19 aprile - Hornillos del Cammino

19.04.2013 21:19
Categoria: In Cammino Parlando di Scuola

19 aprile
Da Burgos a Hornillos del Cammino

Il cielo era bigio questa mattina a Burgos. Non rinunciamo a ripassare davanti alla cattedrale per farci una foto mattutina. Incontriamo sulla strada l’edificio che ospita la facoltà universitaria di scienze umane. Ci piacerebbe fermare qualche studente e parlarci insieme ma notiamo che hanno tutti fretta d’entrare nelle aule. Usciamo dalla città con facilità e la discussione tra noi, vivace, tocca vari punti ma il fulcro resta l’insegnamento della storia e della geografia.

Tutti concordiamo che ci soddisfa l’implementazione della geografia nella revisione delle Indicazioni e soprattutto l’impulso dato dal sottosegretario Rossi Doria affinchè tale disciplina sia più significativa. Pancrazio, maestro geografo, marca l’aspetto che la geografia non mente; i documenti, nella storia, si possono contraffare, la geografia no. Restano le ferite o le valorizzazioni che l’uomo ha materializzato nel paesaggio e sono ineliminabili; occorre però saperle leggere.

Camminando a piedi si apprezza la geografia, le carte geografiche, l’altimetria. Oggi c’è il rischio di non sapersi più orientare con i vari navigatori predisposti anche nei telefonini. Ma non solo. Con il non contestualizzare i “nuclei fondanti” della geografia, in stretta correlazione con la storia, si rischia di non saper più leggere il territorio. Se voglio tutelarlo, valorizzarlo, modificarlo devo saperlo conoscere, tracciarne o trovarne i confini, leggere attraverso i “segni geografici” ciò che l’intervento umano ha cambiato o modificato e, soprattutto, le contaminazioni di cui è intriso, provenienti da spazi e tempi a volte molto lontani e in alcuni luoghi, ovviamente, più fitte.

La geografia va contestualizzata con la storia e viceversa. Tutta la grande tradizione francese di studi sulla storia marciava in parallelo con lo studio della geografia e delle scienze sociali. Ricordavamo la felice intuizione, per la scuola primaria, dell’“ambito storico-geografico-sociale”. Nella realtà, non raramente, a volte per comodità d’orari si è spezzato tale ambito arrecando danno alla costruzione di una conoscenza concentrica della storia, della geografia e delle scienze umane.

L’argomento ha tenuto banco fino ad arrivare alla prima grande meseta che incontriamo. Lo spettacolo è meraviglioso nonostante il freddo ed il vento. Qualche raggio di luce riesce a filtrare e Pancrazio, con il suo obiettivo fotografico, riesce a coglierlo. Vi assicuriamo che la vastità delle mesetas colpisce, consentendo una proficua solitudine pensosa nel silenzio interrotto, ogni tanto, dalle raffiche di un vento insistente e forte. Tale clima ci introduce ad un altro argomento: il silenzio.

Aladino sostiene che la neve ha tanti colori, come il silenzio ha tanti significati. Ci concentriamo su due. Il silenzio tra nemici, il silenzio tra amici. Sono due silenzi di differenza colossale. Il silenzio tra nemici è carico d’ansia e precede lo scoppio della guerra: bombe, piatti che volano, fiumi di parole che nessuno ascolta. Il silenzio tra amici è un silenzio “pieno”. Difficile spiegare la discussione che abbiamo avuto. Riportiamo una metafora per aiutarci. Due innamorati vivono il “silenzio pieno”. Quando si ama tutto è “pieno” e niente è “vuoto”.

Dall’alto della meseta vediamo il paese che ci ospiterà per questa notte, o almeno così crediamo. Scorgiamo la fine della nostra tappa e le vivaci discussioni di oggi si stemperano nella difficoltosa discesa. Niente di speciale ma sono le nostre ginocchia e tibie che non reggono più: abbiamo già fatto più di 312 km. Arrivati a Hornillos de Camino non c’è posto per pernottare, sulla piccola piazza del paese molti pellegrini, a volte un po’ sconcertati, non sanno che fare.

I più giovani non hanno problemi, proseguono per altri 10 km verso il paese successivo, più grande. Altri chiamano un taxi per farsi accompagnare indietro a Burgos per passare la notte e ritornare, sempre in taxi domani mattina e riprendere il cammino. Noi, forse per la stanchezza o per incoscienza, siamo tranquilli. Aspettiamo e abbiamo “fede” soprattutto in Bepi che sta cercando una sistemazione. Ogni tanto, non sempre, la tranquillità porta dei risultati.

Arriva una macchina nera e una signora ci offre di portarci gratuitamente nel suo albergo a 5 km di distanza e domani alle sette di riportarci a Hornillos, garantendoci, per 39 euro a persona, alloggio, cena e colazione. A noi va bene e montiamo nella sua macchina insieme ad un’altra pellegrina, una signora che viene dal Brasile. L’albergo è a 5 km, ad Argano. Sulla piazzetta del paese Aladino ha di che parlare con la brasiliana. L’associazione di scuole che lui presiede ha costruito una scuola dell’ infanzia, a San Salvador de Bahia, per i ragazzi abbandonati e una Biblioteca per la scuola diretta da padre Vialetto a Cacoal, nella regione della Rondonia. Questa sera ceneremo tutti insieme.

Ci lascia invece, con un taxi, Franc, l’amico francese di Parigi che abbiamo rincontrato oggi dopo tre giorni. Franc, come tutti i pellegrini, ci racconta pezzi della sua storia. Sapendoci italiani ci dice che suo padre ha voluto che le sue ceneri fossero disperse sul Canal Grande di Venezia e lui l’ha fatto. Quando ritorna a Venezia, si reca alla Basilica di San Marco, guarda il cielo e saluta suo padre. Franc dice a noi di non avere una religione ma di percorrere il Camino per un viaggio nella spiritualità. Ognuno di noi nella vita sceglie perché e come percorrere il “Camino” e “il Cammino”.

Buona notte amiche e amici che ci regalate la vostra attenzione.