15 aprile - Santo Domingo de la Calzada

16.04.2013 18:49
Categoria: In Cammino Parlando di Scuola

15 aprile
Da Nàjera a Santo Domingo de la Calzada

Ci aspetta un tragitto breve: 21 km. Abbiamo bisogno di una tappa breve. A due di noi le ginocchia fanno molto male e ogni sera le dobbiamo trattare con ghiaccio secco e pomate varie. Anche le piante dei piedi sono arrossate anche se, per fortuna, nessuno ha vesciche. Tutto questo ci fa sentire molto “pellegrini” e se non bastasse ce lo ricorda il volontario dell’ostello al quale avevamo chiesto un asciugamano: “Non lo tengo, vi lavate domani, siete pellegrini”. Sarà!! Siamo allegri e sereni.

Bepi ricordava ieri sera come tra noi non c’è mai una divergenza rispetto alle difficoltà o uno screzio dovuto a fatica. In coro gli abbiamo risposto: “Siamo pellegrini!”. A parte il nostro Stato di “grazia relazionale” torniamo alla tappa di oggi. Abbiamo superato un impegnativo pendio dove abbiamo trovato gente in affanno e con loro ci siamo accompagnati.

Ci sono tanti australiani: ne abbiamo incontrati già sette. Aladino allora con un inglese/francese da far paura non ce la fa a non dialogare con loro essendo stato due mesi in quella terra. A dir la verità la tappa corta ci ha permesso di parlare di più con i “pellegrini”. Cercheremo di tratteggiare qualche profilo.

Al primo villaggio dopo aver lasciato Nàjera incontriamo Marco e Marco, due amici con lo stesso nome insieme a una bellissima ragazza spagnola che hanno conosciuto lungo il cammino: Estella. Si stanno riprendendo dalla fatica della salita in un bar. Hanno male alle ginocchia. Dobbiamo essere sinceri: ci rincuora sentire che anche dei giovani soffrono gli stessi nostri problemi. Vogliono sapere chi siamo e la nostra storia, e noi la loro.

Marco 1 vive a Bologna, dove si è trasferito dopo il diploma preso al Liceo scientifico di Vasto, e lavora come assistente per gravi patologie mentali. Quando sente che Dante è un preside abruzzese, lo vediamo che automaticamente si alza dalla sedia con rispetto. È una scena dolce e significativa. Aveva un ottimo ricordo del suo preside e riviveva tutto ciò dando la mano a Dante. I due abruzzesi per 20 minuti hanno parlato di Casalbordino, Vasto, Casoli.

Marco 2 si è laureato in ingegneria e si premia diventando “pellegrino del Cammino”. Troviamo anche il solito Gaetano che ci racconta che ieri sera non ha resistito alla tentazione di dormire in hotel e si è immerso nella vasca da bagno per un’ora.

Nella discesa verso S.to Domingo incontriamo una coppia di Bolzano e viaggiamo per un po’ con loro. Spontaneamente ci raccontano la loro storia. Hanno la nostra età e, tre anni fa, si sono separati; hanno due figli già grandi. Dopo un anno che non si vedevano, casualmente si sono incontrati e hanno pensato di ricostruire insieme la loro unione percorrendo il “Cammino”. Tutto sta andando bene tra loro due e il nuovo amico, timidamente, ci chiede un consiglio: “A Burgo compero due fedi nunziali, che dite?”. La nostra risposta: “Coltiva questa idea, rendila forte con momenti esaltanti costruiti insieme. È una bellissima idea ma falla sviluppare dentro di te. Le fedi le comperi a Santiago, non avere fretta, gustati questo cammino di ricostruzione” (speriamo sia stata una risposta giusta e soprattutto utile a loro due).

Quanti incontri significativi e importanti abbiamo fatto oggi! Tutti i pellegrini ci hanno arricchito con i loro racconti. Giunti in camerata riflettevamo sull’importanza del ruolo degli insegnanti e dei Capi d’Istituto per lo sviluppo dei nostri giovani. Ci ha colpito vedere il giovane abruzzese, al quale brillavano gli occhi stringendo la mano a un Preside della sua terra. Con quel gesto voleva ringraziare il suo liceo, la sua terra, i suoi insegnanti. Quando la scuola sa essere maestra di vita è fonte di soddisfazione per tutti gli operatori scolastici e dà senso e colore al nostro quotidiano impegno.

Non possiamo terminare queste note di giornata senza citare la leggenda che qui viene continuamente ricordata.

""Attorno all’anno 1300, marito e moglie con il loro figliolo adolescente decidono di effettuare il pellegrinaggio a Santiago. Arrivano nel paese e prendono alloggio nella locanda. La figlia del locandiere, fanciulla intraprendente, s’invaghisce del giovane pellegrino. L’adolescente, per paura dell’ira del padre, nel caso venga a conoscere la loro situazione, rifiuta ogni coinvolgimento passionale. La ragazza se ne ha a male e nasconde dei vasi preziosi nel bagaglio dei pellegrini, accusando poi il giovane di furto. Il ragazzo a causa delle accuse della ragazza viene catturato e condannato all’ impiccagione. I genitori distrutti dal dolore, ma con una fede incrollabile, continuano il cammino verso Santiago. Al ritorno si fermano nella stessa locanda dove trovano loro figlio vivo e vegeto, che racconta loro di esser stato salvato proprio da San Giacomo il quale, durante l’ esecuzione, lo sostenne per le gambe. Il padre, incredulo e sicuro che tutto sia una bugia e una storia costruita ad arte dal figlio per rimanere con la giovane, dice: “Ti credo solo se questo gallo e questa gallina che sto mangiando ritorneranno vivi”. Subito le due bestioline, già cotte e nel piatto dei pellegrini, cominciano a rivestirsi di piume e in pochi secondi resuscitano, mettendosi a cantare. Da allora i pellegrini raccolgono le piume dei galli di St. Domingo e li mettono sui loro cappelli. Ancora adesso nella splendida cattedrale c’è una gabbia grande con una gallina e un gallo, di cui si sente il chicchirichì. Ogni 15 giorni si cambiano sia il gallo che la gallina"".

Ceniamo con il solito menù del pellegrino a 12 euro, ma questa sera non siamo soddisfatti. Lo yogurt, per esempio, ci è stato servito condito da formiche. Ma siamo pellegrini…!