24 aprile - Bercianos del Real Camino

24.04.2013 19:20
Categoria: In Cammino Parlando di Scuola

24 aprile
Da Torradillos de los Templarios a Bercianos del Real Camino

Lasciamo alla mattina alle 8 il nostro Hostal immerso nel verde. Oggi fa un po’ meno freddo. L’inizio di questa “tappa pellegrina” è ondulato e piacevole. È partita, con lodevole tenacia, vista la camminata incerta, l’amica tedesca Gisella. Ieri sera abbiamo cenato insieme a lei e a Celeste. A San Nicolas del Real Camino ci fermiamo a bere uno zumo (spremuta) d’arancia, mentre Dante, insoddisfatto della colazione, si ordina un boccadillos (un panino).

Incontriamo Federica, una ragazza di Verona, che tenta di percorrere il Camino assieme al padre. Suo padre è al suo 4° cammino e finalmente ha convinto anche la figlia. La giovane riconosce che suo padre aveva ragione ad insistere: è una grande esperienza “spirituale e umana”. Purtroppo Federica soffre di una tendinite e attende un taxi per raggiungere il padre a El Burgo Raniero. È convinta che dopo due giorni di pausa riprenderà il Camino. Anche lei è una giovane disoccupata, diplomata alla scuola di giornalismo, da due anni cerca inutilmente lavoro.

Decidiamo che prima o poi , nei nostri discorsi mattutini, dovremo occuparci del problema del lavoro. Abbiamo incontrato tanti giovani italiani senza un lavoro, lungo il Camino, e tutti sono preoccupati per il futuro. Dante fa un’associazione interessante commentando il fatto che abbiamo superato i 400 km. Osserva che abbiamo percorso la distanza, all’ incirca, tra Chieti, la sua provincia, e Bologna. Ricorda il comandante partigiano avv. Ettore Troilo della brigata Maiella che partendo da Lama dei Peligni risalì gli Appennini, liberò Bologna e sciolse la Brigata. Nel dopoguerra, per poco tempo, fu nominato prefetto di Milano.

Arriviamo a Sahagùn, città fondata da due legionari romani convertiti al cattolicesimo: Facundo e Primitivo. Il monastero della città, detto il “Cluny” spagnolo, ebbe notevole influenza sulla città e il suo sviluppo. Beppe si è fermato a messa dalle suore benedettine. Per uscire dalla città passiamo vicino all’Arco di San Benito, un pregevole barocco del XVII secolo. Le nostre discussioni avvengono di primo mattino, poi la fatica si fa sentire e il problema è quello di trovare le energie per finire la tappa.

Oggi abbiamo parlato dell’insegnamento della matematica. Ci si lamenta, giustamente, della preparazione dei nostri giovani, in ogni ordine di scuola, in questa disciplina, come confermano del resto le statistiche internazionali. A nostro avviso c’è un problema generale, che riguarda tutte le discipline e poi uno specifico dell’insegnamento della matematica.

Problema generale: molto si sa e molto è stato scritto sull’insegnamento e l’apprendimento, poco si sa e poco è stato scritto sulle relazioni d’insegnamento e d’apprendimento. Ci spieghiamo. Molte ricerche hanno evidenziato che un fattore che determina un favorevole apprendimento sta nella relazione d’insegnamento, cioè nel rapporto di maggiore o minore empatia che si viene a realizzare tra insegnante e allievo, tra l’allievo e la classe. La base quindi, per l’apprendimento di ogni disciplina, è la relazione positiva tra alunno e docente, tra alunno e classe.

Problema specifico: nella scuola dell’ infanzia e nella scuola primaria è calata la tensione alla ricerca di una didattica laboratoriale che renda la matematica uno strumento di comprensione del reale e di sviluppo del pensiero divergente. Sono lontane le spinte innovative date dall’insiemistica, che portarono gli insegnanti ad aggiornarsi e a sperimentare nuove metodologie. Oggi la matematica non viene praticata come possibile campo di sperimentazione metodologica, ma si tende a riciclare “copioni” già predisposti.

In tante situazioni non c’è più l’afflato alla sperimentazione didattica e soprattutto non si lega più la matematica allo sviluppo dei laboratori. Nelle scuole secondarie di 1° e 2° grado gli insegnanti sono scarsamente attrezzati per la didattica di tale disciplina. La laurea in matematica o scienze biologiche non dà assolutamente alcuna competenza nel proporre una metodologia d’insegnamento di tale disciplina. In questo specifico settore le Università hanno fatto cilecca. Nè il progetto di formazione avviato dalla SSIS è stato valorizzato e migliorato, essendo stato interrotto senza valutarne i risultati.

Chiudiamo velocemente i nostri discorsi: ci aspetta un “piccolo deserto prima di giungere alla meta. Ognuno ricomincia a camminare da solo. Verso le 15 arriviamo, sotto il sole, a Bercianos del Real Camino. Questa sera abbiamo il collegamento internet e possiamo vedere il messaggio di Davide Gandini nel sito. Grazie Davide!