redistribuisca la ricchezza, aumenti salari e stimoli i consumi. Questa sarà la battaglia della Cisl nel 2013.

In particolare è importante, e gli siamo molto grati, che il Presidente Napolitano abbia sottolineato i temi del mezzogiorno, dei diritti civili, della cittadinanza italiana agli immigrati nati in Italia, della violenza alle donne, della sicurezza nei luoghi di lavoro. Questioni in parte irrisolte che rimangono al centro dell'azione del sindacato, ed in particolare della Cisl, anche nel 2013".