Maddalena Carlini

Patti per la scuola. Un’esperienza di partecipazione

La foto
L’Istituto Comprensivo “Sestri Est”, di cui sono dirigente scolastica da dodici anni, presenta un profilo già sfidante nell’intitolazione, che suggerisce una connotazione geografica “orientale”, pur essendo ubicato a Sestri Ponente, con le prevedibili conseguenze burocratiche che talvolta complicano la ricezione della posta e ingannano la percezione dei docenti provenienti da zone extraurbane o da fuori regione. Il profilo sfidante caratterizza anche la morfologia della dislocazione dei Plessi, disegnata dal dimensionamento scolastico che ha preceduto di due anni il mio incarico e che ha unito in un unico Istituto Comprensivo edifici “lontani”, non soltanto per la distanza sul territorio ma per la composizione sociale di riferimento, rendendo non scontata l’unitarietà dell’azione didattica e complicata la continuità formativa.
Eppure, sono state proprio queste contraddizioni a diventare il punto di forza della scuola, dove sono riuscita a creare, grazie ad una squadra di Insegnanti che ha accolto, sempre con più favore, la motivazione a superare insieme le difficoltà, un microclima di benessere che sicuramente rafforza il sistema immunitario inter professionale per affrontare i problemi – educativi, burocratici, relazionali - naturalmente presenti in tutte le scuole e le difficoltà specifiche della nostra realtà scolastica.

La sfida pattizia
A fronte di una composizione sociale diversificata, le famiglie degli alunni, complessivamente ottocento quattro con il quaranta per cento di bambini e ragazzi non italiani – dei quali molti neo arrivati nel nostro Paese e completamente privi, come i genitori, di possibilità comunicative in lingua italiana – si presentano, quindi, da un lato fortemente esigenti servizi di tipo organizzativo, dall’altro – soprattutto le famiglie italiane dalle condizioni culturali ed economiche medio alte – attente alla qualità di un’offerta formativa spesso percepita a rischio di omologazione al ribasso a causa della presenza di alunni con bisogni educativi speciali, anche con riferimento alla presenza di numerosi casi di disabilità grave in tutti e tre gli ordini di scuola.
Diventa, dunque, fondamentale rinsaldare e potenziare l’alleanza della scuola con i genitori degli studenti, con l’obiettivo di rispondere alle diverse esigenze espresse, non solo rispondendo efficacemente alla richiesta di attenzione alla qualità dell’azione didattica, ma cercando di profilare un unico modello pedagogico ed organizzativo in grado di incrociare e fare sintesi tra le due esigenze in un unico patto di corresponsabilità educativa, che superi i confini del documento firmato all’atto dell’iscrizione perché il modello di interazione scuola-famiglia arrivi a coincidere con l’identità culturale della scuola.

Pre scuola e post scuola con le associazioni
Prima di addentrarmi nel cuore dell’offerta formativa, ritengo necessario soffermarmi su due servizi diventati un’esigenza ormai inderogabile, il pre e il post scuola, organizzati in modo da salvaguardare al contempo i bisogni organizzativi delle famiglie, che richiedono una dilatazione del tempo scuola nella fascia temporale prescolastica e post scolastica, la qualità della proposta della scuola e l’interlocuzione con le Associazioni del Territorio.
In particolare, data la presenza di nuclei familiari in condizioni di svantaggio socio economico, si è reso necessario stipulare una convenzione con le Associazioni sportive tale da mantenere la stessa gratuità che contraddistingue il tempo curricolare, offrendo, in cambio della presa in carico dei due servizi, la fruizione delle palestre dei Plessi al termine delle attività scolastiche ed extrascolastiche. Dal canto loro, le Associazioni, riunitesi in Consorzio per rappresentare un Soggetto capace di rispondere con successo all’Avviso pubblico della scuola, hanno sperimentato efficacemente un modello di lavoro unitario che riunisce le discipline sportive del volley, del basket e del taekwondo, la cui diversificazione agevola l’osservanza della trasparenza delle scelte della scuola e consente agli alunni un approccio multidisciplinare propedeutico allo sport, senza finalità competitive. La convenzione, inoltre, prevede anche interventi, naturalmente altrettanto gratuiti, in orario scolastico, andando a compensare le lezioni di educazione motoria delle classi prime, seconde e terze della scuola primaria, ancora prive dell’organico specializzato.
Un’altra tipologia di percorso, centrato sulla didattica teatrale, a cura della Compagnia omonima del Teatro Akropolis ubicato nel Plesso della scuola secondaria, risponde all’esigenza manifestata da un gruppo di famiglie, più contenuto numericamente ma in crescita, che richiede interventi educativi volti a favorire lo sviluppo della personalità, l’acquisizione di abilità sociali, la correttezza posturale e vocale.
La qualità dell’offerta formativa del servizio post scuola, dall’anno scolastico in corso, sarà incrementata dall’attivazione di un corso di educazione musicale a cura di una Docente di un liceo a indirizzo musicale cittadino, il cui intervento viene incontro ad una costante richiesta dei genitori degli alunni della scuola primaria di potenziare l’insegnamento della musica, che comporta una competenza spesso non particolarmente frequente nel curriculum degli Insegnanti se non per sensibilità e vocazioni individuali. Anche queste lezioni saranno gratuite poiché alla Docente verrà riconosciuto formalmente l’uso di un locale della scuola per impartire lezioni aperte anche ad iscritti esterni, al termine delle attività scolastiche ed extrascolastiche.

Un patto tra generazioni
Il modulo del post scuola a carattere musicale rientra in una progettazione che prevede un ciclo di interventi degli studenti del liceo a indirizzo musicale in orario curricolare, per affiancare gli insegnanti delle scuole primarie nelle ore di musica. Si tratta di un “mutuo insegnamento” inter generazionale che la scuola ha già sperimentato con grande successo nel progetto “Amici di studio”, che ha previsto il supporto di studenti universitari della Facoltà di Scienze della Formazione rivolto ai nostri alunni della scuola secondaria di primo grado, per accompagnarli lungo un segmento di studi in vista dell’esame di Stato, aiutandoli a superare difficolta di tipo emotivo e metodologico. Per questi progetti si è resa imprescindibile l’interlocuzione con le famiglie, non solo perché i momenti operativi di “Amici di studio” hanno previsto anche la possibilità di avvalersi della presenza degli studenti universitari a domicilio, ma per spiegare, nella fase pionieristica dell’iniziativa, le finalità del progetto, sgombrando il campo da possibili pregiudizi sulla scelta degli alunni da coinvolgere e favorendo la comprensione delle potenzialità degli interventi. Gli esiti sono stati estremamente positivi, non solo per i risultati ottenuti dai ragazzi ma anche per il potenziamento della fiducia delle famiglie nei confronti dell’Istituzione scolastica.

Un patto inclusivo
La presenza di un significativo e crescente numero di alunni in condizioni di grave disabilità, molto spesso di tipo comportamentale, con esiti oppositivo provocatori, ha richiesto una presa in carico condivisa con le famiglie della necessità di prevedere azioni di contenimento volte ad assicurare l’incolumità all’alunno in stato di crisi e ai compagni, senza incorrere nel rischio di incontrare l’incomprensione dei genitori nei confronti delle misure messe in atto. Il Gruppo di Lavoro per l’Inclusione, coordinato dall’Insegnante con la relativa Funzione Strumentale, ha elaborato un Protocollo, deliberato dagli Organi Collegiali nella distinzione dei ruoli del Collegio dei Docenti e del Consiglio d’Istituto, finalizzato a prevenire e gestire le crisi comportamentali a scuola, con un percorso metodologico e operativo comprensivo di indicazioni e pratiche didattiche.
L’obiettivo del percorso è l’attivazione di una sinergia tra la scuola e le famiglie atta a perseguire le strategie più efficaci con un approccio sistemico, tale da coinvolgere l’intera Comunità educante, orientato all’ascolto, all’attenzione, alla condivisione, alla costante fiducia nelle possibilità di miglioramento.

Un patto interculturale
La presenza di numerosissime famiglie non italiane, che iscrivono i figli a scuola nell’arco dell’anno solare e non entro i reticolati burocratici della normativa, molto spesso completamente privi di una capacità comunicativa in lingua italiana, ha reso necessario un’organizzazione della scuola in grado di sopperire all’assenza di mediazione linguistica, che purtroppo ogni anno risulta sempre meno consistente in termini di ore di supporto. Pertanto, sotto la regia dell’Insegnante con Funzione Strumentale per l’Intercultura, sono state coinvolte le Comunità di immigrati, a cominciare dal gruppo attualmente maggioritario, rappresentato dai bengalesi, il cui presidente si è reso disponibile ad organizzare incontri con i genitori degli alunni per avvicinarli all’osservanza delle regole scolastiche e alla conoscenza dei materiali più importanti. Per gli studenti provenienti dall’Ucraina, in particolare, è stata un’Insegnante di religione di origini russe ad incontrare le famiglie e a tradurre avvisi e documenti di valutazione, veicolando così anche un prezioso messaggio di pace.

Un patto di comunità
Affinché si possa davvero realizzare un cambio di passo rispetto al “copione” che prevede inevitabilmente un destino educativo per gli alunni più fragili, occorre favorire un’accoglienza in grado di superare il perimetro delle lezioni scolastiche e delle aule tradizionali. In questa partita, il Patto Educativo di Comunità, di cui è stato promotore l’Istituto, ha assunto un ruolo fondamentale per realizzare quella sussidiarietà orizzontale realmente aperta alla prospettiva di costruire una Scuola che sia davvero vissuta come bene comune, capace di aprirsi alla Città. Il percorso di alfabetizzazione in lingua italiana, rivolto ai genitori non italofoni degli alunni dei cinque Istituti Comprensivi della nostra realtà municipale, con il coinvolgimento dei Servizi Sociali e delle Cooperative del Territorio, ha costituito un risultato importante, raggiunto al plurale, determinante per i prossimi traguardi.

Il patto dei patti
Dopo aver riletto quanto scritto, sento il dovere di aggiungere una considerazione. L’Istituto Comprensivo “Sestri Est” non è “speciale” ma assolutamente “normale”, con le tipiche criticità – professionali, amministrative, strutturali – che accomunano purtroppo la maggior parte delle scuole sul suolo nazionale. Però è una Scuola amata. Innanzitutto da chi la dirige e poi da quanti - personale docente e non docente, alunni e famiglie – la abitano nei diversi ruoli e insieme hanno deciso, parafrasando Hannah Arendt, di amarla abbastanza per assumersene la responsabilità.