Rinviare le elezioni del CSPI, insensato farle svolgere il 13 aprile. Dichiarazione di Maddalena Gissi
Solo su “Scherzi a parte” potrebbe uscire un’ordinanza come quella appena pubblicata sul rinnovo del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, che fissa al prossimo 13 aprile lo svolgimento di elezioni in tutte le scuole. Forse dipende dal fatto che l’ordinanza è stata predisposta ai primi di dicembre, quando tutti speravamo che gli eventi prendessero una piega un po’ diversa da quanto in realtà è accaduto. Mi auguro che sia così, perché altrimenti saremmo a un livello di incoscienza difficilmente immaginabile. Come si può pensare di mettere in moto, avendo appena prorogato al 30 aprile lo stato di emergenza, e con gran parte delle attività scolastiche ancora a distanza, la complessa procedura di una consultazione elettorale da svolgere in presenza? È vero che l’ultimo articolo dell’ordinanza contempla la possibilità, in base all’andamento della situazione, di individuare modalità diverse per lo svolgimento della propaganda e delle operazioni di voto: ma è davvero pensabile che ciò possa avvenire facilmente, nei tempi ristretti che comunque determina la data delle elezioni fissata al 13 aprile? È la stessa ordinanza ad affermare che “dovrà essere assicurata e favorita la più ampia partecipazione di tutto il personale della scuola alle operazioni elettorali”: come può avvenire questo, in una situazione che impone restrizioni di ogni sorta alla mobilità e agli incontri fra le persone, impedendo nei fatti una partecipazione che è il cuore di ogni procedura democratica? L’anno scorso si fecero slittare di qualche mese le elezioni regionali, perché non fare lo stesso col CSPI, come richiesto dai sindacati quando fu presentata la bozza di ordinanza, e come avvenuto per le RSU? Perché sacrificare alle ristrettezze imposte dall’emergenza pandemica un così importante momento di partecipazione e di democrazia?
C’è inoltre un aspetto che non può sfuggire al Ministero: le nostre scuole e i loro uffici stanno vivendo una situazione di enorme difficoltà, costrette a modificare continuamente l’organizzazione del servizio. Si eviti per favore di sovrapporre alle loro fatiche anche quella di sovrintendere a una procedura di notevole complessità e delicatezza, ancor più se venisse mantenuta la decisione – su cui continuo a chiedere un ripensamento - di procedere al rinnovo delle graduatorie ATA, per le quali sono in ballo numeri abnormi.
È davvero inconcepibile, in frangenti come questo, “tirare dritto” come se stessimo vivendo una situazione di ordinaria e tranquilla normalità. Si ritrovi per favore un minimo di buon senso.
Roma, 15 gennaio 2021
Maddalena Gissi, segretaria generale CISL Scuola
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