Autori vari - Donne nella Grande Guerra

17.06.2014 16:36
Categoria: LETTURE ESTIVE

Claudia Galimberti
Non si può pensare la guerra senza le donne

Boscaiole, infermiere, internate e altro ancora
Nel 1914, in tempi brevissimi, travolti dagli eventi, tutti gli uomini in grado di combattere o di poter in qualche modo essere utili sono richiamati alle armi e l'Europa diventa un immenso gineceo, dove, lontane dal fronte delle trincee e dei combattimenti, le donne combattono un'altra guerra non meno faticosa ed estenuante. Chi fabbrica i proiettili e chi li porta nelle gerle, chi guida i treni e i tram e chi recapita la posta, chi insegna con l'alfabeto l'amor di patria e chi spia il nemico. Nulla può fare l'armamento senza le donne: i difensori della patria, le figure mito che proteggono il paese e distruggono le vite proprie e altrui, sono smarriti senza le donne che a casa conservano la famiglia unita e al fronte li curano delle ferite, senza chi dispensa sorrisi e parole con le cartoline delle madrine di guerra e chi lavora nelle fabbriche al loro posto. Fabbriche di guerra che producono bombe e munizioni, ma anche tessuti per le divise e pelle per le scarpe. Quando la pelle non c'è più, le scarpe si fanno con le suole di legno, troppo pesanti per i sentieri montani, oppure con i cartoni pressati, che al primo gelo si induriscono e fanno male. Donne che continuano ad amare e a credere nella patria e danno i loro gioielli, come chiede la regina, donne che nei bordelli di guerra carezzano i soldati concedendo loro qualche momento di piacere in mezzo alle lordure del fronte. Ma anche donne in trincea che fotografano, osservano, scrivono, come Stefania Türr o Angela Traversi. Donne che sanno sorridere ai loro bambini e sanno beffeggiare il nemico, donne internate e divise dai loro affetti perché sospettate di tradimento sulla sola base di una delazione, fatta spesso per vendetta personale, o per impadronirsi dei loro beni, come capita ad Alma Gaspari Menardi, un'albergatrice di Cortina d'Ampezzo, a quel tempo austriaca, nota per i suoi sentimenti di italianità e il suo coraggio. Viene internata perché protesta contro la censura militare e chiede di essere pagata per l'alloggio fornito ai militari. Maestre che si trovano isolate tra le montagne e non smettono di insegnare, ma insegnando l'amor di patria vengono rimosse dagli austriaci, sfollate, inviate in altri luoghi, dove non possono fare propaganda. Ma anche maestre che disprezzano la «cattiva» autorità militare e vengono anch'esse internate, questa volta per mano degli italiani. I diari di Pieve Santo Stefano sono una ricca testimonianza di questo fuoco incrociato di cui le donne del nord sono vittime.

M. Boneschi, P. Cioni, E. Doni, C. Galimberti, L. Levi, M. S. Palieri, C. Di San Marzano, F. Sancin, M. Serri, F. Tagliaventi, S. Tagliaventi
Donne nella Grande Guerra
Introduzione di Dacia Maraini
Il Mulino, 2014, pag. 264