Intesa a Palazzo Vidoni, più forza alla contrattazione

04.05.2012 09:46

Raggiunta ieri, giovedì 3 maggio, l'intesa su riorganizzazione del pubblico impiego e contrattazione (intesa, poi, sottoscritta ufficialmente giovedì 10 maggio 2012, n.d.r.). Una positiva conclusione del percorso avviato con il precedente protocollo del 4 febbraio 2011.

“L’Intesa definita oggi rappresenta un passo importante perché stabilisce che la riorganizzazione del pubblico impiego si fa insieme ai lavoratori pubblici, con più contrattazione, più partecipazione e più trasparenza” - così i segretari generali Giovanni Faverin (Cisl Fp) e Francesco Scrima (Cisl Scuola) commentano l’Intesa sul lavoro pubblico che la Cisl e le altre sigle sindacali hanno messo a punto oggi con Governo, Regioni e Autonomie locali.

Il documento, sottolineano l leader delle federazioni Cisl, “prende le mosse dall’intesa del 4 febbraio 2011”, e stabilisce i principi di fondo che dovranno rientrare nella "legge delega" sul pubblico impiego. Per portare ad una revisione profonda della c.d. “Riforma Brunetta” dopo le modifiche che la Cisl ha ottenuto in questi anni.

“E’ un accordo di alto profilo che rimette i lavoratori al centro delle relazioni sindacali nel pubblico impiego”, puntualizzano Faverin e Scrima. “La contrattazione è definita come la fonte deputata per determinare retribuzioni e rapporti di lavoro, c’è un pieno riconoscimento del ruolo delle RSU, la mobilità è riportata alla concertazione e a percorsi di formazione e qualificazione professionale. Si pone anche la premessa per risolvere in modo positivo il contenzioso che per mesi abbiamo sostenuto, in particolare nella scuola, in difesa delle prerogative contrattuali su importanti aspetti dell’organizzazione del lavoro e della gestione del personale”.

Si riapre adesso una stagione di coinvolgimento dei lavoratori pubblici nella trasformazione dei servizi: “La trasparenza, sulla quale abbiamo insistito molto in questi mesi, diventa finalmente la pietra angolare su cui costruire il controllo vero della spesa pubblica, mentre la valutazione e i premi di produttività per i lavoratori si collegano alla performance organizzativa degli enti: vale a dire a quanto l’amministrazione riesce a rispondere ai bisogni delle persone e delle imprese. Superando in questo modo criteri grossolani come le tre fasce o le pagelle”.

“Il punto però ora è far ripartire le retribuzioni dei dipendenti pubblici e della scuola”, rilanciano Faverin e Scrima. “L’Intesa recepisce il principio secondo cui parte dei risparmi di spesa pubblica che i lavoratori contribuiscono a generare debbano andare ai salari. Su questo ci aspettiamo concretezza e rapidità. Da parte del Governo, ma anche da parte di governatori, sindaci e presidenti di provincia”.

Roma, 3 maggio 2012