22 aprile - Carrion de los Condes

22.04.2013 18:59
Categoria: In Cammino Parlando di Scuola

22 aprile
Da Fròmista a Carrion de los Condes

Tappa inevitabilmente breve, di soli 19 km, visto che dopo Carrion non ci sono, sull’itinerario del Camino di Santiago, altri centri abitati per i successivi 23 km. La strada, per la prima volta, si snoda affiancando la provinciale P 980 per l’intero percorso.

Decidiamo di argomentare sulle difficoltà che i neo dirigenti scolastici potrebbero avere nel loro primo anno di scuola. Proviamo a fare una sintesi delle questioni, a nostro giudizio, rilevanti e ovviamente in punta dei piedi .

1° Da insegnanti a dirigenti può essere un passaggio brusco. Oggi gli insegnanti debbono essere tutelati e aiutati nell’esercitare il loro lavoro e per far ciò sono necessari degli uffici di segreteria ben organizzati. Le nuove norme chiedono alla scuola di adeguarsi in tutto e per tutto alle regole previste per la Pubblica amministrazione (es: la 196, la 165, …) e gli appalti hanno come riferimento le norme europee). Il lavoro delle segreterie e la loro responsabilità ne risultano enormemente amplificati e non sempre sono preparate. Fino ad oggi non sono state per niente aiutate. Un neo dirigente focalizzi la sua attenzione nel creare un efficace servizio da parte degli uffici, creando al loro interno un clima positivo di lavoro.

2° Un rapporto positivo tra dirigente e DSGA può garantire all’Istituto una marcia in più. Nella chiarezza dei ruoli sta il segreto per attenuare ogni possibile conflittualità, ma non basta. Il dirigente deve aver ben chiaro che - fatto salvo che è sua l’ultima responsabilità - ha bisogno, come il pane, delle competenze di ogni membro della segreteria. Nel primo anno di gestione di un Istituto vanno curate le procedure e, soprattutto, motivate e valorizzate le persone addette, nessuna esclusa. Sulla base della nostra convinzione che il cuore della scuola è la didattica, ogni operazione va declinata in maniera coerente con tale obiettivo. In questo senso, un ruolo importante è quello dei collaboratori scolastici per garantire efficacia ed efficienza al servizio. Gli operatori scolastici sono le prime persone che gli alunni incontrano a scuola e nelle scuole superiori a volte sono le uniche persone con le quali i nostri giovani si aprono.

3° non chiudersi mai dentro al proprio ufficio. L’istituto ha bisogno di idee, di confronti, di relazioni. Il Capo d’istituto è una persona che si confronta anche con l’esterno e si lascia influenzare da quest’ultimo. Consigliamo di mettersi in rete tra capi d’istituto, confrontarsi nelle sedi sindacali, partecipare a convegni, continuare a studiare e formarsi. Il buon capo non sa solo gestire il presente, ma anticipare il futuro.

4° la dote principale da coltivare è la negoziazione: rendere abbondante ciò che è scarso per diminuire i conflitti. Convertire i bisogni in desideri perché solo così sono negoziabili. Le caratteristiche del buon negoziatore:

  • sa comunicare;
  • sa gestire il ruoli senza collusioni;
  • sa gestire e risolvere conflitti utilizzando l’ ascolto e valorizzando le diversità;
  • sa usare linguaggi creativi e non utilizza mai espressioni del tipo “o io o voi” ovvero “credo in te o non credo in te” ma rovescia tale linguaggio “io e voi”; credo che tu, che voi ecc…”;
  • pratica il lavoro di gruppo passando dalla leadership alla membership;
  • sa convincere;
  • sa definire le aspettative degli altri;
  • è capace d’empatia con chi la pensa diversamente.

5° Non smette mai di “pensare”. Dovrebbe ritornare di moda il manifesto fatto affiggere dall’IBM in tutti i suoi uffici dirigenziali: “Ti abbiamo assunto per pensare”. Guai al Capo che applica i dispositivi ed evita di costruire, insieme agli altri, un “sogno” per l’ organizzazione. Lo scotto che si paga, ma è foriero di soddisfazioni, è il necessario conflitto e mai la calma piatta.

6° consigliamo di “benedire”, di ringraziare sempre, il contro dipendente, colui che si oppone a noi. Ci permette di valutare meglio gli aspetti positivi o negativi della nostra posizione.

7 ° il cuore dell’organizzazione scolastica è, senza dubbio, la didattica, l’abbiamo già ricordato. Tutte le azioni degli operatori debbono essere pensate per favorire e migliorare la didattica in classe e questo dovrà diventare il criterio principale per assumere decisioni

8°Il Capo d’ Istituto sa stare in gruppo, sa fare gruppo. È capace anche di star solo. Il dirigente non ha paura di vivere anche dei momenti di solitudine decisionale. Anzi. È necessario che alcune responsabilità siano solo sue e mai delegate.

9° Anche se la didattica è il nostro “cuore” non bisogna dimenticare mai di potenziare la preparazione giuridica; serve a favorire il successo dei progetti pensati dall’Istituto e, nello stesso tempo, a non mandare allo sbaraglio gli insegnanti e l’ufficio.

10° dopo il recente concorso a Capi d’istituto abbiamo avuto più casi, rispetto ai precedenti, di richieste di restituzione al ruolo di insegnante o, comunque, tanti hanno manifestato tale desiderio, secondo la nostra piccola esperienza. Tenete duro. La scuola ha bisogno di Capi d’istituto capaci non di gestire l’ordinario, ma di favorire il cambiamento per cambiare questa società. La sfida è e sarà avvincente. Noi 4 lasciamo il testimone a voi ma, guardandoci indietro, vi assicuriamo che è stata, sostanzialmente, una vita professionale piena di soddisfazioni. Domani ci sarà il sole.

A riscattare la possibile monotonia di una tappa che si snoda lungo un unico interminabile rettilineo - sferzato da un costante vento di tramontana - è la visita della chiesa templare de Santa Maria la Blanca, del XII sec a Villalcàzar de Sirga. In questo piccolo borgo si offre a noi un monumento gotico-romanico, inaspettato per le dimensioni, la qualità architettonica e le opere custodite. La tentazione della noia è sconfitta e lasciamo il piccolo pueblo con l’idea che un simile gioiello meriti da solo questa tappa.

A 4 km dall’arrivo incontriamo Celeste che ha una pomata magica per le tibie di Aladino. Arriviamo con lei a Carrion de los Condes. A domani cari e lontani amiche e amici.

 

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Cari pellegrini, un saluto da un pellegrino (e insegnante) al quale un amico ha segnalato il vostro pellegrinaggio ad limina Sancti Jacobi. Il saluto più bello resta quello degli antichi pellegrini: ultreya! e suseya! In queste due parole è racchiuso il senso del pellegrinaggio cristiano, ultreya! (e oltre!) e suseya! (e più in alto!): un procedere nello spazio e nel tempo verso la meta del pellegrinaggio, con la speranza che ciò serva …a salire più in alto (fuor di metafora, a vivere secondo la volontà di Dio, unica vera nostra libertà).
Un abbraccio,
Davide Gandini

www.ilporticodellagloria.it