27 aprile - Villadangos del Pàramo

27.04.2013 18:12
Categoria: In Cammino Parlando di Scuola

27 aprile
Da Leon a Villadangos del Pàramo

Con rammarico lasciamo Leon. È una bellissima città. Avremmo tante cose da raccontare, ma forse la cosa migliore è invitarvi a visitare questa città castigliana con la sua cattedrale, i monasteri e le avenidas.

Vorremmo ricordare solo l’esperienza della compieta delle suore benedettine. Occorre, per i pellegrini, arrivare mezz’ora prima poiché la suora “hospitaliera” illustra ai pellegrini il copione della serata, chiarisce le regole di comportamento e istruisce i pellegrini sui versetti che saranno recitati. Diligentemente i pellegrini si esercitano. Si passa un corridoio e si entra nella chiesa dove, staccate dai pellegrini, ci sono una decina di suore benedettine. Crediamo siano l’organico del monastero. La funzione è coinvolgente e va vissuta più che raccontata. Ovviamente troviamo tanti amici pellegrini.

L’uscita da Leon, che le guide giudicano difficile, è invece facilitata da molte indicazioni e da nuove passerelle sopraelevate dedicate ai pellegrini. Ah! Quanta attenzione per i pellegrini. La strada di oggi è noiosa e affianca una trafficatissima nazionale. Ci fanno compagnia le belle immagini che ci ha offerto Leon. La monotonia è interrotta, nei punti di ristoro, dal ritrovare gli amici pellegrini, quelli vecchi: Gaetano, che non vedevamo da 4 giorni, Donato e altri, nonché conoscere Chiara, giovane romana che lavora alle “Scuderie del Quirinale”.

L’argomento di discussione di oggi riguarda la valutazione. Argomento non facile e perciò ci siamo dati dei criteri generali sui quali argomentare. Non siamo entrati in discussioni tecniche specifiche ma ci occupiamo del significato della valutazione. Concordiamo su un’idea precisa che potrebbe essere uno slogan: la valutazione è una categoria dell’aiuto. Valutiamo per conoscere come e dove poter aiutare il valutato/a.

A nostro avviso occorre aver ben chiara la distinzione tra giudicare e valutare. Nella scuola va abolito il giudicare. Significa cucire addosso all’altro un “vestito” che noi stessi abbiamo confezionato. Giudicare significa applicare un’etichetta da noi scelta sulla pelle dell’altro. La valutazione, cioè chiedersi cosa abbiamo fatto o cosa abbiamo chiesto ad un altro di fare, mette in discussione il valutato e il valutatore. Nell’azione di valutare il valutatore non è avulso dall’atto valutativo, anzi, ne è protagonista quanto il valutato.

Ogni scuola deve costruirsi degli strumenti per valutare e valutarsi. Significa “sapere dove ci si trova” rispetto a un progetto, a un obiettivo, un percorso ecc. Una scuola che non sa valutarsi è in balia di qualsiasi giudizio esterno. Solo se riusciamo a costruire nelle nostre scuole una forte capacità di valutarsi si sentirà come necessità il bisogno di una valutazione esterna. Guai saltare il passaggio della valutazione interna matura e consapevole poiché la storia della valutazione in Inghilterra fa testo sui possibili errori.

In Inghilterra le scuole attuavano una didattica utile a superare le prove somministrate dagli Ispettori di Sua Maestà avvilendo e imbrigliando il percorso educativo che si risolveva nel riuscire a passare dei test. Riteniamo utile il ruolo dell’Invalsi ma crediamo che prima gli Istituti debbano essere in grado di produrre “rendicontazione sociale”, produrre della buona e scientificamente ben sorretta valutazione interna. Solo così sarà necessaria una valutazione esterna che non sarà vissuta come giudizio, ma come categoria dell’aiuto.

Parlando di valutazione ci è piaciuto ricordare i “vecchi maestri” della pedagogia italiana che citiamo senza ordine di valore: Bertin, Telmon, Borghi, De Bartolomeis, Scurati.  Tutti noi, questi vecchi maestri, li abbiamo conosciuti direttamente o indirettamente attraverso i loro scritti. Per associazione ricordiamo Damiano Previtali, collega di tante avventure formative, che notevole impulso ha dato per favorire la rendicontazione sociale nelle scuole. Senza dimenticare i nostri amici Italo Fiorin, Mario Gastoldi, Giancarlo Cerini, in prima linea nella battaglia per rendere il passaggio valutativo “dolce” e proficuo per le nostre scuole.