Bonanni: coesione sociale per uscire dalla crisi

22.08.2012 09:38

Senza concertazione si lascia spazio a lobby e poteri forti, i cui interessi sono opposti all'interesse generale. Così Bonanni, commentando le dichiarazioni di Monti e Passera a Rimini.

Raffaele Bonanni commenta le dichiarazioni di Monti e di Passera al Meeting di Rimini, improntate a ottimismo sulle possibilità di giungere al superamento della crisi; ne coglie gli aspetti positivi, ma ribadisce le forti preoccupazioni per il permanere di una situazione estremamente difficile di cui sono le categorie sociali più deboli ad avvertire maggiormente il peso.

"Spero che Monti abbia ragione - sostiene il segretario della Cisl - il Paese è in una situazione disastrosa e credo che la fine della crisi la vedremo solo quando tutti tireranno da una sola parte per affrontare i nodi che abbiamo di fronte. Apprezzo – aggiunge Bonanni - le parole di Passera sulla coesione sociale, sull'apertura alla concertazione, e spero che diventi la linea del governo, cosa che fino ad ora non è. La Cisl è pienamente d'accordo - continua - nel superare il dirigismo del governo, il Ministro Passera fa intendere che c'è una volontà forte da parte del governo nell'indicare la strada per un patto forte''.

Un’apertura verso la concertazione da parte del Ministro, dunque, che Bonanni raccoglie dicendosi disponibile al confronto tra le parti sociali sull’obiettivo di una maggiore produttività. "Sulla produttività - dice il leader Cisl - dobbiamo lavorare all'interno delle aziende, per trovare tutte quelle occasioni che rendono più forti i nostri sistemi di produzione''. E ciò va fatto, prosegue, ''utilizzando intensivamente l'accordo inteconfederale firmato lo scorso anno da Cgil, Cisl, e Uil con Confindustria, che va sviluppato''.

Fondamentale, per Bonanni, è attuare una politica che favorisca la coesione sociale: una politica "che porti al coinvolgimento delle autonomie locali e delle parti sociali in veri e propri progetti per l'aggressione dei problemi che non ci fanno uscire dalla crisi: dall'energia alle tasse, dalle infrastrutture ai servizi alla pubblica amministrazione”. Alla concertazione, conclude, non c'è alternativa, se non si vuole lasciare spazio alle lobby e ai poteri forti che "ancora detengono monopoli nascosti e interessi contrari a quelli generali".