Lavoro pubblico, sbagliato agitare lo spettro dei licenziamenti

19.04.2012 15:49
Categoria: Comunicati Stampa

Dal ministro Patroni Griffi un segnale sbagliato, che non aiuta il confronto con le parti sociali e devia l'attenzione dalle vere priorità di scuola e pubblica amministrazione.

Non è agitando lo spettro del licenziamento che si può far crescere il livello di produttività della pubblica amministrazione. La licenziabilità dei dipendenti pubblici è un falso problema: le norme esistono e la disciplina anzi è più rigida che nel privato. Sulla mobilità, in particolare, non abbiamo bisogno di "capire": nella scuola ogni anno gestiamo attraverso contratti la mobilità di migliaia di lavoratori, che ultimamente è stata soprattutto mobilità forzosa per far fronte a esuberi e soprannumero. Invece di alimentare inutili tensioni sui media, il ministro valorizzi il confronto con le parti sociali". Così Giovanni Faverin e Francesco Scrima (segretari generali, rispettivamente, della Cisl FP e della Cisl Scuola) intervengono nella discussione sull’art. 18 dello statuto dei lavoratori, riaperta oggi dalla lunga intervista del ministro Filippo Patroni Griffi su “Avvenire”.

C’è una trattativa in atto a Palazzo Vidoni sul lavoro pubblico, insieme al ministro della Funzione pubblica, alle Regioni e alle Autonomie locali. La Cisl ha messo sul tavolo proposte concrete tanto sulla formazione e la valorizzazione del personale, quanto sul capitolo del mercato del lavoro. Siamo pronti a discutere di tutto, anche di mobilità concertata. Ma il punto vero è pensare ad una riorganizzazione seria e complessiva della Pa e della scuola, all’interno della quale rilanciare le priorità: qualità dei servizi, sostenibilità, produttività, certificazione delle competenze”.

Non vogliamo che si comprometta il clima di dialogo che siamo riusciti a costruire con il ministro e le altre controparti pubbliche, così come l’idea di un Protocollo sul lavoro pubblico che riprenda gran parte dei temi da noi sostenuti negli ultimi anni. Le nostre battaglie sono servite a creare un linguaggio comune e a scrivere l’agenda delle decisioni da prendere: spending review, piani di razionalizzazione, trasparenza. Ma anche contrattazione, nuova etica pubblica, riconoscimento sociale ed economico per il lavoro pubblico. C’è un clima che, nonostante il quadro di grande difficoltà del paese, sembra promettente. Non vorremmo che uscite improvvide del Governo, così come estemporanee sortite di piazza di qualche sindacato, ostacolassero il cammino verso i traguardi attesi. Ora è tempo di passare dalle parole ai fatti,serve concretezza per i lavoratori e i cittadini”.