20 aprile - Castrojeriz

20.04.2013 21:40
Categoria: In Cammino Parlando di Scuola

20 aprile
Da Hornillos del Cammino a Castrojeriz

Ieri sera, nell’hotel che ci ha ospitato abbiamo cenato magnificamente. Un albergo a conduzione familiare e al termine della serata siamo diventati amici del cuoco.

Vale la pena ogni tanto uscire dal solito menù del pellegrino. Abbiamo mangiato degli ottimi asparagi che nulla avevano da invidiare a quelli di Bassano.

Cominciamo il cammino con la signora brasiliana di Porto Allegre che ha cenato con noi. E’ vedova, infermiera  in pensione, e ora si concede una lunga vacanza in Europa. La lasciamo lungo la salita che ci porta alla meseta. Fa freddo, ma non ci lamentiamo.

S’innesca la prima discussione rispetto al fatto di lamentarsi. Ricordiamo come a volte ci capitino delle strane discussioni. Per esempio. In una giornata di sole, molto calda, incontri un amico e gli dici: “che bella giornata piena di sole oggi”. Lui risponde: “vedrai che la pagheremo, scenderà tanta di quell’ acqua!”.

Molte volte abbiamo la grande capacità di non gustarci le cose belle che ci capitano, anticipando il malessere: non riusciamo, quando serve, ad  applicare la regola di S. Agostino: gustarsi i “qui ed ora” attrezzandoci per il futuro.

Oggi Dante è in forma, è lui che fa il passo e gli altri si adeguano. Chi non ce la fa si stacca un po’ ma non impedisce a Dante di correre con il suo passo. Tutti siamo certi che ci ritroveremo insieme a Castrojeriz.

L’ottima forma di Dante ci dà lo spunto, quando ci ritroviamo insieme a bere un caffè nel paesino simpatico e raccolto di Hontanas, per discutere sul problema dell’invidia.

Nelle organizzazioni del lavoro, e la scuola non fa eccezione, l’invidia logora i rapporti, rompe la solidarietà, punisce le eccellenze, mortifica l’impegno, impedisce la competizione. Essere invidiosi porta ad atteggiamenti subdoli e poco democratici anche se non è facile mascherare tale antidemocraticità della quale l’invidia è portatrice. Il meccanismo è questo: “se io non posso avere , o non posso fare una cosa, impedisco a te di avere o di fare quella cosa”.

Molte volte dietro la frase “o tutti o nessuno” s’annida l’invidia. Difficile da smascherare, ma estremamente pericolosa nelle organizzazioni. Chi ha “birra” per correre può e deve poterlo fare purchè la competizione sia un cum-petere. Ciò lascia ad ognuno la libertà di inventare, provare la sua strada. Alla fine corsa occorre, però, verificare i risultati della medesima, confrontarli con gli itinerari scelti dagli altri e trarne le conseguenze.

Nel nostro paese si discute molto sulla questione meridionale, o scuola del sud, scuola del nord. Pensiamo che ad ogni scuola, del sud e del nord, devono essere date le stesse opportunità di partenza; ognuno poi fa la sua corsa e alla fine è necessario l’atto fondamentale della valutazione dei risultati.

L’invidia non deve e non può far capolino: se vado male io la colpa è sempre tua. Si riprende il Camino e sembra che i pellegrini si perdano nella sterminata meseta. Ogni tanto, circondati solo da campi di grano e senza incontrare “anima viva”, abbiamo la sensazione di essere in uno spazio e in un tempo veramente per noi nuovo e inusuale.

Abbiamo il passo veloce oggi, grazie a Dante, e incontriamo dei pellegrini italiani. Alessandro che lavora in un salumificio di Modena e si è preso due mesi d’aspettativa per effettuare il Camino.

Giorgio e  Mirko di Legnago,  grosso paese ad una quarantina di chilometri da Verona: tutti e due hanno perso il lavoro e, in attesa di tempi migliori, hanno deciso di tentare il Camino. Giorgio soffre molto ed è già andato in ospedale per una fastidiosa tendinite. Gli hanno praticato alcune punture e cocciutamente si è rimesso in marcia. Mirko, vista la difficoltà di Giorgio, ha ritardato il suo passo.

Questo fatto ci ricorda la nostra precedente discussione. Si  compete con le stesse opportunità di partenza. Quando cominciano delle difficoltà, occorre “variare il passo”: essere come Coppi e Bartali, due formidabili antagonisti, che però spesso in gara si scambiavano la borraccia.

Insieme agli amici incontrati, parlando di filosofia, completiamo gli ultimi km e ci lasciamo all’inizio del paese. Bepi ci ha trovato già l’alloggio mentre per i nostri amici di tappa comincia la ricerca, a volte faticosa, per trovare un letto.