Salvaguardare il carattere unitario e nazionale del sistema d'istruzione. Appello a Senatrici e Senatori
Mantenere il carattere unitario e nazionale del sistema di istruzione, evitando che la materia, nel quadro di un’attuazione dell’autonomia differenziata, possa essere trasferita alle competenze delle Regioni. Con diversi accenti e sottolineature, è questa la richiesta che la CISL Scuola e tutte le organizzazioni più rappresentative del comparto istruzione e ricerca rivolgono a Senatrici e Senatori, impegnati nell’esame del Disegno di legge 615 (“Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’art.116, terzo comma della Costituzione”).
Il sistema nazionale di istruzione e formazione, nel suo attuale impianto unitario, è “fattore indispensabile e irrinunciabile – sostiene nel suo appello la CISL Scuola - per affermare e sostenere, in un contesto di convinta adesione all’Europa, la piena appartenenza di tutte le cittadine e i cittadini a una stessa comunità nazionale”.
Viene inoltre contestata la scelta di affidare a un provvedimento governativo (un decreto legislativo), e non a una legge, la definizione dei cosiddetti LEP (livelli essenziali delle prestazioni), presupposto ineludibile al riconoscimento dell’autonomia alle Regioni: per la CISL Scuola, una decisione che contrasta con l’esigenza di assicurare, su questioni così rilevanti e delicate, un percorso parlamentare partecipato.
Col trasferimento di competenze alle Regioni, mentre all’autonomia delle scuole non vedrebbe più riconosciuto in modo esplicito un profilo di rango costituzionale, il rischio è di innescare forme più opprimenti di centralismo, con “dinamiche di condizionamento più accentuate di quanto non avvenga in un sistema di dimensione più ampia e garantito da uno status di autonomia delle scuole costituzionalmente riconosciuto”; un condizionamento che potrebbe riguardare anche la stessa libertà di insegnamento.
Per la CISL Scuola, che in premessa ribadisce la piena disponibilità a un confronto costruttivo con Governo e Parlamento, approfittando della finestra temporale offerta dal Decreto Milleproroghe che sposta in avanti di un anno il termine per la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni (LEP), l’auspicio è che le considerazioni svolte possano essere attentamente valutate in sede legislativa, accogliendo la richiesta di escludere la materia "istruzione" dal processo tracciato dal disegno di legge Calderoli attualmente all’esame del Senato.